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Il trono di spade (2011 – 2019)

Non è facile parlare di questa serie, perché ha avuto un successo planetario e ha battuto ogni record di nomination agli Emmy, portandone a casa parecchi negli ultimi 8 anni. Ma ha anche fatto molto discutere, soprattutto per la sua conclusione, e le polemiche non si sono ancora spente del tutto.

Di fatto, dopo la puntata conclusiva si è aperto un dibattito tutt’altro che pacifico tra chi era d’accordo col finale voluto dagli autori, e chi invece non lo era. Solo che questi ultimi si sono arrogati il diritto di offendere, criticare ferocemente il lavoro altrui, arrivando a parlare di finale vergognoso, e addirittura a chiedere il rifacimento dell’epilogo secondo le loro direttive. E questo non mi sembra giusto, ma soprattutto non mi sono piaciuti i commenti carichi di odio che ho letto un po’ ovunque.

Non riesco a comprendere come si possa arrivare a criticare e persino a dileggiare gli attori, che comunque hanno fatto il loro lavoro con impegno e dedizione tangibili, come pure gli sceneggiatori, che hanno scritto egregiamente la loro versione della storia. Si può pensarla come si vuole, ma non si dovrebbe mai mancare di rispetto a nessuno.

Comunque gli autori hanno saputo difendersi. Alla consegna del premio Emmy, accompagnata da una standing ovation, ringraziando, hanno in qualche modo voluto commentare le tante critiche ricevute, dicendo: “Non siamo noi a decidere cosa debbano provare le persone. Speriamo solo che possano riguardarlo e che possa piacere loro in futuro. La classe è classe.

Premetto che la mia analisi non può essere imparziale, né fingerò che lo sia: ho adorato questa serie, i suoi personaggi, le loro storie, ho seguito le loro disavventure e mi sono fatta conquistare dalle vicende narrate, quasi fossero reali. E da quando è finita, sento che mi manca qualcosa.

E’ tratta dai romanzi di R. R. Martin, e in sostanza è la storia di sette regni in lotta tra loro per la conquista del potere, rappresentato dal Trono di Spade. Ma detto così, è come dire che Il Signore degli Anelli racconta l’affannosa ricerca di un anello magico. L’ambientazione è di tipo medievale, con regine, prìncipi e cavalieri, ma il tempo e il luogo sono del tutto di fantasia. La lotta per sedersi sull’agognato scranno è senza esclusione di colpi: non mancano battaglie, tradimenti, avvelenamenti e vili aggressioni, scontri epici ed epiche vendette, nonché insospettabili alleanze. Ma c’è posto anche per l’amore.

A completare il quadro si inseriscono note di mistero e di magia, sacerdotesse e profezie, draghi ed enigmatiche divinità, ed infine un nemico oscuro ed apparentemente invincibile che rimetterà tutto in discussione. Essenzialmente dunque è un fantasy, ma in realtà c’è molto di più: coinvolgimento, emozione, immagini e dialoghi ricchi di pathos, che regalano allo spettatore un forte impatto emotivo.

I personaggi crescono e si trasformano durante le otto stagioni, modificando gli aspetti più profondi della loro personalità, maturando nel tempo attraverso le esperienze e le avventure vissute, cambiando la propria prospettiva e la propria visione della vita. E riservando allo spettatore non poche sorprese. Seguendo le loro storie non si può fare a meno di appassionarsi ai loro destini: lo spettatore amerà alcuni personaggi, ne odierà altri, di alcuni piangerà la prematura scomparsa, di altri attenderà con ansia la giusta punizione, ma da tutti, immancabilmente, si lascerà coinvolgere.

Una serie davvero unica, commuovente, a tratti struggente, ma anche eroica e leggendaria, che rappresenta attraverso i suoi protagonisti l’intero spettro dei sentimenti umani: amore, odio, invidia, gelosia, sete di potere, egoismo e solidarietà, avidità e nobiltà d’animo, coraggio e vigliaccheria, pietà e crudeltà, paura e speranza.

Splendidamente interpretata da attori bravissimi, alcuni più navigati, altri giovanissimi alla prima esperienza, ha avuto la fortuna di avere a disposizione un cast particolarmente affiatato, in cui tutti si sono calati perfettamente nel proprio personaggio diventandone, per loro stessa ammissione, parte integrante, e dove nessuno ha cercato di prevalere. Se ciò non bastasse, l’azione è impreziosita da una colonna sonora epica e da effetti speciali degni del miglior cinema; insomma, se ve la siete persa, dovete davvero recuperare.

Non è perfetta, certo, non negherò che ci siano dei difetti, soprattutto nell’ultima stagione, lacune, salti temporali, qualche accelerazione e forse anche qualche lieve incongruenza logica. Ma al di là delle piccole e grandi mancanze, e nonostante la stagione finale abbia fatto molto discutere e abbia diviso i fan, è uno spettacolo assolutamente unico nel panorama delle fiction televisive, che merita di essere visto, un’esperienza visiva ed emotiva che comunque lascia il segno.

E ora restiamo in trepidante attesa del prequel che stanno già girando, e che dovrebbe uscire il prossimo anno, sperando che sia all’altezza dell’originale. In genere non amo sequel e prequel, ma sono già in crisi di astinenza. E in ogni caso sono curiosa di vedere cosa sapranno inventarsi…

Trailer  stagione 1

Trailer originale sottotitolato stagione 8

 

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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

1 commento su “Il trono di spade (2011 – 2019)”

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