Cultura ed educazione

Ogni tanto lo sapete che ci casco. Mi stufo di scrivere di cinema, e mi metto a scrivere di altre cose, che non c’entrano nulla con i film, ma riguardano la vita reale. O meglio la vita virtuale, qui sul blog, ma io sono un tipo strano, sono convinta che anche sul blog si debbano rispettare le regole base del vivere civile.

In questi giorni ho assistito a un brutto episodio di aggressione verbale, doppiamente grave, a mio avviso, perché del tutto infondato nelle motivazioni e assolutamente inadeguato nelle modalità. Senza scendere nei particolari o fare nomi, un blogger è stato offeso pesantemente per aver scritto qualcosa che evidentemente non è piaciuto a qualcuno, e quest’ultimo si è sentito in diritto di attaccarlo con epiteti davvero sproporzionati e triviali.

Mi è tornato in mente un post che ho letto tempo fa, di cui non ricordo l’autore (spero mi perdonerà), il cui contenuto mi era sembrato sostanzialmente giusto, anche se con qualche piccola variazione. Nel post in questione il blogger elencava brevemente le regole a cui dovevano attenersi i suoi lettori, regole che in poche parole potrebbero essere così riassunte: il blog è mio, ed è espressione dei miei pensieri e delle mie opinioni, perciò tu che leggi, sei ospite in casa mia e devi comportarti di conseguenza. Se ti piace quello che scrivo, puoi mettere il like o non metterlo, come preferisci; se non ti piace o non sei d’accordo, non sei costretto a commentare e a criticare quello che ho scritto. Semplicemente tiri dritto, e vai a leggere un altro blog che ti piaccia di più. Questo più o meno, se non ricordo male, il contenuto del post, e in parte mi sento di condividerlo. E cerco anche di metterlo in pratica quando giro per i vari blog: spesso devo mordermi la lingua, anzi le dita, per non rispondere a certi discorsi che per me non stanno né in cielo né in terra, che offendono la mia fede, le mie convinzioni, le mie scelte di vita o il mio essere donna, ma poi mi ricordo che sono ospite in casa d’altri, e me ne sto zitta, tiro dritto e cambio blog. A volte è difficile, lo ammetto, soprattutto perché sono un’impulsiva, e qualcuno di voi ne ha fatto le spese, ma se mi è successo di trascendere, ho sempre chiesto scusa. E mai, mai ho scritto le parole che mi è capitato di leggere in questi giorni.

Come padrona di casa, invece, applico una regola leggermente diversa, e aggiungo una piccola variante, secondo il mio modo di vedere. Penso che se si apre un blog, e si decide quindi di “pubblicare”, cioè di rendere pubblico, il proprio pensiero, si dovrebbe anche essere aperti al confronto e ad una eventuale critica da parte di chi la pensa in modo diverso. Il confronto ovviamente dovrebbe però rimanere sempre su un terreno di rispetto reciproco, senza trascendere nell’offesa o addirittura nell’aggressione verbale. Ovvero: se proprio vuoi esprimere il tuo dissenso, ne possiamo parlare, ma senza bisogno di offendere. Se io scrivo che la Terra è piatta, e tu non sei d’accordo, vieni qui, porti le tue ragioni e ne discutiamo. Ma non hai diritto di chiamarmi str****.

In questo momento penso a un parlamentare italiano, frequentatore di salotti televisivi, un personaggio estremamente colto, che nasce come critico d’arte, e che adoro quando parla di pittura, letteratura o filosofia; starei ad ascoltarlo per ore, senza timore di annoiarmi. Ma quando inizia a dare in escandescenze, a voler prevaricare l’interlocutore alzando il tono della voce, a tirar fuori le capre e i cavoli, tutta la sua cultura sparisce, e si inorridisce di fronte alla sua maleducazione. Potrebbe avere anche tre lauree, ma in quel momento, come persona, vale meno della spazzatura buttata nei cassonetti dell’indifferenziata, quella che inquina e non si può neppure riciclare. Ogni parola che esce dalla sua bocca va a demerito suo, non certo della persona oggetto di tanta rabbia.

La cultura può fare di te un professore, ma è l’educazione che fa di te un uomo per bene e la sensibilità ti rende un essere umano.

