Locandine

Quando la locandina è davvero un’opera d’arte

La locandina cinematografica dovrebbe rappresentare il film in modo accurato, non può quindi essere soggettiva, libera e personale come può esserlo un’opera d’arte. Tuttavia, di tanto in tanto, accade che un manifesto unisca il meglio di due mondi, ad esempio citando le opere di grandi artisti. La volta scorsa abbiamo visto la locandina di E.T. – L’extraterrestre, chiaramente ispirata alla creazione di Adamo di Michelangelo. Partiamo quindi da qui per fare un breve viaggio attraverso alcuni manifesti cinematografici che si sono ispirati più o meno consapevolmente a grandi opere d’arte, omaggiandole e facendone un uso sorprendente.

La creazione di Adamo è una delle opere più classiche di tutta la storia dell’arte, ed è stata duplicata un’infinità di volte, in molti casi in maniera banale o parodistica. Nella locandina di E.T. il riferimento è evidente, ma il manifesto è comunque profondamente originale. Ci sono diverse cose che rendono speciale questo poster, oltre al riferimento molto riconoscibile alla storia dell’arte : l’uso intensivo di colori blu scuro, che fanno riferimento al mistero dell’universo, e un motivo semplice ma intrigante che sembra una fonte luminosa e attira l’attenzione. Oltre a questo, c’è ovviamente anche il simbolismo dell’incontro di mondi diversi, sottolineato dalla differenza anatomica delle due mani.

Facciamo un passo indietro, addirittura agli esordi del cinema. Metropolis è noto per il suo famoso poster di Heinz Schulz-Neudamm, che è anche il manifesto cinematografico più costoso al mondo. Tuttavia, non è l’unico. C’è anche la locandina per l’uscita francese del 1927, che non solo è magistrale di per sé, ma trae anche evidente ispirazione dal dipinto La Torre di Babele, di Pieter Bruegel il Vecchio. La storia della torre di Babele, raffigurata nel dipinto del 1563, viene utilizzata anche nel film. Confrontando il poster con il dipinto, notiamo che si somigliano molto, soprattutto nella composizione generale a piramide. Ovviamente la locandina è la versione moderna e futuristica, e ha un aspetto più moderno e commerciale. Lo si vede dall’uso dei colori, così come dalle grandi lettere rosse. I toni del blu degli edifici passano in secondo piano, mentre risalta il rosso vivo, rendendo subito lo spettatore consapevole del titolo del film. Il film, così come la locandina, utilizza in questo modo il mito biblico per raccontare la nascita di una società oppressiva ed elitaria.

Il noir di Polanski, Chinatown, del 1974 uscì con una locandina che si ispirava al manifesto delle sigarette Job, del 1896, disegnato da Alphonse Mucha, considerato a tutti gli effetti un’opera d’arte. L’immagine della donna (nota anche come Donna Mucha) è diventata di per sé iconica, con uno stile che ricorda da vicino l’Art Noveau. La locandina del film, disegnata da Jim Pearsall, trae ispirazione dall’immagine di Mucha non solo perché utilizza il volto di una bella donna (Faye Dunaway), ma fa sì che il fumo della sigaretta di Nicholson formi volute e riccioli simili ai capelli della Donna Mucha. Altro elemento di somiglianza è il fatto che parte dell’immagine sembri uscire dalla cornice rossa che racchiude la locandina, sormontata dal cappello di Nicholson a sinistra, dal fumo della sigaretta in alto e dal ricciolo in basso. Se notiamo, anche la Donna Mucha sormonta la cornice dell’immagine, quasi uscendone con un effetto tridimensionale. Unica differenza rilevante tra i due poster è il colore giallo brillante scelto da Pearsall come richiamo per il film, scelta più che comprensibile.


Ancora più evidente è l’influenza di Mucha su Pearsall nella locandina da lui disegnata per il film È nata una stella, del 1976, con Barbra Streisand e Kris Kristofferson. In questo caso l’artista riprende anche il motivo della cornice laterale e usa un font in stile vittoriano, pieno di riccioli e volute. Inoltre se si guarda l’insieme dei due manifesti, si nota subito la struttura triangolare pressochè simile, stretta in alto e più larga alla base, dove il fondo ondeggiante del mantello, a destra, riprende il movimento dei capelli della donna, a sinistra. Ancora una volta la scelta dei colori è quella che più fa la differenza.

