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Ingrid Bergman, dalla Svezia con passione

È stata la sola attrice svedese, assieme a Greta Garbo, capace di imporsi a Hollywood attraverso una folgorante carriera ed è una delle poche star che è riuscita a resistere al tramonto di miti e mode, grazie alla sua indole di donna emancipata.
Nasce a Stoccolma il 29 agosto 1915.
Dopo la morte dei genitori era stata affidata a uno zio, e a 17 anni si iscrive alla Scuola d’arte drammatica nell’Accademia reale di Svezia. Qui inizia a calcare il palcoscenico e col tempo le vengono dati ruoli sempre più importanti e difficili.

Donna di grande cultura, parlava correttamente 5 lingue: svedese, tedesco, francese, inglese e italiano.  Nel 1936 al suo quinto film, Verso il sole, diventò una star in Svezia. Nel 1939 da Hollywood il produttore David O. Selznick la notò, e vedendo che l’attrice aveva sempre maggior successo in patria, decise di portarla con sé in America. Come primo approccio con il cinema americano, Ingrid fu impiegata nel remake del film Intermezzo, di cui aveva interpretato l’originale svedese.

La Bergman dapprima accettò di interpretare parti di donna fedele e casta, ma ben presto, seguendo la sua indole, si ribellò, ben consapevole di avere qualità e capacità recitative. Nel 1941 riuscì a ottenere la parte della barista Eva ne Il dottor Jekyll e Mr. Hyde, accanto ad un bravissimo Spencer Tracy. Ottenne il consenso sia del pubblico che della critica, così da quel momento in poi iniziarono una serie di film in cui interpretava sempre donne ambigue e seducenti. Dopo Saratoga, Hitchcock la volle con Cary Grant per Notorius, l’amante perduta e successivamente, sempre con il regista britannico, girò Il peccato di Lady Considine, dove interpretava una nobildonna dal passato tormentoso.

Il suo ruolo più famoso, che le diede successo internazionale, arrivò con Casablanca nel 1942, in cui interpretava una donna divisa tra l’amore per il marito e l’attrazione per una vecchia passione di gioventù. Nel 1944 ebbe un enorme successo anche con Angoscia, tanto da farle vincere l’Oscar come miglior attrice protagonista. Sempre sotto l’ala di Selznick interpretò nel 1943 Per chi suona la campana accanto a Gary Cooper, poi il giallo Io ti salverò, diretta di nuovo da Hitchcock, con Gregory Peck; sempre nel 1945 girò Le campane di Santa Maria e successivamente la bella biografia di Giovanna d’Arco nel 1948.

Nel 1945 l’attrice svedese vide per caso il film di Roberto Rossellini Roma città aperta e ne fu entusiasta, tanto da scrivere al regista e mettersi a disposizione per recitare con lui. Nel 1950 Rossellini la chiamò per il film Stromboli, terra di Dio e fu un grande successo, che cercò di bissare con Europa ‘51. La Bergman ben presto si innamorò di Rossellini, che l’aveva salvata proprio nel momento più difficile della sua carriera, e i due si sposarono, dopo che lei ebbe divorziato dal primo marito.  Ma il matrimonio non funzionò e nel 1957 i due divorziarono. Tutta la situazione creò uno scandalo internazionale senza precedenti.

Considerando la morale di allora, la Bergman non avrebbe potuto più lavorare, ma la 20th Century Fox decise di darle una possibilità, affidandole il ruolo di protagonista in Anastasia, storia romanzata della presunta figlia dello zar di Russia. Fu un interpretazione commovente, il pubblicò la perdonò per i suoi errori, la critica la riabilitò e un secondo Oscar come miglior attrice la rimise tra le star di Hollywood.

Nel 1958 con Cary Grant interpretò Indiscreto e sempre nello stesso anno recitò come missionaria in Cina ne La locanda della sesta felicità. Nel 1961 interpreta una donna matura contesa tra Anthony Perkins e Yves Montand nel dramma sentimentale Le piace Brahms? e nel 1974 fa parte del cast di Assassinio sull’Orient Express di Lumet e riceve un terzo Oscar, come miglior attrice non protagonista. Nel 1978 la Bergman decise di affidarsi al regista connazionale Ingmar Bergman, omonimo ma non parente, per il film Sinfonia d’autunno, in cui interpretava una madre eccentrica e ossessionata dalla propria carriera di pianista. Come molti critici notarono all’epoca, in questo film, ultimo della sua carriera, interpretò la parte più commovente, con un personaggio ricco di sfumature.

Ingrid Bergman muore 4 anni dopo, nel 1982, a 67 anni, in seguito a complicazioni post-operatorie derivate da un tumore al seno. Per coincidenza, è deceduta nello stesso giorno in cui è nata, il 29 Agosto.

«La felicità è buona salute e cattiva memoria»

FONTI: cinekolossal – ciakhollywood

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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

25 pensieri riguardo “Ingrid Bergman, dalla Svezia con passione”

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