Un viso particolarmente fotogenico, dai lineamenti morbidi e perfetti, incorniciato da splendidi capelli corvini, le permise di essere considerata da un sondaggio del 1944, tra le quattro donne più belle del mondo, insieme a Hedy Lamarr, Ingrid Bergman e Gene Tierney. Si affermò negli anni ’40 e ’50 in ruoli di femme fatale, sensuale e provocante, ma grazie all’aspetto vagamente latino, spesso ricoprì anche ruoli esotici. Dotata di una bellezza dolce e aggressiva insieme, interpretò donne spesso determinate e sicure di sé, ma seppe calarsi anche in ruoli romantici ed estremamente femminili.

Monetta Eloyse Darnell nasce a Dallas il 16 ottobre 1923, figlia di un impiegato delle poste e di una ballerina che cercò di realizzare le proprie ambizioni sulla figlia, spingendola fin da piccola verso il mondo dello spettacolo e costringendola a partecipare continuamente a concorsi di bellezza, nella speranza di arrivare a farsi conoscere. Cominciò a lavorare come indossatrice quando aveva soltanto undici anni, mentre a tredici entrò in una compagnia teatrale locale; due anni dopo, si recò a Hollywood per un provino, mentendo sull’età, probabilmente su consiglio della madre, ma fu scoperta e rimandata a casa. Tuttavia il produttore Darryl Zanuck rimase colpito dalla sua bellezza e la mise sotto contratto, dichiarando per lei l’età di 16 anni, e pretendendo che finisse gli studi fino al diploma. Il debutto vero e proprio avvenne nel 1939 in Hotel for women, quando Linda aveva effettivamente 16 anni, ma ne dichiarava 19 per poter lavorare.

Per tutti gli anni ’40 appare in film di successo, diventando in breve tra le star più acclamate del momento, e riesce a dare il meglio di sé sia nel dramma, come donna passionale e seducente, sia nel western, dove viene spesso utilizzata in ruoli da pellerossa o meticcia. Recita sempre al fianco di attori famosissimi, come Tyrone Power, con cui gira Il segno di Zorro (1940) e Sangue e arena (1941): in questo secondo film interpreta la moglie innamorata e sottomessa, che soccombe di fronte alla seducente e malvagia Rita Hayworth. Nel 1943, in Bernadette, compare non accreditata nel ruolo della Madonna.

Successivamente interpreta come comprimaria due film importanti, Accadde domani (1944), accanto a Dick Powell, e Buffalo Bill (1944), in cui è una nativa americana. Stanca dei ruoli di brava ragazza, la Darnell riscosse ampi consensi nel momento in cui finì sotto contratto con la United Artists per Temporale d’estate (1944), dove interpretava una passionale amante di nazionalità russa. Successivamente, la 20th Century-Fox le assegnò parti sempre più rilevanti. Raggiunge la piena maturità espressiva nella seconda metà del decennio in Sfida infernale (1946) di John Ford, in cui è la messicana Chihuahua, Ambra (1947) di Otto Preminger, film in costume di cui è protagonista assoluta, Infedelmente tua (1948) di Preston Sturges, accanto a Rex Harrison, e Lettera a tre mogli (1949) di Joseph L. Mankiewicz, che molti ritengono la sua migliore interpretazione in assoluto.

In queste quattro interpretazioni la Darnell riesce a far affiorare la sua multiforme espressività: con Ford disegna una donna innamorata e sottomessa, ma capace di lottare per il suo uomo, nel film di Preminger ritrae una donna dalla personalità determinata e controversa, per Sturges incarna una moglie leale e fedele, a dispetto dei sospetti del marito, e con Mankiewicz rivela lo spessore giusto per rappresentare l’ambiente borghese annoiato e rassegnato, nel personaggio della perfida Lora. A metà del 1948, ebbe una relazione sentimentale tormentata con Mankiewicz, il quale, tuttavia, non era disposto a lasciare la moglie per lei.

Sebbene lo chiamasse il “grande amore della sua vita”, Mankiewicz non ammise mai la relazione, che andò avanti segretamente per 6 anni; menzionò la Darnell nella sua biografia solo come una “ragazza meravigliosa con problemi personali terrificanti”. La storia d’amore con Mankiewicz influenzò negativamente la sua vita personale. Quando, alla fine del 1949, lui partì per le riprese in esterni di Eva contro Eva, la Darnell cadde in depressione e quasi arrivò a tentare il suicidio. Già dai primi anni ’50 la sua stella cominciò a tramontare, anche a causa di problemi di peso, cosa che Hollywood non perdonava.

