Nel periodo aureo del musical, dai primi anni ‘30 alla fine degli anni ‘40, formò con Ginger Rogers una coppia leggendaria. Dotato di una notevole preparazione tecnica, diede prova di elevate qualità virtuosistiche, sempre accompagnate da grande eleganza, e si distinse per la fluidità dei suoi movimenti e per l’abilità nel ballare il tip-tap. La disinvoltura con cui era in grado di danzare e cantare fu anche alla base di un personale principio secondo il quale i numeri musicali dovevano inserirsi con armonia e naturalezza nel tessuto narrativo dei film.

Il suo vero nome era Frederick Austerlitz, nato a Omaha (Nebraska) il 10 maggio 1899. Era figlio di una statunitense di origine alsaziana e di religione cattolica, e di un austriaco di religione ebraica, immigrato nel 1895. Già nel 1905 iniziò a danzare professionalmente con la sorella maggiore Adele. Anche se avevano frequentato scuole pubbliche di istruzione generale e scuole private di danza, i due erano sostanzialmente degli autodidatti, dotati di un talento naturale. Per anni la coppia lavorò in compagnie di giro del vaudeville; recitò anche in alcuni film muti, in parti secondarie, e ottenne poi molti successi in commedie musicali nei teatri di Broadway e di Londra. Nel 1932 Adele lasciò le scene per sposarsi.

Rimasto solo, Fred decise di tentare una seconda carriera nel cinema, dove l’avvento del sonoro aveva fatto nascere un nuovo genere, il musical. A un provino per la Paramount fu scartato con questo frettoloso giudizio: “Non sa cantare, non sa recitare. Sa ballare un po’” Il suo primo film fu La danza di Venere (1933), in cui ballava accanto a Joan Crawford, ma nello stesso anno fu girato Carioca, il primo dei dieci musical in cui recitò con Ginger Rogers: in realtà i due ebbero in questo caso semplici ruoli da comprimari, ma l’unico numero di danza loro concesso fu davvero notevole, tanto da rubare la scena ai veri protagonisti.

Il vero esordio della coppia fu nel 1934, con Cerco il mio amore di Mark Sandrich, che avrebbe diretto l’attore in altri cinque film. Sia in questo, sia nei musical successivi, l’artista interpretò ruoli di ballerino, secondo il principio autoreferenziale tipico di questo genere. Fu in questo periodo che stipulò una polizza assicurativa sulle sue gambe per un valore, considerati i tempi, iperbolico: un milione di dollari.

Nel 1935, sempre per la regia di Sandrich, uscì il più celebre film della coppia Astaire-Rogers, Cappello a cilindro, in cui Astaire si esibì in alcuni memorabili assoli e fu anche accreditato come coautore delle coreografie. Ma elementi a vario titolo autoreferenziali sono presenti in tutti i suoi film degli anni ‘30, come in Follie d’inverno (1936), in cui l’attore è costretto a esibirsi proprio al cospetto di un’insegnante di danza, ovviamente interpretata da Ginger Rogers; o in Voglio danzare con te (1937), sempre di Sandrich, dove è un membro dei Balletti russi che tenta di combinare il proprio modello classico con i ritmi moderni, rappresentati da una ballerina di music hall, interpretata ovviamente da Ginger Rogers.

Vecchio e nuovo, tradizione e innovazione si combinarono anche nei successivi film con la Rogers, come Girandola (1938), e La vita di Vernon e Irene Castle (1939), biografia di una celebre coppia di ballerini degli anni Dieci, e primo film drammatico del duo. La morte del personaggio interpretato da Astaire parve evocare la fine del sodalizio, che si interruppe con questo film, per riprendere ‒ ma per l’ultima volta ‒ nel 1949 con I Barkleys di Broadway, la cui vicenda riflette per molti aspetti la vita reale dei due attori.

Per Fred era da tempo iniziata la seconda fase della carriera, segnata da due film con un’altra abile ballerina-attrice, Rita Hayworth: L’inarrivabile felicità, del 1941, e Non sei mai stata così bella, dell’anno successivo. L’esperienza con Minnelli iniziò nel 1945 con Jolanda e il re della samba e Ziegfeld follies, omaggio quasi documentario al re delle riviste musicali, l’impresario F. Ziegfeld. Il film ‒ diretto anche da molti altri registi ‒ trovò nei numeri diretti da Minnelli con Fred Astaire i motivi di maggior risalto: accanto a lui appare anche una nuova e giovane ballerina, Cyd Charisse, nonché l’astro nascente Gene Kelly, ginnasta agile come un saltimbanco, che contrappone la sua scatenata danza atletica all’eleganza leggera del suo partner.

