Audrey Hepburn, una Lady a Hollywood

Il suo vero nome era Audrey Kathleen Ruston.
Durante la guerra la Hepburn cambiò il suo nome in Edda van Heemstra, dal cognome materno, per via del suono “inglese” del suo vero nome, considerato pericoloso .
A causa del lavoro del padre si trasferisce spesso, vivendo di fatto tra Belgio, Regno Unito e Olanda, paese di nascita della madre, che era una baronessa. Di gran cultura, amante del ballo e del balletto classico, studia in Olanda e in Inghilterra, frequenta corsi privati di lingue straniere che le permettono di esprimersi correttamente in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, italiano e arabo.

Terminata la guerra, cambia il cognome in Hepburn, prendendo quello della nonna, e malgrado alcune voci girate nel periodo, non esiste alcun grado di parentela con l’attrice Katharine Hepburn. Audrey comincia come ballerina nei teatri di Londra. Quando si trasferisce negli USA, continua la sua attività a New York, prima di ottenere, a Broadway, grande successo per la versione teatrale del musical Gigi, poi portato sugli schermi nel 1958.

Il successo, arrivato inatteso ma straripante, lo deve in gran parte alla tenacia di Gregory Peck. Ancora sconosciuta, l’attore la volle al fianco in Vacanze romane nel 1953 e pretese, contro i voleri della produzione, che il nome della Hepburn apparisse accanto al suo nei titoli di testa del film. Inoltre pronosticò per lei la vittoria dell’Oscar e i fatti gli diedero ragione.

L’anno dopo fu chiamata a interpretare Sabrina a fianco di William Holden e Humphrey Bogart, e ricevette la nomination all’Oscar, che però le fu soffiato da Grace Kelly. Durante la lavorazione del film si innamorò, ricambiata, di William Holden, che per lei era disposto a lasciare la moglie. Ma quando Audrey scoprì che l’attore si era sottoposto a vasectomia, mise fine alla relazione, perché non intendeva rinunciare alla maternità.

Verso la seconda metà degli anni ’50 Audrey era diventata una delle più grandi attrici di Hollywood e un’icona di stile: nel 1955 la giuria dei Golden Globe le assegna il prestigioso Henrietta Award alla migliore attrice del cinema mondiale. La sua figura snella, il buon gusto e la sua classe insuperabile erano ammirati e imitati. Diventa in breve una delle maggiori attrazioni del cinema hollywoodiano.

Cenerentola a Parigi, del 1957, fu uno dei suoi film preferiti, anche perché le diede l’occasione di mettere a frutto le lezioni di danza, ballando a fianco di Fred Astaire.

Rifiuta il ruolo da protagonista in Il diario di Anna Frank del 1959, perché ancora psicologicamente tormentata dai traumi subiti in Olanda durante l’ultimo conflitto mondiale, mentre in quello stesso anno interpreta Storia di una monaca, in cui ha modo di mostrare tutto il suo talento drammatico.

In Colazione da Tiffany del 1961, attraverso l’acconciatura dei suoi capelli lancia la moda delle mèche, che in breve tempo fa presa in tutto il mondo. A proposito di questa interpretazione la Hepburn ammise che era stata una delle più difficili della sua carriera, perché aveva dovuto interpretare una ragazza estroversa e disinibita, pur essendo lei timida e introversa.

A questo successo seguirono Sciarada nel 1963, accanto a Cary Grant, e l’anno dopo My Fair Lady. A proposito di questo film, la Hepburn ha pubblicamente affermato che non avrebbe mai accettato il ruolo di Eliza Doolittle se avesse saputo che il produttore Jack L. Warner aveva previsto di doppiarla in tutte le sequenze dove cantava.
Scelta per il ruolo di Cleopatra nel kolossal del 1963, viene poi sostituita con Elizabeth Taylor dal produttore Walter Wanger, che non la considerava particolarmente adatta nelle scene dove la regina d’Egitto andava in escandescenze.

Dopo il 1966 la Hepburn, prossima ai quarant’anni e forse non più idonea per i ruoli leggeri, modificò sensibilmente la propria immagine pubblica e si orientò verso produzioni cinematografiche di altro genere, che fossero maggiormente in linea anche con la sua età.

Nel 1967 recita accanto ad Albert Finney in Due per la strada e successivamente ne Gli occhi della notte. Con questi due film ottenne nel 1968, la doppia nomina al Golden Globe: come migliore attrice drammatica per Gli occhi della notte e come miglior interprete di commedia per Due per la strada. Nello stesso anno le fu assegnato il premio Tony alla carriera. Nel 1979 accetta il ruolo di protagonista in Linea di sangue, ponendo la condizione che tutti i costumi venissero disegnati dallo stilista francese Givenchy e, inoltre, al termine delle riprese tutto il guardaroba, del valore di 100.000 dollari, fosse assegnato a lei.

È stata ambasciatrice mondiale dell’U.N.I.C.E.F. dal 1988 fino alla sua morte nel 1993, a 64 anni, in una clinica svizzera di Losanna, colpita appena un anno prima da cancro inoperabile al colon.
Più volte indicata da vari sondaggi, e sempre nei primi 20 posti, come attrice di livello superiore e anche come una tra le più belle donne del jet-set cinematografico di tutti i tempi, è considerata, a tutt’oggi, l’attrice più elegante del mondo.

Nel dicembre 2009, fu venduto all’asta un suo abito da sera di pizzo nero disegnato da Givenchy alla cifra record di 268.320 sterline, circa 300.000 euro. L’abito fu indossato dall’attrice una sola volta in Come rubare un milione di dollari e vivere felici del 1966.

Si è sposata due volte, con due divorzi. Inizialmente con l’attore Mel Ferrer, nel 1954, da cui ha avuto un figlio, Sean, diventato regista e produttore, poi, subito dopo la separazione, avvenuta nel 1968, con lo psicologo italiano Andrea Dotti, da cui ha avuto un altro figlio, Luca. Dal secondo marito ha divorziato nel 1982.

«La bellezza di una donna non dipende dai vestiti che indossa né dall’aspetto che possiede o dal modo di pettinarsi. Per avere gli occhi belli, cerca la bontà negli altri, per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili, e per il portamento, cammina con la consapevolezza che non sei mai sola»

FONTI: cinekolossal – wikipedia

Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

28 pensieri riguardo “Audrey Hepburn, una Lady a Hollywood”

    1. Non saprei sulla vasectomia… so che Holden aveva già due figli con la moglie, può darsi che non ne volessero più. Anch’io la trovo una cosa aberrante, comunque.
      La Hepburn ha avuto un gran coraggio a lasciare un uomo che amava, per la maternità…

      Piace a 1 persona

  1. Grandissima Audrey, peccato ci abbia regalato pochi film in cui continuare ad ammirarla… Ho un curioso libro di Luca Dotti ‘Audrey in casa’ con ricette di cucina (terribili) ed aneddoti (fantastici) su Audrey vista dalla famiglia… Prima o poi ci scrivo qualcosa su!

    Piace a 1 persona

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