Vi propongo oggi una nuova rubrica che rientra tra le curiosità e spero possa interessarvi.
Girovagando nel web, mi è venuto in mente di cercare dove hanno fatto i primi passi molti di quelli che oggi conosciamo come grandi attori. Come in tutti i lavori, anche nel cinema si fa la gavetta: a volte all’inizio si appare in piccoli ruoli o addirittura come comparse, senza neppure essere citati nei titoli di coda; altre volte, invece, si debutta in film minori, che quasi nessuno ricorda e che gli attori stessi preferirebbero far dimenticare.

Forse non tutti sanno, ad esempio, che il nostro Giancarlo Giannini, oggi attore di fama mondiale, doppiatore e regista pluripremiato, ha iniziato la carriera con un musicarello, ovvero uno di quei film italiani degli anni ’60 che avevano come protagonisti cantanti allora famosi, e includevano nella trama molte delle loro canzoni dell’epoca. Il film in questione, di sicuro non una pietra miliare della cinematografia, è Rita la zanzara, diretto da Lina Wertmuller (sotto falso nome), in cui Giannini è comunque in buona compagnia: a parte Rita Pavone, la protagonista, compaiono attori come Turi Ferro, Bice Valori, Peppino De Filippo, Nino Taranto e Gino Bramieri. Eppure c’è stato un periodo in cui l’attore aveva rinnegato questi inizi, che forse riteneva troppo umili, e non ne parlava volentieri, anzi, se poteva, non ne parlava affatto.

Oggi però non volevo parlare di Giannini, ma di una attore e regista irlandese che stimo e seguo da sempre: Kenneth Branagh. Dopo gli inizi a teatro sotto la direzione di Laurence Olivier, la prima volta sul grande schermo arriva per lui con il film Momenti di gloria, ma il povero Kenneth non è neppure accreditato nei titoli di coda, perché è soltanto una comparsa, come si può vedere nella foto qui sopra, dove l’attore è evidenziato dal cerchio giallo. Era il 1981, ma già sei anni dopo diventa protagonista, insieme a un altro collega che sarebbe poi diventato famoso, di un film che non è tuttavia passato alla storia.