La locandina de I giorni del cielo (1978) si è chiaramente ispirata al dipinto di Hopper del 1925, The House by the Railroad. Confrontando le due immagini, a parte l’architettura della casa e l’isolamento della sua sistemazione, è soprattutto l’uso della luce solare ad essere evidente. La locandina riesce quindi nel suo tentativo di riprodurre lo stesso tipo di inquietante solitudine che il dipinto porta con sé. La differenza più grande tra le due opere è la figura di un uomo che è stata posta in primo piano nel manifesto. È chiaramente un lavoratore della fattoria che rientra nella trama del film, mostrando come il poster passi dall’essere una replica del dipinto, a un’opera d’arte a sé stante. L’uomo è isolato, il che si lega alla malinconia che si ritrova sia nei dipinti di Hopper che nel film. Sembra che il dipinto di Hopper, con le sue particolari suggestioni, sia stato d’ispirazione anche per altri film, tra i quali c’è Psycho, il classico di Alfred Hitchcock: la casa del protagonista fu fatta costruire dal regista ispirandosi proprio a quella del quadro.

La splendida locandina de Il silenzio degli innocenti (1991) più che ispirarsi direi che omaggia un’opera di Salvador Dalì, In voluptas mors (1951), immortalata da Philip Halsman nella foto a destra. Nella locandina il riferimento all’opera di Dalì è molto sottile e si intreccia con altri indizi legati alla trama del film. Senza voler rivelare nulla, casomai ci fosse qualcuno che ancora deve vedere il film (e in questo caso dovrebbe solo vergognarsi!), nel thriller diretto da Jonathan Demme il serial killer infila in bocca alle sue vittime un insetto, precisamente una falena chiamata Sfinge testa di morto, che ha questo simpatico nome perché sul suo dorso la natura ha disegnato un motivo molto simile a un teschio (qui sotto una foto della vera Sfinge).

Quello riprodotto nella locandina, però, non è un teschio normale, ma ingrandendolo si nota che è la bizzarra opera d’arte creata da Dalì, intrecciando artisticamente alcuni corpi femminili. E qui sta l’eleganza dell’omaggio: i corpi femminili nudi giocano un ruolo importante anche nel film e nella sua trama, quindi questa scelta è un piccolo promemoria di come ogni dettaglio abbia una sua importanza. Inoltre il titolo dell’opera di Dalì, tradotto dal latino, significa “Nel piacere c’è la morte”: in questo modo viene sottolineata la connessione tra morte e sesso, che costituisce un ottimo riferimento al thriller di Demme. Viene però da chiedersi quanti abbiano colto tutto questo guardando la locandina…

L’Urlo di Munch (1893) è uno dei dipinti più iconici della storia dell’arte e uno dei pochi ad essere riconosciuto in gran parte del mondo, consciamente o inconsciamente, anche quando viene riprodotto in una versione fortemente stilizzata su un poster. Quindi non c’è da meravigliarsi che per il film sia stata utilizzata questa particolare maschera, disegnata da Brigitte Sleiertin, e ne sia stato fatto addirittura il punto focale del manifesto. È facile capire perché un capolavoro espressionista come L’Urlo possa essere associato a un film horror, con la sua atmosfera oscura e spaventosa, e la locandina fa un uso intelligente dello sfondo completamente nero, accentrando tutta l’attenzione sulla maschera. Da notare che il titolo riprende il colore giallo arancio del cielo disegnato da Munch, utilizzandone il simbolismo angosciante.

The fall di Tarsem Singh, del 2006, è un film molto particolare, ambientato in un surreale universo onirico, ed è probabilmente per questo che la locandina fa riferimento al surrealismo di Dalí per dare al pubblico un’idea dell’atmosfera del film. L’opera di Dalì, in alto a destra, si intitola Face of Mae West, ed è chiaramente ispirata al viso della celebre attrice: è un collage di pezzi diversi che, assemblati, riproducono le fattezze della diva. Proprio come Dalí era davvero originale, lo sono anche questo film e il suo manifesto, che riesce a combinare in un fantasioso collage i temi, i personaggi, il genere e l’atmosfera generale del film e della sua storia.

