“Ho capito che potevo pregare ovunque: non c’è bisogno di andare in chiesa. Mi piace pregare in treno. Sto seduto, mormoro. I passeggeri pensano che stia ripetendo una parte”
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Beh, lui può permetterselo: se lo facesse chiunque altro, lo si prenderebbe per pazzo.
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Indovina chi era finito in spam? Cmq hai ragione.😊
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😅 WP mi odia…
Grazie di avermi tirato fuori dal cassonetto: là più che preghiere erano bestemmie! 😛
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Sempre ammirato moltissimo questo attore, capace di dare intensità ai diversi ruoli che ha interpretato, il commissario Lebel su tutti.
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Sì, è bravissimo, forse troppo poco “utilizzato”.
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Buon giorno 1
Zia suora non fa altro.
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E’ il suo lavoro. Buongiorno a te, quotidiano messaggero di letizia.
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La frase di Lonsdale mi ha fatto venire in mente una delle storielle di Bertrand Russell – che le raccontava come se fossero veramente accadute, ma secondo me in gran parte le inventava 🙂
La scena si colloca in uno di quei treni britannici di una volta, un po’ come quello dei Canards Chantants nel video che ho messo oggi: si accedeva ai posti per i passeggeri direttamente dai marciapiedi delle stazioni, non c’erano corridoi interni e dunque non era possibile lasciare uno scompartimento mentre il treno era in corsa.
Nel nostro scompartimento ogni posto è occupato, durante il viaggio si parla, si discute e ci si infervora, e uno dei passeggeri parla in modo eccessivamente colorito, lasciandosi andare a interiezioni blasfeme che infastidiscono l’unica signora presente. La quale a un certo punto ritiene che la misura sia colma e, indicando il crocifisso che pende da una catena sul panciotto dell’esagitato, gli dice:
«Dovreste moderare il vostro linguaggio, signor mio, se non altro per rispetto del simbolo che portate addosso!»
L’altro rimane per un attimo interdetto, poi indicando a sua volta il crocifisso risponde:
«Questo? Ah, ma questo non è quello che pensate voi: è uno degli altri due che gli sono morti appresso.»
Spero che questo aneddoto, benché raccontato da uno dei massimi pensatori del Novecento, non abbia urtato la tua sensibilità, nel qual caso ti chiedo scusa.
(Però è arguto, e molto british 🙂 )
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Assolutamente no. E’ simpatica come storiella.
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La preghiera non ha pareti.
I musulmani pregano ad orari fissi in qualsiasi posto essi si trovino, noi cristiani facciamo fatica a farlo, forse ci vergogniamo, forse preghiamo poco. Troppo poco. E si vede.
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Noi siamo vittime della Chiesa che si è imposta nei secoli come intermediario tra l’uomo e Dio. E non vuole mollare la presa.
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Continuiamo a identificare la Chiesa con le persone, il ché è scorretto.
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No io parlo proprio della Chiesa come istituzione. Ti dirò, da credente, che in questo periodo di quarantena, non mi è mancata neanche un po’, se non fosse per la Comunione, ma alla fine anche quella è simbolica.
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Sposo in pieno il tuo punto di vista, Raffa
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