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2012 (2009)

Adesso a pensarci viene da sorridere. Vi ricordate quando nel 2012 credevamo che sarebbe arrivata la fine del mondo per via del calendario dei Maya? Se allora ci avessero detto quello che ci aspettava davvero, forse non ci avremmo creduto.
Il genere catastrofico è in assoluto uno dei più difficili, a mio avviso, perché può dar vita a film interessanti e spettacolari, ma più spesso genera pellicole di serie Z, inguardabili e al limite del ridicolo.

Emmerich è un maestro del genere e difficilmente cade in errore: da Independence day a The day after tomorrow, ma ancora prima, se si vuole ricordare pure Stargate, ha sempre dimostrato di saper fare spettacolo utilizzando gli effetti speciali ma anche l’intelligenza.
In un film catastrofico, perché non sia una bufala, sono necessari una storia relativamente credibile, o almeno accettabile, supportata da interpreti capaci e disposti a mettersi in gioco, ed effetti speciali curatissimi, per evitare un risultato che sembri l’ora del dilettante.

2012 si è imposto al pubblico cavalcando la data del 22 dicembre 2012, vista come probabile fine del mondo per la storia che si era diffusa sul calendario dei Maya; dunque il fattore credibilità era risolto, non c’era nemmeno bisogno di ricorrere a un asteroide o a un’invasione aliena per distruggere la Terra. Era l’opportunità perfetta per costruire una storia d’impatto, coinvolgente e più che accettabile. Ricordo che vidi il film con mia figlia e quando uscimmo dal cinema mi chiese: “Se succede davvero, noi dove andiamo?”. Vero che mia figlia era molto giovane, ma questo rende l’idea di quanto il film fosse stato convincente e sconvolgente.

Dimenticatevi quanto potete aver visto fino ad oggi: terremoti, maremoti, spaccature della crosta terrestre, grattacieli inghiottiti da improvvise voragini o divorati da fiamme infernali. In questo film c’è di tutto ed è estremamente realistico, una carica di adrenalina pura dall’inizio alla fine, e si passa con disinvoltura da vulcani in eruzione a oceani in tempesta, fino alla totale distruzione del nostra pianeta in un cataclisma di dimensioni apocalittiche. Sicuramente non hanno risparmiato sugli effetti speciali, e il risultato è eccezionale.

Il secondo punto da considerare sono gli interpreti, e qui forse Emmerich avrebbe potuto fare di più: a parte John Cusack, che interpreta con naturalezza tutta la mediocrità del suo personaggio, l’uomo comune che si trova di fronte a qualcosa di più grande di lui e cerca di arrangiarsi come può, nel cast spicca soltanto Woody Harrelson, visionario complottista, che, come molti complottisti, scopre di aver ragione; purtroppo scompare quasi subito, inghiottito dalla catastrofe che aveva previsto e che nessuno aveva voluto credere.

Per il resto c’è Oliver Platt, nel ruolo del solito capo dello staff presidenziale, cinico e indifferente, Chiwetel Ejiofor nella parte di uno scienziato, consulente della Casa Bianca che, guarda caso, ha sbagliato i calcoli (ops!), e il veterano Danny Glover nel ruolo di un improbabile presidente degli Stati Uniti che sceglie di sacrificarsi con il popolo, piuttosto che salvarsi salendo sull’Air Force One. Non ridete, in fondo è un film di fantascienza… Personaggi e situazioni sono abbastanza stereotipati, tra momenti commuoventi e scene lacrimevoli, alternati a episodi di un cinismo disgustoso: pare che niente come un film catastrofico faccia venir fuori tutto il meglio e il peggio delle persone.

Anche se, a ben vedere, questa pellicola si differenzia da altre del suo genere, perché alla fine non tuti i buoni si salveranno e non tutti i cattivi periranno, nel tentativo forse di aggiungere un pizzico di realismo ad una storia fin troppo fantasiosa. Ma c’è un altro punto su cui il film in esame si differenzia da altri che l’hanno preceduto. Questa volta la fine del mondo arriva sul serio. Di solito c’è sempre una minaccia contro cui combattere, sia essa una cometa, un terremoto o uno tsunami, che di solito viene scongiurata prima della fine del film, così il pianeta si salva negli ultimi fotogrammi e ognuno torna alla vita di prima, sperando di aver imparato la lezione, almeno fino alla prossima catastrofe.

