No, il suo nome completo era Thomas Sean Connery.
Nasce a Edimburgo il 25 agosto 1930. Lasciati gli studi a tredici anni per contribuire a mitigare le precarie condizioni economiche della sua famiglia, fece vari mestieri e, nel rimpianto di aver dovuto abbandonare la scuola, continuò da solo a coltivare la propria formazione, frequentando nel tempo libero le biblioteche pubbliche. La sua scoperta del mondo dello spettacolo avviene a Londra, al ritorno dai due anni trascorsi nella Royal Navy.

Grazie al suo fisico prestante, venne scelto come modello sia in servizi pubblicitari sia nelle scuole d’arte e, dopo esser giunto tra i finalisti nel concorso per mister Universo, nel 1950, fu ingaggiato nel 1953 nella compagnia della commedia musicale South Pacific, diretta da Robert Henderson. L’incontro con Henderson, fu una tappa importante per la sua maturazione culturale: l’attore lo aiutò a sistemare il suo disordine da autodidatta, consigliandolo nelle letture e stimolando in lui una vera passione per i libri che si trasformerà in futuro nel collezionismo di libri antichi e rari. Impegnatosi nel teatro drammatico in piccole compagnie inglesi, Connery in questi anni ottenne delle parti in televisione e apparve in alcuni film minori.

Dopo esser stato comprimario in Darby O’Gill e il re dei folletti, del 1959, girato per la Disney, e prima dell’apparizione ne Il giorno più lungo, del 1962, aveva avuto l’occasione per dimostrare la sua presenza scenica e il suo stile interpretativo nel 1961 con il ruolo di Vrònskij nella trasposizione televisiva per la BBC di Anna Karenina. Nel 1962 esplose il successo di 007. Scelto personalmente da Young e dai produttori Harry Saltzman e Albert R. Broccoli, Connery ha legato indissolubilmente il suo nome e le sue caratteristiche fisiche al primo, mitico, James Bond.

In realtà l’attore scozzese non ha mai amato interpretare l’agente segreto al servizio di Sua Maestà, e nella sua vita professionale ha sempre tentato di staccarsi dal mito di Bond, da lui non amato per l’eccessiva freddezza del personaggio. Dopo sei film, nel 1971 abbandona la saga di Bond, reinterpretandolo poi nel 1983 per infondergli caratteri più umani e crepuscolari. La popolarità dovuta a quel personaggio aveva oscurato le sue qualità drammatiche e la varietà delle sue interpretazioni. Fuori da ogni tendenza al divismo, Connery si era rivelato fin dai primi film un attore di notevole espressività, e si era anche cimentato in teatro con i personaggi shakespeariani, pirandelliani, dei tragici greci e dei classici della letteratura russa.

Alla ricerca di personaggi inquieti e spesso perdenti, ha raggiunto una raffinata maturità artistica interpretando film diretti da grandi registi: da Alfred Hitchcock a John Huston, da Sidney Lumet a Fred Zinnemann. Tra gli altri vanno ricordati La donna di paglia, del 1964, accanto a Gina Lollobrigida, Marnie, dello stesso anno, per la regia di Hitchcock, e La collina del disonore, nel 1965, di Lumet, che sarà il regista di molti altri suoi film fino al 1989. Essersi allontanato dal personaggio di 007 lo ha spinto verso orizzonti più ampi: verso la fantascienza, in Zardoz, del 1974, o nel ruolo leggendario di Robin Hood ben disegnato da Richard Lester, nel 1976, in Robin and Marian, accanto a Audrey Hepburn.

Sempre Lumet lo include nel ricercato cast del suo Assassinio sull’Orient Express. Privilegiando da un certo momento in poi personaggi malinconici e riflessivi, come ne Il nome della rosa, di Jean-Jacques Annaud o in Scoprendo Forrester, di Gus Van Sant, Connery ha raggiunto interpretazioni di grandissimo pregio, come nell’ultimo film di Zinnemann, Cinque giorni, un’estate, dove ha il ruolo di un uomo anziano amante della nipote, e nel film di De Palma, Gli intoccabili, nel ruolo del poliziotto irlandese che trova la morte nella lotta contro Al Capone, ruolo che gli vale l’unico Oscar della sua carriera.

