Shirley MacLaine, il fascino della semplicità

Lontanissima dalle sofisticate bellezze degli anni ’50, intelligente e spiritosa, con l’espressione deliziosamente ironica che cela un carattere esplosivo, si è affermata soprattutto come interprete brillante, rendendo con verve e grazia ruoli di donne in apparenza frivole, tenere e intimamente fragili, di un’ingenuità talvolta spiazzante. Il suo vero nome è Shirley MacLean Beaty ed è nata a Richmond (Virginia) il 24 aprile 1934. Curiosamente, prende il cognome della madre, come nome d’arte, ma modifica la grafia, e più o meno lo stesso farà il fratello minore Warren, anche lui attore, conosciuto col cognome paterno a cui raddoppia la consonante: Warren Beatty.

Da bambina, la madre la iscrive a una scuola di danza classica, che pratica per anni con passione. Col tempo, però, decide di non essere adatta al ballo classico, a causa della sua altezza, quindi si trasferisce a New York, dove cerca di diventare una ballerina per Broadway. Nel 1954 viene ingaggiata come sostituta di una ballerina infortunata, ed è notata dal produttore Hal Wallis, che le propone un contratto con la Paramount. L’anno seguente debutta al cinema con Alfred Hitchcock ne La congiura degli innocenti, ottenendo un immediato consenso di critica nel ruolo di una giovane donna sventata e imprevedibile che le rimarrà congeniale. Questa interpretazione le vale anche il Golden Globe. Recita quindi accanto a Jerry Lewis e Dean Martin nel travolgente Artisti e modelle (1955), in cui è perfetta nel sostenere il ritmo comico del film, e l’anno dopo ne Il giro del mondo in 80 giorni, nel ruolo della giovane vedova indiana che il protagonista salva dal rogo.

La congiura degli innocenti (1954)

Il successo pieno arriva con Qualcuno verrà (1959), un asciutto melodramma diretto da Vincente Minnelli nel quale la MacLaine, accanto a Frank Sinatra, offre una mirabile caratterizzazione, ricca di vivacità ma anche di sfumature malinconiche, di una prostituta esuberante e generosa. Con questo ruolo arriva anche la prima nomination agli Oscar. In seguito è la sprovveduta provinciale che cerca marito a Manhattan nella divertente commedia Tutte le ragazze lo sanno, accanto a David Niven, poi la proprietaria di un locale notturno in Can-Can (1960) di Walter Lang, tratto dal musical di Cole Porter. Nel 1960 affianca brillantemente uno straordinario Jack Lemmon nel capolavoro di Billy Wilder L’appartamento.

L’appartamento (1960)

Nella parte di Fran, la ragazza coinvolta in una dolorosa e deludente storia con un uomo sposato, e segretamente amata dal timido Bud, la MacLaine riesce a regalare al suo personaggio vivacità e freschezza, insieme a un senso di disperata solitudine. Nel 1961, dopo tanta commedia, ritorna al dramma e disegna con sensibilità, accanto a Audrey Hepburn, il ruolo di Martha nel film Quelle due di William Wyler, storia di un amore lesbico tenuto segreto, mentre nel 1963 si ritrova di nuovo con Lemmon e Wilder nella deliziosa commedia Irma la dolce, in cui interpreta brillantemente la parte di una tenera e ingenua prostituta.

Quelle due (1961)

Un ruolo di prostituta, sensibile e romantica, le tocca ancora una volta nel musical Sweet Charity ‒ Una ragazza che voleva essere amata, di Bob Fosse, del 1969. A partire dagli anni ‘70 cominciò a impegnarsi in altri ambiti, partecipando alla campagna elettorale per i democratici, sostenendo i movimenti femministi, dedicandosi ai viaggi, allo studio delle filosofie orientali e alla scrittura di libri a carattere autobiografico (sette i volumi pubblicati tra il 1975 e il 1995). Tra il 1973 e il 1975 firmò, produsse e diresse (assieme a Claudia Weill) L’altra metà del cielo, un lungometraggio sulla Cina, che aveva visitato in un suo viaggio, e nel 1976, tornò al teatro, dove avrebbe continuato a esibirsi in spettacoli di danza, canto e intrattenimento.

Sweet Charity (1969)

Sebbene ridotta, la sua presenza nel cinema è proseguita nel tempo: ha offerto prove eccellenti duettando con Anne Bancroft in Due vite, una svolta (1977) di Herbert Ross, impersonando la sofisticata moglie di un miliardario malato, nel delicato Oltre il giardino (1979) di Hal Ashby, e soprattutto nel ruolo di Aurora, madre egocentrica e iperprotettiva, in continuo e affettuoso conflitto con la figlia, in Voglia di tenerezza, che nel 1984 le porta finalmente il premio Oscar, da lei stessa definito “meritato”, dopo ben sei nomination.

Voglia di tenerezza (1984)

Negli anni della piena maturità ha utilizzato ancora le sue abilità interpretative per caratterizzare la spregiudicata insegnante di pianoforte in Madame Sousatzka (1988), la donna del profondo Sud americano in Fiori d’acciaio (1989), e l’ex star alcolizzata in Cartoline dall’inferno (1990). Torna alla commedia brillante nel 1994 con Cara, insopportabile Tess, un film quasi esclusivamente basato sui dialoghi, in cui sfoggia la propria vena sarcastica. Con la maturità cerca ruoli di temperamento, spesso donne impulsive dalla lingua affilata, frustrate e portate all’esagerazione. Ma la sua sensibilità di artista riesce ad evitare il cliché, rendendo le sue protagoniste verosimili e molto umane.

Madame Sousatzka (1988)

Nel nuovo millennio è ancora sullo schermo, e non solo in ruoli di contorno: nel 2005 compare in Vita da strega, accanto a Nicole Kidman, e in Vizi di famiglia, dove interpreta la nonna di Jennifer Aniston. Sempre il ruolo della nonna, giovanile e saggia, le tocca nella commedia In her shoes – Se fossi in lei (2006), come pure in Appuntamento con l’amore (2010), dove è un’anziana moglie che si trova a confessare al marito un vecchio tradimento. Nel 2014 torna protagonista assoluta con Elsa e Fred, film drammatico sentimentale accanto a Christopher Plummer, mentre nel 2017, in Adorabile nemica riprende un ruolo brillante e splendidamente autoreferenziale.

Shirley con la figlia Sachi

È stata sposata dal 1954 al 1982 con il produttore Steve Parker, da cui nel 1956 ha avuto una figlia, Stephanie Sachiko Parker, nota come Sachi Parker, anch’essa attrice.

«Ho fatto così tanti film in cui interpretavo una prostituta, che ora non mi pagano più in maniera regolare. Li lasciano sul comodino»

FONTI: Enciclopedia del cinema, Treccani – movieplayer.it

Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

25 pensieri riguardo “Shirley MacLaine, il fascino della semplicità”

  1. Ho visto un paio di più recenti film da lei interpretati, gli altri antecedenti credo di non averli mai visti e se anche fosse non li ricordo affatto. Bella la sua ultima affermazione inerente più che mai ai ruoli da lei interpretati. Buon proseguimento di giornata cara Raffa 💐

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