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Julie Andrews, una straordinaria grinta dietro la dolcezza

Il suo vero nome è Julia Elizabeth Wells, nata a Walton-on-Thames, nel Regno Unito, il 1° ottobre 1935. Figlia d’arte, poiché la madre si esibiva nei music hall, già adolescente esordisce come cantante sulle scene londinesi. Debutta in teatro a soli dodici anni, rivelando così la sua splendida voce. Nel 1953 interpreta Cinderella al Palladium di Londra, e l’anno successivo si trasferisce negli Stati Uniti per recitare a Broadway nel musical The boy friend, che ha un grosso successo, tanto che due anni dopo viene scelta come protagonista per il musical My fair lady, che verrà replicato per ben tre stagioni teatrali, e quindi in Camelot, con ottimi giudizi della critica.

Quando però la Warner Bros decide di portare al cinema My fair lady, George Cukor le preferisce Audrey Hepburn per il ruolo della fioraia Eliza Doolittle, grazie alla notorietà che l’attrice aveva già conquistato; proprio in quell’anno, Walt Disney la scritturò per il ruolo della magica ed effervescente istitutrice Mary Poppins, che la impose sugli schermi facendole ottenere un enorme successo a livello internazionale, oltre a un meritato premio Oscar.

Ricca di una vivacità travolgente e vitale, e dotata di una piacevole autoironia, grazie soprattutto alla sua splendida voce è una delle poche interpreti inglesi che sia riuscita a trionfare per anni sulle scene di Broadway. Ma il successo ottenuto con Mary Poppins la intrappola nel ruolo di attrice sorridente e buona, interprete di personaggi leali, comprensivi e un po’ asessuati che ha ripetuto in diversi film.

Tutti insieme appassionatamente (1965)

Subito dopo Mary Poppins, interpreta di nuovo una governante sorridente e gentile in un altro musical, Tutti insieme appassionatamente, in cui ha modo di mostrare ancora il proprio talento per il canto, ma questa volta il suo personaggio è venato di romanticismo, alle prese con i tormenti dell’amore e molto lontano dalla stravagante sicurezza di Mary Poppins. Era ormai circondata dal grande affetto del pubblico che ne amava l’impertinenza, lo spirito di autonomia ma anche la dolcezza che mostrava nelle sue interpretazioni, accompagnati a una naturale eleganza che però, in alcuni dei ruoli successivi, non sempre a lei congeniali, sembrò a tratti trasformarsi in una mancanza di passione.  

Il sipario strappato (1966)

Nel tentativo di liberarsi del ruolo di attrice per bambini, tenta prima la commedia brillante con Tempo di guerra, tempo d’amore, di Arthur Miller, poi il genere thriller ne Il sipario strappato, del 1966, diretta da Alfred Hitchcock. Nel film Hawaii, dello stesso anno, dimostra notevoli doti di attrice drammatica nei panni della moglie di Max von Sydow, missionario di metà Ottocento. Ma l’incontro che cambia la sua vita, privata e professionale, è quello col regista Blake Edwards, che sposa nel 1969, in seconde nozze.

Operazione Crêpes Suzette (1970)

Edwards riuscì a rovesciare dall’interno i suoi ruoli abituali, consentendole di rivelare un notevole sex appeal, un gioco recitativo raffinato e maturo, ma anche un’intima sofferenza; riuscì a far emergere soprattutto i tratti ironici, graffianti e maliziosi della sua personalità, ma anche una certa sensualità, tutti aspetti rimasti sino a quel momento soffocati dalla dolcezza convenzionale e decisamente stereotipata dei suoi ruoli più famosi.

10 (1979)

Il primo film in cui lavorano insieme è Operazione Crêpes Suzette, un miscuglio di spy story e musical, che si rivela un disastro al botteghino; il pubblico accolse con freddezza anche Il seme del tamarindo, del 1974, una storia d’amore e spionaggio con Omar Sharif, ma decretò il trionfo della commedia 10, del 1979, in cui la Andrews, moglie dinamica e intelligente di Dudley Moore, viene da Edwards contrapposta alla giovane Bo Derek.

S.O.B. (1981)

In S.O.B., del 1981, atto d’accusa al vetriolo dello stesso Edwards nei confronti dell’ipocrisia di Hollywood, l’attrice disegnò un’esplicita dissacrazione della sua carriera, interpretando con ironia la figura di Sally, diva legata a ruoli edificanti, costretta, per rinnovarsi, a recitare a seno nudo. Lo sforzo di lasciar affiorare una personalità di attrice dalle insospettate sfumature è culminato nel successo del film meno facile e più riuscito della coppia, Victor Victoria, per il quale nel 1983 la Andrews ha ottenuto anche una nomination all’Oscar, mostrando l’ambiguità del suo fascino e giocando con il suo talento, attraverso funamboliche trasformazioni.