Nella ricca filmografia di Connery, al di là del valore di ogni singolo film, sono da ricordare le sue interpretazioni ne L’uomo che volle farsi re, di John Huston, del 1975, Il vento e il leone di John Milius, sempre dello stesso anno, e poi negli anni ‘80 in Highlander – L’ultimo immortale, del 1986, Indiana Jones e l’ultima crociata, del 1989, di Steven Spielberg e il cameo in Robin Hood – Principe dei ladri, del 1991, accanto a Kevin Costner.

Negli anni ‘90, più che famoso e ancora alla guida di classifiche come ‘sex symbol’, nonostante avesse superato i sessant’anni, si è riappropriato a suo modo dei film d’azione e, unico tra gli attori della sua generazione, ha potuto cimentarsi ancora in parti di forte fisicità: in Sol Levante, del 1993, Il primo cavaliere, del 1995, The rock, del 1996, e in Entrapment, del 1999, accanto a Catherine Zeta-Jones. L’ultimo film è La leggenda degli uomini straordinari, nel 2003.

La cataratta gli offusca la vista, rendendogli difficilissimo il suo mestiere. Trasferitosi a vivere fra la Spagna e le Bahamas con la moglie, rifiuta il ruolo di Gandalf nella trilogia del Signore degli Anelli, così come rinuncia al ruolo dell’Architetto negli ultimi due capitoli di Matrix e quello di Re Filippo di Macedonia in Alexander. Nel 2006 dà l’estremo saluto al cinema, annunciando il suo ritiro ufficiale.

Per l’importanza che ha rivestito sul piano internazionale nel campo cinematografico e socioculturale, nel 2000 gli è stato conferito dalla regina Elisabetta II il titolo di Sir.
Dopo aver divorziato dalla prima moglie, Diane Cilento, che gli aveva dato il suo unico figlio, Jason, Connery sposa, nel 1975, Micheline Roquebrune, che gli rimarrà accanto fino alla morte.
Il 31 ottobre 2020, all’età di 90 anni, ci lascia, spegnendosi nel sonno, dopo una lunga malattia.

«Ho sempre odiato quel dannato James Bond! Non sopportavo la sua capacità di risolvere sempre ogni situazione e di cavarsela brillantemente. Lo avrei ucciso volentieri. »
FONTI: Enciclopedia del cinema, Treccani – MYmovies
Buon giorno 2 Amore e odio
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Capita a molti di stancarsi. Anche Zingaretti si era stufato di Montalbano, pensare che in altri ruoli non è granché.
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Mi è sempre piaciuto moltissimo e secondo me ne Gli Intoccabili era favoloso! Brava Raffa
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Uno dei suoi ruoli migliori, sicuramente.
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Si penso di sì
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Un gran bel tipo, non c’è che dire.
Alcune sue affermazioni sulle donne non è che siano state un granché, ma mi piace pensare che fossero state estrapolate dal contesto e non rispecchiassero esattamente il suo pensiero.
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Eh, le ho lette anch’io. Più che altro penso che fossero il frutto di una mentalità per fortuna ormai superata, ma che, purtroppo, apparteneva alla sua generazione.
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La penso allo stesso modo. Medioevo culturale, anche ai nostri giorni.
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ho visto parecchi suoi film
mai amato come attore in se, non mi dispiace nei film
da (molto) giovane cmq era molto figo eh
dovevi parlare anche dei suoi celebri rifiuti, che lo hanno portato a scegliere La leggenda degli uomini straordinari 🤣
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Non sempre le scelte che si fanno solo le migliori. Si sarà mangiato le mani un paio di volte…
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Grande attore e il film “Il suo nome è Bond” direi eccezionale!!!
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🙂
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