Tuttavia girò ancora qualche titolo di rilievo tra cui Uomo bianco, tu vivrai!, diretta sempre da Mankiewicz, Il pirata Barbanera, di Raoul Walsh e Duello sulla Sierra Madre, accanto a Robert Mitchum. Nel 1957, cominciò a bere pesantemente e nel novembre del 1958 sprofondò nella depressione, ma poi entrò in riabilitazione, e si riprese per un po’. Sul finire degli anni ’50, quando le parti al cinema cominciarono a calare, si riciclò in televisione e in teatro, sempre con risultati mediocri. Nel 1954 era apparsa in due film italiani, diretti da Giuseppe Amato, di cui era diventata l’amante: Donne proibite, accanto a Lea Padovani e Valentina Cortese, nei panni di tre prostitute, e Gli ultimi cinque minuti, in cui è una donna bella e indipendente che fa innamorare alla follia il nostro Vittorio De Sica.

Una volta scaduto il contratto con la Fox, la Darnell si ritrovò alla deriva a Hollywood, senza più valide opportunità, tanto che a metà degli anni ’60, appariva nei nightclub come cantante, e accettava ruoli secondari in televisione. L’ultimo film che interpretò, il western Lo sperone nero, uscì postumo. Il 9 aprile 1965, la ragazza dal viso perfetto, come veniva spesso descritta negli ambienti del cinema, rimase intrappolata in un incendio, sviluppatosi per cause ignote. Sembra che invece di cercare di uscire, avesse tentato di mettere in salvo i figli della sua segretaria, che erano in casa con lei. Riportò ustioni sull’80% del corpo e morì dopo un giorno di agonia, a 41 anni.
Ebbe una vita sentimentale tormentata: tre matrimoni e tre divorzi in vent’anni, dal 1943 al 1963. Una sola figlia, adottata con il primo marito. E diverse relazioni extraconiugali, tra cui quella burrascosa con Mankiewicz, che sicuramente condizionò la sua vita e la sua carriera.

«Non avevo un grande talento e non mi interessava diventare una star del cinema in particolare, ma mia madre l’aveva sempre desiderato per sé, e immagino che abbia realizzato il suo sogno attraverso di me»
FONTI: Enciclopedia del cinema, Treccani – cinekolossal – IMDb
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Buongiorno 1 che tristezza
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Non è la prima stella del cinema che ha avuto una vita sfortunata e una fine ancora più triste.
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sarò vintage, ma questo tipo di bellezza femminile mi piace sempre di più rispetto ai canoni attuali
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Lo stesso penso io della bellezza maschile. Come si sia passati da Cary Grant a Fedez per me resta un mistero.
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da mirna loy alle attrici siliconate
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Esatto.
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Una vita tragica dietro ad un volto bello e giovane. Certo che fa un certo effetto immaginare una vita ed una carriera in declino quando si hanno solo 30 anni e pochissimi anni prima era considerata tra le più belle al mondo.
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A volte Hollywood brucia in fretta i talenti, poi allora si faceva presto, bastava qualche chilo in più o un bicchiere di troppo. Oggi ci sono le cliniche e i ritocchini…
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🎀 Non conosco sufficientemente questa attrice che pare aver vissuto un travaglio ricorrente senza “partorienza” ~ Il pensiero finale e’ molto significatico ~ Credo fosse una donna irrisolta, in quanto, forse, poco “centrata” in se’ ~ Chissa’.
Buona giornata Raffa!
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Di certo aveva dei problemi, forse fin dall’infanzia. Buona serata ormai!
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Bel viso
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Un bellissimo volto ma come spesso accade anche nel suo caso: bella e dannata. Buona serata cara Raffa 🪷
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Proprio così. Buona serata Giusy ✨
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Una vita davvero tormentata, mi dispiace molto!
Buona serata, Raffa
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E’ stata sfortunata. Buona serata, Valy
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Molto, che peccato.
Buonanotte, Raffa
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L’unico film che ho visto, tra quelli citati, è “Sangue e arena”, ma ricordavo solo la presenza di Rita Hayworth.
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Non è un caso, il film è fatto su misura per farla risaltare 😉
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💌 💓 💕
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porella che vita tormentata
cmq, vedendo la garland, è stata fortunata che le hanno permesso di finire la scuola; chissà se è riuscita a non farsi sfruttare
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Almeno non è finita intossicata. Aveva cominciato a bere ma per problemi sentimentali.
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Infumata non è meglio 😂
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