Invece 2012, proprio perché sfrutta la fine del mondo prevista (?) dal calendario Maya, ha la possibilità di dare fondo agli effetti speciali, sfruttandone appieno tutta la spettacolarità, per distruggere il pianeta attraverso una serie di eventi catastrofici che si susseguono senza sosta. Tra terremoti, maremoti ed eruzioni di vulcani, assistiamo alla devastazione completa di Los Angeles, l’esplosione del parco di Yellowstone, il crollo dell’obelisco di Washington e della basilica di San Pietro: niente ci viene risparmiato in questa fine del mondo spettacolare, travolgente e spaventosa, e con un realismo davvero suggestivo, nonostante sappiamo che sia tutto frutto del digitale. Niente si salverà dalla distruzione a parte, è ovvio, i nostri eroi e un manipolo di miliardari che si sono comprati la salvezza sull’Arca dell’alleanza. Alleanza tra superpotenze naturalmente, preoccupate più di mettere in salvo opere d’arte che vite umane, e prontissime a sacrificare i singoli, per un non meglio identificato bene collettivo. Fantascienza? Non ci giurerei…

La storia zoppica, molte le incongruenze e le lacune, ma lo spettacolo non manca di sicuro. 2012 è uno di quei film in cui non bisogna farsi troppe domande, ma lasciarsi trasportare dalle immagini, un po’ come quando si è in un Luna Park: divertimento fine a se stesso. C’è anche chi ha voluto vedere un messaggio in questa pellicola, soprattutto nella distruzione di simboli cristiani come San Pietro e il Cristo Redentore di Rio de Janeiro, ma il regista ha smentito qualunque volontà di polemica religiosa. Anzi ha affermato che nel film avrebbe voluto mostrare anche la distruzione della Kaʿba alla Mecca, ma ha preferito evitare per non incorrere in una fatwā. Chissà come gli è venuta questa idea… Significativo invece che dopo la distruzione del mondo come lo conosciamo, la vita ricominci nel continente africano, l’unica terra riemersa dalle acque. Ma anche su questo è meglio non soffermarsi troppo, alla ricerca di significati reconditi: l’importante è che la Terra alla fine sia salva e possa ricominciare.

Complimenti a Matilde di Cucinando poesie, Alessandro Gianesini alias Lo Scribacchino del web e GianniD del blog taqamkuk che hanno indovinato.

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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

31 pensieri riguardo “2012 (2009)”

  1. Questo film mi aveva molto divertito. Mi ricordo ancora bene la paranoia di certe persone riguardo al 2012 e di certo questo film ne ha cavalcato l’onda, tutti i sensi. Ammetto però che riusciva a reggere bene nella prima parte. Nella seconda iniziava già a traballante a livello di ritmo e montaggio. Per il resto se la rivedo oggi mi diverte.

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    1. Sì, è un film che si regge quasi solo sugli effetti speciali, va preso per quello che è. A proposito del panico di quel periodo, ricordo che ci fu gente che vendette tutto per comprare casa nell’unico posto che, secondo loro, non sarebbe stato sommerso, non ricordo dove. Sarei curiosa di sapere come sono finiti…

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      1. In un certo senso quelle persone mi fanno anche pena. Si sono fatte suggestionare da questo evento catastrofico e molti ciarlatani ne hanno approfittato. È brutto come certe persone tendano a credere sempre a queste cose.

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      1. No, no… Ne ho visti nel tempo e alcuni mi sono piacciuti; a parte gli effetti speciali, però, mi pare di aver capito che in questa pellicola ci sia ben poco.

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  2. Concentrato davvero troppo sugli effetti speciali… Forse giusto Woody H. (che fa lo svalvolato come pochi per dote naturale), come hai detto anche tu, come recitazione di salva, anzi e’ proprio efficace… Metti invece un film come The World’s End (di cui ho postato nel mio blog proprio ieri concentrandomi sul personaggio di Gary):pure in questo film ci sono degli effetti speciali ( niente di cosi’ esagerato pero’) e la fine del mondo avviene sul serio, ma gli attori, vuoi mettere? E Simo Pegg? Il personaggio di Gary King poi e’ diventato iconico mica per niente…Per chi ama gli effetti cataclismatici comunque 2012 e’ l’deale: in questa pellicola succede davvero di tutto…😌

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    1. Infatti è una delle morti più tristi, e anche senza senso, se vogliamo. Anche il nuovo compagno della moglie di lui fa una fine orribile, ma era necessario perché la famiglia si potesse ricomporre. 😀

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