La collaborazione con Minnelli culminò con Spettacolo di varietà (1953), il migliore esempio di autoreferenzialità della carriera di Astaire. Con molta autoironia, ma anche con fierezza e forma perfetta nonostante i cinquantaquattro anni di età, vi interpretò il ruolo di una star ormai dimenticata, che vede addirittura restare invenduti, a un’asta, i suoi oggetti-simbolo, il bastone e il cappello a cilindro; ma la buona sorte gli offrirà una nuova occasione.

Gli anni ’50, per naturali motivi anagrafici, aprirono la fase declinante della sua carriera, anche se un film di modesto rilievo come Papà gambalunga (1955) si resse ancora soprattutto sui suoi numeri di danza. Successivamente un altro grande regista di musical, Stanley Donen, gli offrì un’altra bella parte in Cenerentola a Parigi (1957), nel quale Astaire, ancora asciutto e agile nel fisico, seppe duettare da gran signore con la sua ultima partner di gran classe, Audrey Hepburn.

Abbandonata la danza, dal 1958 si dedicò soprattutto ai serial televisivi. Le sue apparizioni cinematografiche si fecero rare, e prevalentemente in parti secondarie per film di modesto rilievo. Fanno eccezione due sue notevoli interpretazioni, che ne dimostrarono le grandi (e poco sfruttate) capacità di attore drammatico: quella del tormentato scienziato nucleare de L’ultima spiaggia (1959) di Stanley Kramer, e quella del vecchio e patetico truffatore de L’inferno di cristallo (1974). Quest’ultimo ruolo gli valse il Golden Globe e la candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista. Nel 1950 aveva ricevuto l’Oscar alla carriera.

Nel 1959 scrisse un’autobiografia, Steps in time, di cui fece uscire nel 1981 un’edizione accresciuta e aggiornata. Si era sposato nel 1933 con Phyllis Potter, che gli diede due figli, Fred e Ava; morta la prima moglie nel 1954, si era risposato nel 1980 con una donna di 45 anni più giovane.
Ricoverato per le complicazioni di una grave influenza il 12 giugno 1987, morirà il 22 all’età di 88 anni.
Nureyev lo aveva definito il più grande ballerino del Novecento.

«Più diventi famoso, più errori ti sono concessi. Se arrivi abbastanza in alto, lo considerano il tuo stile»
FONTI: Enciclopedia del cinema, Treccani – ciakhollywood
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Ho sempre pensato che assomigliasse vagamente a Stan Laurel
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Vero!!!
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Hai ragione, forse il viso molto magro e il mento a punta…
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Buon giorno 1 Ballando di mattina
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Buongiorno a te
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E qui mi inchino a un grandissimo Raffa. Buongiorno
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Buongiorno Paola, concordo.
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Lo conosco di fama, ma credo di averlo visto solo in Inferno di cristallo. Come spesso accade, la citazione finale è bellissima.
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Grazie, mi è piaciuta molto. In realtà era un uomo di spirito, c’erano molte sue frasi che potevano essere citate.
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Se non l’hai già fatto in passato, potrebbe essere uno spunto per raccogliere le citazioni memorabili in un unico post (o una serie).
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Non l’ho fatto, però ci sono già le citazioni del mattino, anche se ultimamente le ho ridotte. Magari potrei fare qualche post dedicato a un personaggio, all’interno degli aneddoti.
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Gli hai reso un bellissimo tributo! Buona giornata, Raffa
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Grazie Valy, buon pomeriggio 🌺
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Grazie Raffa, anche a te 🌺
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L’ ho amato tanto, e quanto ho sognato con PAPA’ GAMBALUNGA e ALTA SOCIETA con Grace Kelly 😉
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Un grandioso e da suo stile, grande anche la sua citazione finale. Buona serata carissima Raffa 🌹
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Buonanotte Giusy🌛
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ciao^^
credo che ho solo sentito parlare di lui, non ho mai visto nulla di suo; come credo di aver citato ogni tanto, non faccio follie per il tiptap ma devo dire che deve essere molto elegante e ‘semplice’: lui come ballerino ha avuto una carriera ben più longeva di molti suoi colleghi ballerini! intendo, riuscire a danzare pure da vecchio è tanta roba ( un po’ come JLO ora, quante come lei?)
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