Questa è la mia opinione, e se qualcuno non è d’accordo può scriverlo nei commenti, e ne parleremo con calma. Io torno solo alle 11, e dopo quell’ora qualunque offesa o parolaccia sarà immediatamente cancellata. Dopo tutto, sono a casa mia.


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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

57 pensieri riguardo “Cultura ed educazione”

    1. Non saprei, ma voglio sperare che nella vita di tutti i giorni si comportino in un altro modo. Forse è la protezione dello schermo che li rende peggiori, o l’anonimato. Ma in questo caso le offese non erano neppure anonime…

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  1. Sono pienamente d’accordo sul fatto che a casa mia scrivo quello che voglio (anche se, secondo me, pure qui ci sono dei limiti, per esempio avere il buonsenso di non ledere la libertà altrui).
    Sono anche d’accordo sul fatto che si può discutere, di fronte a una divergenza di pensiero, anzi, ben venga!
    In generale, non mi piace chi si scaglia contro gli altri, implicitamente ostentando la propria superiorità, saccenza e arroganza.
    Capra, capra, capra! 😜

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      1. Forse essere offensivi non dipende dal grado di istruzione o di acculturazione… secondo me c’entra anche l’empatia, perché se chi offende ne avesse, si ridimensionerebbe. È pur vero che si può essere accecati dalla rabbia, in alcuni momenti (non che sia una giustificazione, anche perché dietro la tastiera si ha il tempo di riflettere di più prima di sparare).

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        1. Sì, certamente c’entra anche l’empatia, per quanto sono convinta che chi offende lo fa proprio per colpire, per far male, a volte scegliendo le parole peggiori, che possono fare più danno.

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  2. Nel mio blog ho ospitato anche dissensi, mi sono anche un po’ “arrabbiato”, ma ho tenuto tutto entro i canoni del rispetto.
    Se uno non rispetta, semplice: viene “bannato”.

    Sgarbi è un critico d’arte meraviglioso, ma quando gli “salta la scimmia” è insopportabile. Ed avviene spesso.

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        1. Sì, indubbiamente ha un fare molto estremo però Personalmente amo molto gli “estremi”, hanno un fuoco sempre vivo! li preferisco a quelli che tengono sempre Un distacco ghiacciato.

          Quando si incontrano personaggi del genere, si può decidere di volergli bene così per come sono perdonandogli gli “inestetismi” morali perché gli si riconosce comunque una grandezza.

          Sgarbi è una persona molto colta e, a dispetto di quanto dicano, decisamente sensibile (altrimenti non potrebbe parlare d’arte nella maniera in cui fa).
          Anche lui è un artista modo suo.

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  3. Il blog è come nella vita si incontra di tutto.
    Ho imparato a stare lontano da certi blog.
    Io ci rimango male se chi mi offende è qualcuno a cui tengo.
    Per il resto se mi offendono rendo l’offesa.
    Su Sgarbi se avesse fatto il critico d’arte ed è bravissimo, nessuno saprebbe chi è, lui ha capito che in tv paga la rissa, ed è diventato famoso grazie a questo. Essendo anche un grande sofista, cazzaro dalle mie parti, ha sfruttato questa dote per raggiungere la notorietà.

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  4. Concordo… alla fine tutto si riduce in una unica parola: “RISPETTO” che per i meno esperti di questo termine semplifico: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!
    L’ho dico sempre e lo ripeto fino alla nausea…
    Comunque, è vero che i blog sono un po’ una nostra piccola casa e pretendiamo rispetto. Però dai, è come nella vita, come in ogni cosa: io sono aperta al confronto e sono aperta anche alle critiche se costruttive e motivate… per le cattiverie gratuite e inutili invece, ho una un totale rifiuto!
    Adoro il “mondo blog” perché qui frequento brave persone… fortunatamente di “cattivi” non me ne sono ancora capitati ❤

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    1. A me personalmente ancora no, a parte qualche dissenso, ma ci sta, fa parte di un confronto costruttivo. Quello che ho letto, invece, e che non era diretto a me, mi ha davvero deluso, anche perché non veniva da un ragazzino, ma da un adulto istruito.

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  5. Riverenze e applausi per te.

    La critica è oro ma solo se costruttiva.
    Tra l’altro, la cosa peggiore è, quando vengono a mancare le argomentazioni il passaggio diretto all’insulto della persona o delle sue capacità intellettive.