Altro film particolare, sempre del 2006, Madea’s Family Reunion ricorre a un poster cinematografico accattivante, questa volta prendendo evidente ispirazione dalle famose Marilyn di Andy Warhol. La locandina attira sicuramente l’attenzione in due modi: perché richiama l’opera di Warhol, utilizzando e armonizzando bene i colori primari molto carichi, e gioca sull’ironia, attraverso il paragone tra la bellezza di Marilyn e l’aspetto decisamente meno gradevole di Madea. Inoltre le immagini colorate di Warhol si collegano perfettamente a una commedia spensierata che non si prende assolutamente sul serio.

Anche in questo caso l’ispirazione è evidente e il risultato è molto ben riuscito. Il film For colored girls, del 2010, diretto dallo stesso regista del precedente, utilizza una locandina che attira subito l’attenzione per la sua composizione grafica perfettamente distribuita, in maniera solo apparentemente casuale: il posizionamento di Whoopi Goldberg nella sezione aurea, unico volto in bianco e nero, punta sul suo potere di star, senza però lasciare che sia la sola protagonista. Il riferimento è al famoso dipinto Composizione con rosso blu e giallo di Piet Mondrian. L’ispirazione è visibile non solo nell’uso di forti colori complementari, ma anche nelle linee nere di separazione, che rendono lo schema geometrico rigoroso. L’inserimento dei volti nei riquadri colorati è un’ottima combinazione tra l’opera d’arte e il poster commerciale: in questo modo la locandina fa un ottimo marketing, pur mantenendo un’atmosfera artistica e creativa.

Quando si vede per la prima volta la locandina di Melancholia, di Lars von Trier, sembra semplicemente una bella foto di matrimonio, anche se con uno sfondo dai toni leggermente scuri. Tuttavia, a una seconda occhiata, risaltano alcuni piccoli dettagli: l’espressione fredda del viso e il braccio sinistro immerso nell’acqua. Quindi ci rendiamo conto che Kirsten Dunst giace semisommersa in uno stagno, e sembra affiorare il tema della morte, mentre lentamente si fa strada il riferimento a Ofelia. Il poster di Melancholia è ispirato al dipinto Ophelia, di John Everett Millais così come il film è ispirato alla storia che si nasconde dietro la donna angelica, Ofelia, che giace nell’acqua scura. È uno scenario morboso quello a cui Lars von Trier fa riferimento nel suo film, e più volte viene citata Ofelia: è la morte di una donna delicata ciò che lega insieme le due immagini. Questo fa sorgere immediatamente una domanda nello spettatore: la protagonista si suiciderà come Ofelia alla fine del film? È una mossa estremamente intelligente in termini pubblicitari, perché immerge immediatamente il pubblico nella storia, e lo incuriosisce a saperne di più.

La locandina di Inception, come quella di molti altri film degli ultimi vent’anni, si è ispirata al Viandante sul mare di nebbia, di Caspar David Friedrich: il motivo per cui l’uso del dipinto è diventato così popolare è probabilmente una combinazione dei toni freddi dei colori, la simmetria triangolare ben bilanciata nella sua composizione, così come l’uomo in piedi da solo, che contempla il mondo davanti a sé. Perché dando le spalle allo spettatore, ci permette di vedere il mondo attraverso i suoi occhi e proviamo un istintivo attaccamento personale a lui, il che è sempre positivo. La figura solitaria è sopraffatta da ciò che vede, che è una questione chiave in questo film. Ma questo motivo, dell’uomo di spalle che guarda davanti sé, si ritrova anche in altre locandine, e prossimamente vedremo perché.

∞●∞●∞

La prossima volta vedremo varie tipologie di locandine e come la loro struttura si ripeta con un preciso significato.

Indice della rubrica Locandine

FONTI: libreriamo.ittasteofcinema.com


Scopri di più da Nonsolocinema

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Avatar di Sconosciuto

Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

28 pensieri riguardo “Locandine”

  1. Trovo interessantissimi questi post, che intrecciano cinema e pittura in modo spesso impercettibile.

    Bravissima e grazie.

    Segnalo che “Ophelia”, di John Everett Millais, è anche ripreso nella copertina e nel video di “Where the Wild Roses Grow” di Nick Cave and the Bad Seeds, con Kylie Minogue.