Siamo nel 1987, il film si intitola Un mese in campagna e se qualcuno l’ha visto e vuole parlarne nei commenti è il benvenuto. Nella foto sono ben riconoscibili Branagh e Colin Firth, che interpretano due reduci della prima guerra mondiale. Il film è stato presentato al festival di Cannes, ma evidentemente non ha lasciato traccia. Solo due anni dopo, Kenneth Branagh inizierà la sua ascesa nel firmamento hollywoodiano interpretando e dirigendo Enrico V, la prima delle sue trasposizioni shakespeariane. E il resto è storia.
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Per me Kenneth Branagh rimarrà per sempre nella mente come Enrico V nel discorso prima della battaglia nel giorno dei Santi Crispino e Crispiano. Ogni volta mi emoziona.
Buona giornata e complimenti per la rubrica interessantissima. Brava Raffa👏🥰
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E’ uno dei suoi personaggi più emozionanti e forse più riusciti. Grazie del passaggio e dell’apprezzamento. Buona giornata 🤗
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Colin Firth per me quasi irriconoscibile
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Con i baffi, poi…
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baffetti da sparviero
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Buongiorno 1 Intanto Rita la zanzara è un classico del cinema italiano e ancora passa d’estate nelle reti RAI.
Un mese in campagna, sono andato a vedere per curiosità Non sembra malaccio
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Non ho detto che sia brutto, magari è un capolavoro, ma non è famoso. Quanto a Rita la zanzara, pure la Wertmuller si è firmata con un altro nome…
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Perché non sapeva di aver girato un capolavoro
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molto originale la tua rubrica…
grazie per la semplice bellezza con cui diffondi la tua passione per il cinema…
buona giornata Raffa! 🥰🤗🦋
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Che gentile che sei! Grazie per il bel complimento e per il passaggio. Buona giornata❣️
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Ma bello Raffa mi piace
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Grazie, Paola, sono contenta che sia gradito. Buona giornata!
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Sì
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Kenneth Branagh e Colin Firth! Fantastici anche da giovanissimi!
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Intanto, complimenti per la rubrica ^_^
Visto che hai espressamente invitato a commentare chi abbia visto il film citato, cercherò di non approfittare e di contenermi 😛
Scoperto con “Enrico V”, visto su Tele+1, e impazzito per lui grazie all’arrivo a stretto giro de “L’altro delitto” (1991, sono l’unico al mondo ad averlo amato!), “Gli amici di Peter” (1992) e “Molto rumore per nulla” (1993), quel 1994 del suo Frankenstein io ero violentemente impazzito per King Ken, e in mancanza di Internet era difficile recuperare informazioni sui suoi film precedenti, visto che era un autore praticamente ignoto in Italia prima di quella data. Non so più come scoprii quel titolo “Un mese in campagna”, credo lo trovai in VHS (Domovideo) o forse lo beccai in TV in qualche palinsesto notturno, non ricordo. Di sicuro non è stato facile pizzicarlo, ma io ero tenace: beccai anche il suo “Alta stagione” (1987) sulla RAI di mattina!
“Un mese in campagna”, per dare un’idea, appartiene a quel genere “Camera con vista” (1985) che di lì a poco avrebbe avuto molto successo, da “Monteriano” (1991) a “Casa Howard” (1992), cioè grandi attori britannici calati in film bucolico-drammatici ambientati a cavallo tra Otto e Novecento.
Il giovane Colin Firth è bravissimo ad interpretare un reduce della Prima guerra mondiale che ora fa il restauratore, assunto dal parroco di un paesino di campagna per restaurare un Giudizio universale: da lì c’è terreno fertile per chi ha visto l’inferno giudicare i paesani. («Avete sfamato gli affamati? Avete mai rivestito gli ignudi? E per me… cosa avete fatto?» cito a memoria dopo trent’anni!). Fra i vari personaggi che il protagonista incontra c’è Kenneth Branagh, che interpreta un altro reduce come lui, anche lui traumatizzato dalla guerra anche se cerca di dimenticarlo. Ken ha solo una manciata di minuti ma il suo monologo sul soldato tornato civile è spettacolare.
Conservo gelosamente il romanzo originale di James Lloyd Carr, edito da Fazi Editore nel 2005 e trovato magicamente in un mercatino dell’usato: a mia memoria film e libro sono praticamente identici, solo che la rigogliosa campagna britannica è mille volte più bella in video 😛
Per dovere di cronaca va citato il fatto che una scuola di pensiero vuole il protagonista omosessuale, ad aggiungere quindi un problema in più al suo difficile reinserimento nella società, ma la cosa nella vicenda non solo non è mai citata ma neanche ha alcun peso. Anzi, onestamente sarebbe una riduzione di portata del messaggio: la storia è universale e parla di chiunque si senta escluso dai propri simili. Stesso dicasi per il molto simile e coetaneo “La luna spezzata” (1988): se vogliamo possiamo vedere nel reduce Michael Biehn e nel suo tuttofare Patrick Dempsey una sorta di amore non detto (e sicuramente i due attori sono così belli che il pensiero ci va), ma di nuovo mi piace vederle come storie universali, non per forza legate all’identità sessuale, e soprattutto calate in una natura splendida.
Avevo promesso di contenermi ma non ce l’ho fatta: è un film che porto ancora nel cuore 😉
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Adesso mi hai messo la voglia di recuperarlo… Avevo intuito cercando in giro che doveva essere qualcosa di melodrammatico all’inglese, ho visto che c’era anche la Richardson, ma proprio non l’avevo mai sentito. Spero di trovarlo. Grazie!
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Cara Raffa, questa tua idea è fantastica!!
Mi complimento all’infinito per la qualità, la costanza, la varietà, l’attenzione per tutto ciò che scrivi riguardo al cinema ( o alla cinematografia, come forse è più corretto dire).
Per me sei un pozzo di conoscenza riguardo a quest’arte che adoro.
Il film “un mese in ca,0agna non l’ho visto, sono curiosa e andrò a cercarlo.
Grazie ancora.
🙋🏼♀️🙏🏻
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Grazie a te per l’apprezzamento che mi dimostri sempre. 🌹
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Colin Firth è meno riconoscibile, per me almeno.
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Grande
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Incredibile, non avrei riconosciuto nessuno dei due…
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Molto giovani tutti e due, Firth meno affascinante del solito.
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Non ricordavo che in Momenti di gloria ci fosse Kenneth Branagh, che mi è sempre piaciuto. In effetti, Colin Firth non si riconosce.
Molto interessante la nuova rubrica. Ciao Raffa 👏🏻🌹
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Grazie, Valy, sono contenta che ti piaccia. Buona serata 🌸
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Molto, grazie Raffa, buona serata anche a te! 💐
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Rubrica molto interessante. 🙂
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Grazie 🙏
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Fatica a capire perché un attore dovrebbe vergognarsi di una parte. Piccola o grande che sia, importante o meno, fa parte del suo percorso professionale. Non ha mica ucciso qualcuno… Mah?! 🤔
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Fa cmq parte del suo curriculum. E poi era giovanissimo.
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Non credo sia possibile iniziare da subito con grandi parti importanti.
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Bella rubrica. Grazie per regalare nuove curiosità ^_^
Peccato che Giannini si vergogni dei suoi inizi, anzi, credo che potrebbe essere un vanto ad avere avuto il talento per passare dai musicarelli alla sua carriera.
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Ma infatti, e poi non ci si dovrebbe mai vergognare di nulla se non di fare del male.
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oh mio dio un giovanissimo colin firth
che occhioni aveva 💙
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