“E’ la storia di uno scrittore che ha scritto un libro, e della nullità che glielo ha rubato”. Questa frase, pronunciata in uno dei momenti cruciali del film, ne riassume e ne condensa la trama. In realtà c’è molto di più: tre storie che si intrecciano drammaticamente tra realtà e finzione letteraria, tra passato e presente, tra speranze perdute e aspettative deluse.
Dennis Quaid è il personaggio principale del film, il primo che compare e quello che conclude la storia: uno scrittore di successo, affermato e sicuro di sé, che dà lettura del suo ultimo romanzo davanti ad un pubblico adorante.
E qui comincia la storia del libro, narrata in prima persona dallo scrittore stesso, la storia di Rory e del vecchio. E’ il primo, lungo flashback.
Bradley Cooper è Rory, protagonista del libro, un giovane scrittore in cerca di successo che si vede chiudere in faccia tutte le porte, e quando ormai dispera di poter riuscire, trova per caso un vecchio manoscritto dimenticato in una borsa su un treno. Incuriosito lo legge e ne rimane folgorato, non solo perché è bellissimo, ma soprattutto perché capisce che non avrebbe mai potuto scrivere qualcosa di così bello. Decide di pubblicarlo col suo nome ed ha un successo strepitoso. Ma proprio quando le cose sembrano andare bene, piomba nella sua vita il vecchio. Jeremy Irons è l’anziano autore del manoscritto smarrito, che si fa avanti con Rory, non per rivendicare la paternità del libro, ma per raccontargli di come quel romanzo fosse in realtà la storia della sua vita. Comincia così il secondo flashback.
E qui si inserisce la storia del libro di Rory, che è poi la storia del vecchio e di sua moglie, allora giovani, del loro amore fulminante e del dolore per la morte della figlioletta, che aveva annientato entrambi. E’ la storia di come quel manoscritto, smarrito per distrazione dalla moglie, li avesse irrimediabilmente divisi, e di come, dopo quella perdita, lui non fosse più stato in grado di scrivere altro.
Quando Rory si rende conto di ciò che ha fatto, sia pure senza esserne consapevole, vorrebbe rimediare e fare la cosa giusta, ma il vecchio gli dice che ormai è troppo tardi. Così Rory comprende che il prezzo da pagare per il suo immeritato successo è la consapevolezza di non averlo conquistato, e la condanna sarà la necessità di andare avanti convivendo con questo segreto e con la cognizione di tutta la sofferenza che la sua scelta ha provocato.
A questo punto la lettura del libro si ferma, e Dennis Quaid torna protagonista del film, in un finale a sorpresa ma non del tutto imprevedibile, in cui realtà e finzione si fondono indissolubilmente.
Quattro grandi interpreti, considerando anche Ben Barnes che impersona il vecchio da giovane, quattro protagonisti che si alternano tra passato e presente, ognuno portatore della sua verità e delle sue colpe, fondendo verità e fantasia in un gioco di matrioske che si aprono davanti allo spettatore, svelando via via il loro doloroso contenuto.
Intorno a loro ruotano i pochi personaggi femminili, che sembrano essere marginali nella storia, ma che alla fine sono in qualche modo determinanti: è la moglie di Rory, interpretata da Zoe Saldana, che gli regala la vecchia borsa in cui lui trova il manoscritto, ed è la moglie del giovane scrittore che dimentica la borsa sul treno e smarrisce il manoscritto. Sarà ancora una donna, Olivia Wilde, che cerca di intervistare l’autore del libro, a dare al film la sua conclusione.
Insieme danno vita ad un film intenso, amaro e spiazzante, appassionante come un romanzo e vero come la vita.
Complimenti a Alessandro Gianesini, Austin Dove, Irene (La Gnoma) e endorsum.
Sì, l’ho indovinato solo perché praticamente ho pregato in ginocchio di darmi altri aiuti! 🤣
Comunque bella trama e ottimo cast! 🙂
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Te lo sei guadagnato!
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😘
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😊
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Buon giorno 2
Questo lo guardo.
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E fai bene perché è molto bello.
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visto! 😀
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Adoro le storie di libri e scrittori, e quelle con giochi letterari a reggere la trama, quindi il film mi è molto piaciuto 😉
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Anche a me, non so se intuisce dalla recensione…😃
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Quando vedo certi filmacci moderni, con attoroni buttati via in ruoli stupidi, a ripetere banalità scontate… Possibile sia tanto difficile ripetere l’operazione di “The Word”? Un film onesto, con una buona sceneggiatura e attori che bucano lo schermo: è chiedere troppo???
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A quanto pare sì.
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