    Condanna l’errore non l’errante. Eventualmente.
    pensiero opposto

    Esiste il Sacro diritto di opposizione pur sempre nei limiti del rispetto e dell’educazione dell’altrui posizione. Soprattutto, è possibile seguire un blog che magari espone idee contrarie alle proprie e commentare soltanto quei post che ci sono più affini senza necessariamente andare a battibeccare ove non siamo capaci a mantenere il confronto a un livello civile.

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      1. Purtroppo, c’è da capire che il 90% delle persone non discute per confrontarsi Ma per avere ragione.

        ciò si intuisce immediatamente dal tono con il quale ci si pone all’interno della conversazione

        più il tono è aggressivo (o anche passivo-aggressivo) più il confronto è destinato a diventare fallimentare, perciò da evitare.

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  6. personalmente non ho simpatia per quei blogger che sul loro sito mettono le regolette di comportamento che spesso hanno un che di minaccioso (se sgarri ti cancello) e sembrano un invito al lettore di esprimersi solo se è d’accordo con quanto ha appena letto. Esprimere il dissenso è forse più utile del plauso, naturalmente il tutto deve avvenire con educazione.
    ml

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  7. Sento di condividere le tue riflessioni. Certo, un blog o un profilo su qualsiasi social, è la casa di chi scrive, ma è pubblico, si sa che qualcuno leggerà, anzi l’intento è proprio quello, altrimenti tanto varrebbe avere un diario segreto. Quindi non deve mai mancare il senso di responsabilità di quello che si dice e le ripercussioni che potrebbe avere. Ne sono l’esempio, pessimo, un certo tipo di giornalismo che ormai dilaga. Quindi si accolgono e si confrontano le opinioni, che devono essere assolutamente argomentate con educazione. Sull’argomento è interessante leggere il “manifesto delle comunicazione non ostile” dell’associazione Parole o_Stili. A me è successo di essere attaccata perché avevo commentato un altro commento ad un post di un blog. Non c’era stato nessun tono aggressivo, ma chi mi aveva risposto aveva girato il confronto in una sorta di gara. A distanza di tempo mi sono ritrovata di nuovo la stessa persona in un commento, e comunque l’atteggiamento non era cambiato. A quel punto ho preferito chiudere ancora il discorso, non mi interessa confrontarmi con chi non si mette in discussione. Penso che la proprietaria della “casa” avrebbe dovuto intervenire con parole più ferme e non come se fosse il bisticcio di due ragazzini. D’altro canto io non lo sono più da un bel po’ di tempo. Questi tempi hanno accentuato un po’ ovunque I toni, troppo. Sarebbe interessante per tutti approfondire la conoscenza dei: bias di conferma. Ne siamo tutti soggetti, anche chi si fa forte di certi titoli di studio.

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    1. Io ho notato che molto spesso manca proprio il rispetto di base. Nel caso in esame, non sono scesa nei particolari perché non volevo dargli ulteriore pubblicità, ma si è arrivati a livelli davvero bassi di turpiloquio, inaccettabile pure se si fosse trattato di un ragazzino. Per il resto, penso che se uno non è aperto al confronto e non è disposto ad accettare critiche, dovrebbe chiudere i commenti, visto che c’è la possibilità di farlo. Ma allora non ha più senso aprire un blog.

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  8. Chiaro di chi stai parlando. Sono per il resto d’accordo con te, ben vengano le discussioni, anche accese, purchè non si trascenda nell’esagerazione. Per fortuna i miei contatti non si abbasserebbero mai a scrivere certe espressioni violente e irripetibili. Ma può capitare il momento difficile

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  9. Concordo e sottoscrivo.
    Anch’io sono aperta al dialogo ma non tollero le offese personali. Ho sempre vissuto i social come vivo la vita reale. Ecco perchè più di una volta la dimensione virtuale mi ha fatto venire la nausea.

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    1. A volte purtroppo mi è capitato di mettere commenti frettolosi, magari perché ero in ritardo e andavo di fretta, e sono stati fraintesi. Dopo mi dispiace, però non è che posso sempre spiegare con i disegnini quello che voglio dire… Ho imparato che il commento è un’arma a doppio taglio, e l’ironia va sempre sottolineata con faccine, se no ti prendono sul serio.

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