    Piace a 2 people

        1. Il bello è che le imparo anch’io facendo ricerche, perché ad esempio la storia della locandina del Silenzio degli innocenti non la sapevo, ed è davvero affascinante, anche se non so quanti possano aver colto il riferimento a Dalì, guardando la locandina.

          Piace a 1 persona

  2. Quante preziose informazioni, grazie Raffa! Soprattutto per la grande sorpresa che scopro sulla locandina de “Il silenzio degli innoceti”, mai avrei immaginato che ci fosse dentro un’immagine presa da un’opera di Dalì.

    Piace a 1 persona

    1. Ha sorpreso anche me perché l’ho scoperto facendo ricerche per il post. In questo senso mi piace tantissimo scrivere questa rubrica, come anche gli aneddoti, perché documentandomi scopro sempre cose nuove 🙂

      Piace a 1 persona

  3. c’ è stato un periodo della mia adolescenza che facevo la raccolta ritagliandole, acquistandole…poi ho smesso e ne ho raccolte in periodi più recenti su penna usb. Sono sempre stata attratta da quest’arte che contempla vari campi, da quello artistico al cinematrografico e pubblicitario, Sta di fatto che sono sempre opera di grandi artisti e ammirevoli menti creative

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a Raffa Cancella risposta

Seidicente

altrimenti tutto è arte

tuttatoscana

rivista di storia microstoria turismo cultura curiosità a cura di Alessandro Ferrini

Solorecensioni

... ma senza prendersi troppo sul serio

Il Buio Dentro

diario di un abusato

Talk Photo

A creative collaboration introducing the art of nature and nature's art.

Madame-Radio

Découvre des musiques prometteuses dans la sphère musicale française (principalement, mais pas que...).

Trend&Truth

An hopefully objective view on current actuality

Diario di una bibliofila divergente

Non tutti i bibliotecari stanno al pubblico

Vi do il Tiro

Il blog di Cristina e Marcello

CRESCENDO

Passo dopo passo

Mobevision

not a joke 🕺

ilpensierononlineare

Riflessioni e sguardi non lineari sulla Psicologia

Olivia2010kroth's Blog

Viva la Revolución Bolivariana

Luca nel laboratorio di Dexter

Comprendere il mondo per cambiarlo.

Le Attese Di Carta

Poesie in versi sparsi, come semi sulla neve.

Cuore e Anima

Desirè Karini - Poesie e riflessioni

Riccardo Solieri

Poesia ed oltre -Parecchio oltre

V come Vintage

Grandi classici del cinema da riscoprire

Nonsolocinema

Parliamo di emozioni

Sogni e poesie di una donna qualunque

Questo è un piccolo angolo di poesie, canzoni, immagini, video che raccontano le nostre emozioni

Iridediluce

“I libri si rispettano usandoli.” U. Eco

Urbs Liminalis

An unconventional travel blog. Liminal spaces and moments for reflection

pierobarbato.com

scrivo per dare forma ai silenzi e anima alle storie che il mondo dimentica.

1100

Quello che cerchi

RemainFit

Poetry ,Writings & Fitness For Everybody!

Gentilino Cipriano

Poesia - Note di lettura - Articoli

Il regno di newwhitebear

I colori della fantasia

Oh my bridge

"Il bridge è come il sesso: se non hai un buon partner, meglio che tu abbia una buona mano."

ومضات في تطوير الذات

معا نحو النجاح

Hunza

Travel,Tourism, precious story

Foglia del Re

"Not all those who wander are lost" J.R.R.Tolkien

Vincenza63's Blog

Conoscersi e parlarsi è un dono

La poesia è gratis

Faccio radio notturna, scrivo e cucino per vivere, il resto del tempo libero, sogno.

Light side - Chapitre lumière -

lumière - light - polychrome

Tersite

il peggior blog sotto le mura di Ilio

MESİME ÜNALMIŞ

HER ÇOCUK HİKAYEYLE BÜYÜMELİ

Is there life on Mars?

fantasiedidifferentecinisticorealismo

Through Pain Suffering , Mental Health , Addictions , Cancer , Death , Drs

Living with Purpose: Finding Meaning Amidst Life's Challenges

Branduri în revistă

Abordări creative, branduri memorabile

TALIS-riMANgO

Libri e pensieri

Paticim Blog

Evcil Dostlarımız Hakkında Bilgiler, Haberler ve Her şey!

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora