Durante la premiazione degli Oscar 2015 per il miglior film, Sean Penn, accingendosi a consegnare il premio ad Alejandro González Iñárritu, il regista messicano di Birdman, disse: “Chi ha dato a questo figlio di puttana la green card?”. La frase venne ritenuta da alcuni profondamente razzista nei confronti dei latino-americani, e offensiva anche per tutti coloro che tentano di emigrare legalmente negli Stati Uniti. Tuttavia Iñárritu affermò che si trattava solamente di uno scherzo tra lui e Penn, che avevano già lavorato insieme in 21 grammi, e definì esilarante la battuta dell’amico. Lo stesso Penn affermò di non voler assolutamente chiedere scusa a nessuno, definendo stupidi coloro che non avevano colto l’ironia del commento.
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Johnny Weissmuller, il più famoso Tarzan del cinema, durante la rivoluzione cubana, nel 1958, si trovava sull’isola per un torneo di golf. Un giorno si trovò accerchiato da soldati rivoluzionari intenzionati a catturarlo e lui, per far capire chi fosse, lanciò l’urlo di Tarzan, o almeno la sua personale versione, visto che l’urlo cinematografico era costituito da un insieme di suoni registrati appositamente e sovrapposti. Per sua fortuna i ribelli lo riconobbero comunque, rinunciarono alla cattura e lo scortarono in hotel.
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Quando si parla di cinema e di espedienti narrativi, uno dei più citati e utilizzati è sicuramente il MacGuffin. È stato ipotizzato che guff, parola che si utilizza per identificare qualsiasi cosa banale o senza valore, sia alla radice di questo termine coniato da Angus MacPhail, sceneggiatore amico di Hitchcock. Il regista britannico fu il primo a usarlo espressamente nei suoi film: ad esempio Psycho inizia con un clamoroso furto e una caccia per recuperare i soldi rubati, ma è soltanto una scusa per seguire la protagonista fino al suo incontro con Bates nel suo sinistro Motel. Così il furto da cui parte tutta la storia e che sembra rilevante, perde del tutto d’interesse dopo l’apparizione di Norman Bates, il vero protagonista del film. Un altro famoso MacGuffin è la valigetta di Pulp Fiction, così poco rilevante per la trama che lo spettatore non ne scopre mai il contenuto. L’unica cosa che vediamo è l’espressione di chi la apre e guarda al suo interno.
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Nonostante i 5 Oscar vinti e il successo al botteghino, Il gladiatore di Ridley Scott è notoriamente famoso per le tante incongruenze storiche, sia nella sceneggiatura che nei costumi e nella scenografia. Si potrebbe pensare che il regista non si sia preso la briga di interpellare esperti che potessero consigliarlo sull’antica Roma, ma non è così. È proprio il contrario. Scott assunse e pagò consulenti esperti che segnalarono in fase di pre-produzione la maggior parte degli errori e degli anacronismi presenti nella sua opera, ma fu la produzione a voler ignorare queste segnalazioni, rinunciando all’autenticità storica, pur di dare al film una maggiore spettacolarità. Inoltre Scott sostenne che molti degli avvenimenti realmente accaduti sarebbero stati ritenuti dal pubblico inverosimili. La maggior parte dei consulenti si licenziarono, e non vollero che il proprio nome fosse in alcun modo collegato al film. E con gran dispiacere degli storici, moltissimi turisti stranieri in visita al Colosseo chiedono tuttora notizie di Massimo Decimo Meridio, convinti che si tratti di un personaggio realmente esistito.
FONTI: Liguori-Cuomo-Grossi, Cult: I film che ti hanno cambiato la vita – lascimmiapensa
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Il Gladiatore è un bel film specie nella prima mezz’ora, il sequel è inaccettabile
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Anche a me piacque tanto, ma bisogna riconoscere che gli anacronismi e gli errori ci sono. Quello nuovo non l’ho ancora visto, ma non penso che lo vedrò, preferisco conservare il ricordo del primo.
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Buongiorno Raffa, pazzesca l’avventura di Weissmuller (giustamente definito il più famoso Tarzan della storia). Per quanto riguarda il Gladiatore non conoscevo l’aneddoto degli esperti , però non mi sorprende perché Ridley Scott è abituato a interpretare in versione “democratico-anglosassone” tutte le storie dei suoi films. Scene di guerra molto belle ma, come hai scritto bene, errori storici abnormi se conosci un minimo il periodo (altro esempio eclatante “Le Crociate”).
Grazie e continua così 👏👏👏🥰
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Che poi, tutto sommato, i film non sono documentari e non hanno la pretesa di esserlo. Basta saperlo e accettarlo. Il problema nasce quando chi non lo sa si fida di quello che vede al cinema…
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Concordo. La consapevolezza è determinante
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Buongiorno 1 Esiste. Quando, ho visitato il Colosseo l’ho conosciuto. Simpatico ma un po’ incazzoso.
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Infatti, pessimo carattere.
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Buongiorno, begli aneddoti come al solito. Quando sono stato in Bretagna, mi sono dimenticato di chiedere dove fosse la casa di Astérix, che sconfisse Massimo Decimo Meridio e tutto l’esercito romano da solo.
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^_^
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Grazie per i curiosissimi aneddoti! Quelli di Tarzan e del Gladiatore non li conoscevo 🙂
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Grazie a te per il passaggio.
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cmq scott in un’intervista ha detto che non pensa mai all’impero romano
forse consulenti a parte si vede nella messa in scena uu
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Credo che in generale gli americani non diano a quel periodo storico l’importanza che gli diamo noi. In fondo è qualcosa che non gli interessa.
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Si però gli piace rappresentarlo. È peggio
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