Indagini in ambiente militare, dove la giustizia, come dice uno dei protagonisti, è un concetto molto relativo e non ha niente a che fare con la giustizia reale.
John Travolta, a mio avviso in una delle sue migliori interpretazioni, conduce le indagini su un caso molto complicato, che nasconde più di un aspetto oscuro e inquietante.
La giovane figlia di un generale viene trovata uccisa ed esposta brutalmente, nuda e legata a paletti da campeggio, nel bel mezzo del campo comandato dal padre. Viene incaricato delle indagini un poliziotto dell’esercito, che ha casualmente incontrato la vittima la sera precedente il delitto, mentre indagava su altre questioni, ignorando peraltro la sua identità.

A lui il compito di trovare il colpevole e coprire eventuali verità scomode, prima che sul posto arrivi l’FBI, secondo quell’etica militare e quel distorto senso dell’onore che mette l’esercito sopra ogni altra cosa, compresi gli affetti più cari. Il giovane poliziotto è un po’ sbruffone, ma sufficientemente onesto e obiettivo da non farsi intimidire, e da cercare la verità a qualunque costo.
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