Maggie Smith, molto più della McGranitt

Si è distinta fin da giovanissima come una delle più esperte e affidabili attrici inglesi. Ironica e arguta, non potendo contare su una particolare avvenenza, nei suoi primi film ha interpretato dimesse figure di donna, vanamente innamorate di uomini irraggiungibili, per passare poi a personaggi di mature signore ricche di fascino, fino a diventare una caratterista assai richiesta. Ha raggiunto la notorietà a livello mondiale nei panni di Lady Violet Crawley in Downtown Abbey, ma soprattutto col cappello a punta di Minerva McGranitt, l’austera professoressa di Hogwarts che nel corso della saga si dimostra anche sarcastica e brillante, pur mantenendo saldi i valori di lealtà e bontà come caratteristiche peculiari. Ma la Smith è stata molto di più nella sua lunga vita dedicata alla recitazione.

Margaret era nata a Ilford, in Inghilterra, il 28 dicembre 1934 e aveva iniziato a recitare dopo aver frequentato la scuola della Oxford Playhouse, uno dei teatri più prestigiosi della città. Nel 1959 entrò a far parte della più importante compagnia teatrale inglese, quella dell’Old Vic di Londra, dove si distinse come interprete shakespeariana. Notata da Laurence Olivier, venne scelta da lui come Desdemona nella trasposizione cinematografica dell’Otello: era il 1965, e Maggie conquista la sua prima nomination all’Oscar. In realtà si era già distinta due anni prima in International Hotel, in cui recitava la parte di una segretaria timida e devota, accanto a Elizabeth Taylor e Richard Burton, rubando loro la scena, a sentire la critica dell’epoca.

Dopo il successo di Desdemona, ottenne subito notorietà internazionale e fu scritturata da Joseph L. Mankiewicz per Masquerade (1967), in cui invece interpretava una segretaria intraprendente, al servizio di una miliardaria americana, interpretata da Susan Hayward. Affrontando lo scabroso ruolo di un’insegnante filofascista ne La strana voglia di Jean, confermò le sue doti recitative vincendo il premio Oscar nel 1970, e attirando l’attenzione di George Cukor, che la scelse per In viaggio con la zia (1972) dove, interpretando un’eccentrica signora di mezz’età che trascina il nipote in mille avventure, ottiene di nuovo la nomination all’Oscar.

Svelando un talento comico venato di insospettata perfidia, ha quindi impersonato nel 1978 una diva narcisista in California suite, ruolo che le vale il secondo Oscar; successivamente, su un registro di alta tensione drammatica, è una moglie che asseconda le perversioni del marito in Quartet (1981) di James Ivory. Prima ancora aveva offerto due deliziose caratterizzazioni in film corali, Invito a cena con delitto (1976) e Assassinio sul Nilo (1978), cui seguirà nel 1982 Delitto sotto il sole. Ha quindi riscosso grande successo con il personaggio di Charlotte in Camera con vista (1985) di Ivory, per cui ha ricevuto la nomination come miglior attrice non protagonista.

Sempre più ricercata con il passare degli anni, ha lavorato con registi di fama, come Steven Spielberg che le ha affidato il ruolo di Wendy, ormai invecchiata, in Hook (1991), o come Agnieszka Holland che ha ritagliato per lei il ruolo di zia Lavinia in Washington Square – L’ereditiera (1997). Era stata molto apprezzata anche nel ruolo della Madre Superiora del Convento in Sister Act – Una svitata in abito da suora (1992) e il suo seguito dell’anno seguente, diventati classici della commedia. Dopo aver partecipato in Italia a Un tè con Mussolini (1999) di Franco Zeffirelli, ha poi ottenuto il ruolo di una nobildonna dal feroce snobismo in Gosford park (2001) di Robert Altman, per il quale ha ottenuto un’altra nomination all’Oscar.

E finalmente arriva il grande successo di Harry Potter e della sua saga, che fa scoprire al mondo intero questa grande interprete. L’attrice ha dichiarato in un’intervista che prima di Harry Potter era libera di girare per strada e andare a visitare gallerie d’arte (la sua passione), senza essere riconosciuta, ma dopo l’uscita del film non le era più stato possibile. Per dieci anni e otto film non ha mai rinunciato al cappello a punta e al vestito verde della professoressa di Hogwarts. Nemmeno quando nel 2008, durante le riprese di Harry Potter e il principe mezzosangue, le diagnosticarono un tumore al seno, malattia da cui in seguito era completamente guarita. Nel 2010 arriva in televisione la serie Downton Abbey in cui Maggie dà vita al personaggio di Lady Violet, la Contessa madre della famiglia Crawley, ruolo che le è quanto mai congeniale.  

Nel 2012 interpreta due ruoli strettamente legati alla terza età: il primo nella commedia agrodolce Marigold Hotel (di cui interpreterà anche il seguito nel 2015), e il secondo nel crepuscolare Quartet, esordio alla regia di Dustin Hoffman, dove interpreta una cantante ritiratasi in una casa di riposo per musicisti. Nel 2015 offre una straordinaria prova in The lady in the van, nei panni di una misteriosa barbona che sembra nascondere più di un segreto.

Maggie Smith ci ha lasciato a 89 anni, il 27 settembre 2024, per una curiosa coincidenza a un anno esatto dalla morte dell’attore Michael Gambon, che aveva interpretato il professor Silente, preside di Hogwarts.
Si era sposata due volte: la prima nel 1967 con l’attore Robert Stephens, dal quale ha avuto entrambi i suoi figli e da cui divorziò nel 1975, dopo un matrimonio segnato dall’infedeltà e dall’alcolismo del marito; la seconda col drammaturgo Beverley Cross, morto nel 1998.  
Serietà e rigore hanno contraddistinto il suo lavoro e la sua persona fin dall’inizio della sua carriera, e la sua irreprensibilità l’ha resa credibile in ogni ruolo che ha interpretato, che fosse quello di un’insegnante di magia, di una contessa o di una barbona. E a prescindere da quale sia quello più apprezzato, Maggie Smith sarà ricordata come in Harry Potter si celebrano i maghi valorosi e amati che non ci sono più: puntando in alto le bacchette.

«Amo il teatro perché si crea un filo invisibile tra l’attore e il pubblico e, quando c’è, non esiste nient’altro che possa eguagliarlo»

FONTI: Enciclopedia del cinema, Treccani – avvenire.it – ansa.it


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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

31 pensieri riguardo “Maggie Smith, molto più della McGranitt”

  1. Personalmente la ricordo in “Invito a cena con delitto” e difatti quando ho letto del suo decesso è proprio in quel film che l’ho rivista. Ottima la tua presentazione e difatti era brava e merita. Buona serata cara Raffa 🥀👏

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  2. Buonasera Raffa. Bellissimo e graditissimo omaggio a questa grande attrice. Credo sia una rarità trovare un interprete, maschi o femmina che sia, aggiungere notorietà e successo nella terza età. Pensa che io non ho mai visto un film su Harry Potter, però l’ho sempre adorata. 😉

    Piace a 1 persona

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