Timothy Hutton

“E’ difficile capire esattamente cosa può attirare il pubblico. A volte il materiale sembra ottimo, e ottimi gli interpreti, ma poi il risultato non incontra il gradimento del pubblico. Se si capisse qual è la formula chimica di un successo, il nostro lavoro sarebbe molto più semplice”


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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

15 pensieri riguardo “Timothy Hutton”

  1. In realtà Hollywood sforna ogni anno film che si basano sugli stessi principi/stereotipi. E gli va abbastanza bene perché il pubblico li premia non rendendosi conto che stanno vedendo sempre lo stesso film…
    Tutto ciò per il pubblico è rassicurante. Perché sono come bambini che guardano sempre lo stesso cartone animato.

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    1. Può darsi che la sua frase non sia recentissima. Purtroppo le citazioni non solo datate… La tendenza a cui ti riferisci ha preso piede negli ultimi anni, da quando gli sceneggiatori hanno smesso di creare, e riciclano sempre le stesse idee. Una volta c’era più varietà, e si rischiava anche con idee originali.

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        1. È anche la mia opinione. Hanno finito le idee. D’altronde se uno ci pensa è fisiologico. Le trame si ricalcano, le storie si ripetono.
          Ma hai ragione anche tu. La tendenza attuale è proporre sempre la stessa pietanza in modo diverso. È rassicurante per la plebe.

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  2. E’ come dice Timothy Hutton: capita spesso che un film venga costruito per il successo e sembri avere tutti gli ingredienti giusti (una buona sceneggiatura, un cast di grido eccetera), eppure per qualche motivo fa flop. E’ il caso ad esempio di Tomorrowland. Capita anche l’opposto, ovvero che un film nel quale il produttore non credeva molto (e per il quale infatti aveva stanziato un basso budget) per qualche motivo finisca per piacere al pubblico, ottenendo un incasso di gran lunga superiore alle più rosee aspettative. E’ il caso ad esempio di Dirty Dancing, un piccolo film che però era fatto con il cuore e nella sua semplicità riusciva a dire tante cose, e quindi ha avuto un successo strepitoso.
    Se hai seguito gli incassi dei film negli ultimi anni ti renderai conto che anche quelli confermano ciò che ha detto Timothy Hutton sull’imprevedibilità dei gusti del pubblico. Ad esempio, per una ventina d’anni gli spettatori sono impazziti per i cinecomics, poi dopo Avengers: Endgame (film dal titolo davvero profetico) la gente ha perso interesse per questo genere in maniera brusca e totale. Adesso i cinecomics sono come i western o i film d’azione con Schwarzenegger: qualcosa che ha funzionato alla grande in passato, ma che oggi non si fila più nessuno. Onestamente lo ritengo un bene, perché per un lungo periodo i cinecomics hanno monopolizzato il mercato cinematografico in maniera impressionante, riducendo tutti gli altri film ad un incasso quasi pari a zero. Fino a pochi anni fa un film senza supereroi non arrivava quasi mai a 20 milioni di incasso – e sto parlando di incasso globale, non italiano o statunitense. Oggi invece, dato che il pubblico non ha ancora trovato un nuovo genere prediletto, qualsiasi film può diventare un successo al botteghino. Per farti un esempio, film come Tutti tranne te o It ends with us fino a pochi anni fa sarebbero stati visti solo da qualche ragazzina, e quindi sarebbero rimasti sotto i 20 milioni di incasso: oggi invece hanno incassato rispettivamente 219 e 348 milioni di euro. Cifre che sarebbero state impensabili nell’era dei cinecomics.
    L’incasso del terzo film di Deadpool sembra contraddire la mia analisi, ma a mio giudizio il pubblico è andato a vederlo perché gli piace il personaggio, non perché abbia ricominciato ad apprezzare i cinecomics in generale. Per riprendere l’esempio di prima, se Ryan Reynolds facesse un western la gente andrebbe a vederlo perché il protagonista è un attore che sta simpatico al pubblico, non certo perché il western è tornato di moda.
    Le mie considerazioni ti trovano d’accordo?

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