Locandine

Il cinema inglese e gli Ealing Studios

Il cinema inglese nacque nelle sale da ballo, di conseguenza i manifesti utilizzati per pubblicizzare le serate danzanti venivano impiegati anche per il cinema. Solo nel 1910 le locandine cinematografiche diventarono la norma. Le cose cambiarono davvero solo negli anni Trenta, con la nascita degli Ealing Studios che portarono una ventata di novità nel cinema inglese. Nel 1938 gli Studios passarono sotto la direzione del produttore Michael Balcon, che diede inizio al periodo d’oro del cinema britannico.

Il reparto pubblicitario degli Studios comprendeva sia grafici professionisti, sia artisti affermati, e infatti, nelle locandine di questo periodo, grafica, foto e illustrazioni si combinano alla perfezione. Una locandina che per prima combinò disegni e fotografie fu quella per Pink string and sealing wax, un thriller del 1945, che includeva una strada vittoriana illustrata da John Minton e una foto della protagonista.

Questo stile, che ricorda elementi dell’arte popolare, si può trovare anche nella locandina di Hue and Cry, un film di avventura del 1947: il manifesto fu illustrato da Edward Bawden con il solo aiuto di fotogrammi in bianco e nero del film. Ma per sfuggire all’austerità del periodo, il genere preferito dal pubblico era la commedia, perciò gli Ealing Studios cavalcarono l’onda producendo nello stesso anno, il 1949, due gustose commedie: Passaporto per Pimlico e Whisky a volontà.

La locandina del primo film fu progettata da John Woods, incorporando i fumetti di Nicholas Bentley al centro, tra le foto dei quattro protagonisti. Il poster di Whisky a volontà, invece, fu il risultato di una collaborazione tra due designer, Tom Eckersley e Eric Lombers: combinarono disegni e fotografie in modo vivace e colorato, inserendo i ritratti dei due protagonisti in una gigantesca bottiglia di whisky.

Un altro fumettista, Ronald Searle, creò lo sfondo del manifesto di John Woods per L’incredibile avventura di Mr Holland, del 1951: l’immagine centrale era una foto dei due protagonisti, mentre lo sfondo presentava tutta una serie di buffi personaggi creati dal fumettista, che illustravano episodi del film.

Una figura da citare sicuramente nel panorama delle locandine britanniche, pur non essendo legato agli Ealing Studios, è Peter Strausfeld (1910 – 1980). Tedesco, durante la Seconda guerra mondiale in un campo di concentramento fa la conoscenza del regista George Hoellering che, dopo la liberazione, gli commissionerà i manifesti pubblicitari per molti dei suoi film. Le illustrazioni di Strausfeld, prodotte utilizzando stampi di legno e linoleum, presentavano una linea sicura e campiture nette, caratteristiche che facevano spiccare le sue locandine sui muri di Londra.

Ne è un esempio il poster di Assassinio nella Cattedrale (1951), di George Hoellering, dove il suo tipico segno nero e deciso, seziona le vetrate. La locandina a destra, invece, per il film di Fellini Giulietta degli spiriti (1962), mostra in primo piano il volto della protagonista, evidenziato in bianco e nero, mentre le figure sullo sfondo rappresentano gli spiriti. Le locandine di Strausfeld venivano stampate in numero limitato, da 300 a 500, e raramente erano distribuite fuori Londra.

Il fenomeno generato dagli Ealing Studios ebbe vita breve. Ben presto i film in bianco e nero furono accantonati, per lasciare spazio alle avventure in technicolor di James Bond. La serie di 007 fu girata in Inghilterra con soldi americani, perché con l’arrivo del successo, molte compagnie americane decisero di investire nel cinema inglese. Uno dei principali autori delle locandine di James Bond fu l’americano Robert McGinnis, illustratore famoso per le copertine di libri tascabili e anche per alcuni manifesti cinematografici.

Le immagini delle locandine venivano spesso riprese dai titoli di testa, che combinavano donne e armi. Le ‘McGinnis women’, dalle lunghe gambe e dallo sguardo enigmatico e ammiccante, erano pensate in quel tempo per rappresentare le donne emancipate. Nei suoi manifesti, Bond appare sempre circondato da molte donne, in pose sensuali, ma anche un po’ ridicole e fumettistiche. A titolo di confronto, a destra, la locandina italiana dello stesso film, opera dei nostri cartellonisti, dai tratti molto più realistici.

La prossima volta si parlerà del cinema francese e della Nouvelle Vague.

∞●∞●∞

Indice della rubrica Locandine

FONTI: Alessandra Rostagnotto, Dal manifesto pubblicitario al poster da collezione – Claire Smith, Ealing and the art of the film poster


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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

12 pensieri riguardo “Locandine”

    1. Le primissime proiezioni, addirittura prima dei fratelli Lumiére, si facevano nei locali da ballo, ed erano considerati una curiosità, quasi un gioco da mostrare ai clienti. Solo quando nascono i film come li intendiamo oggi, nascono anche le sale cinematografiche e quindi le locandine che dovevano attirare il pubblico proprio per il film.

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