Victor Victoria (1983)

In grande anticipo sui tempi, i temi del travestitismo e della finzione nello spettacolo diventano occasione per una pungente riflessione, ricca di sarcasmo, sulla labilità degli schemi prefissati e di ogni identità sessuale, e trasformano la Andrews in un’icona gay. Diretta ancora da Edwards, ha recitato dapprima ne I miei problemi con le donne, nel 1983, in cui è una psicoanalista che tenta di guarire Burt Reynolds dalla mania d’innamorarsi di tutte le donne, e in Così è la vita, del 1986, in cui interpreta la parte di Gillian, una cantante sposata a un regista ipocondriaco e angosciata dal sospetto di essere seriamente ammalata. Il film, girato tra le pareti di casa dell’attrice, è strettamente autobiografico ed è pieno di un’intensa malinconia.

L’ultimo abbraccio – Per amore di mio figlio (1991)

Nel 1991 Julie Andrews è protagonista di L’ultimo abbraccio – Per amore di mio figlio, film per la televisione sul tema dell’AIDS, che la vede nel ruolo della madre di un giovane Hugh Grant, affranto per la perdita del compagno malato di AIDS.  Nello stesso anno viene distribuito il suo unico film cinematografico di questo decennio, Cin cin, una co-produzione italiana che, nonostante la presenza di Marcello Mastroianni, è un fiasco commerciale.

Pretty Princess (2001)

Nel 1997, a causa di un intervento mal riuscito alle corde vocali, è costretta a rinunciare alla propria carriera di cantante. Ha continuato comunque a lavorare intensamente per la televisione e a scrivere libri per l’infanzia, a conferma di una sua attenzione al mondo delle favole e della narrativa infantile che il suo primo ruolo cinematografico aveva opportunamente individuato. Dal 2000 vive un revival cinematografico, partecipando ad una serie di commedie leggere, alcune di grande successo: La fidanzata ideale (2000) con Colin Firth, Pretty Princess (2001) con Anne Hathaway, Insieme per caso (2002) accanto a Rupert Everett e Kathy Bates, Principe azzurro cercasi (2004), di nuovo con la Hathaway, e L’acchiappadenti (2010) con Dwayne Johnson.

L’Acchiappadenti (2010)

Inizia inoltre l’attività di doppiatrice per film d’animazione e fantasy, quali Come d’incanto (2007) e le saghe di Shrek (2004, 2007, 2010) e Cattivissimo me (2010, 2017, 2022). Nel Natale 2018 escono nelle sale di tutto il mondo Il ritorno di Mary Poppins e Aquaman: nel primo le viene proposto un milione di dollari per interpretare un cameo che lei rifiuta, mentre accetta di dare la voce a una creatura marina nel secondo.

Julie Andrews riceve il Leone alla carriera (2019)

Oltre all’Oscar per Mary Poppins, e a tre Golden Globe rispettivamente per Mary Poppins, Tutti insieme appassionatamente e Victor Victoria, ha vinto anche il David di Donatello per Victor Victoria e nel 2019, alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, le viene assegnato il Leone d’oro alla carriera.

Per quanto riguarda onorificenze e premi non attinenti al cinema, nel 2000, ha ricevuto l’investitura di Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico dalla Regina Elisabetta II e nel 2001 il presidente degli Stati Uniti le ha conferito il Premio Kennedy. Nel 2011 ha vinto due Grammy, di cui uno alla carriera, e ha ricevuto la Lincoln Medal per le arti dall’allora first lady Michelle Obama.

Da sempre impegnata sul fronte degli aiuti umanitari (dalla guerra del Vietnam agli uragani di Haiti), dal marzo 2022 la Andrews raccoglie fondi per l’Ucraina, attraverso l’agenzia da lei stessa co-fondata negli anni ’70, e della quale è direttrice: Operation USA.

Nel 2024 debutterà come produttrice cinematografica di un nuovo film sulla Pantera Rosa a tecnica mista, live-action e animazione, e del remake di 10, che era stato diretto dal marito nel 1979.

«Dovremmo sempre usare le nostre possibilità per difendere chi non può farlo da solo, dovremmo parlare per coloro che non hanno voce ed essere un faro di luce per quelli che vivono nell’oscurità»

FONTI: Enciclopedia del cinema, Treccani – imdb – wikipedia

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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

15 pensieri riguardo “Julie Andrews, una straordinaria grinta dietro la dolcezza”

  1. Certamente una grande attrice.
    Tuttavia, proprio per questa sua figura “per bambini”, come tu la hai definita quasi “asessuale”, a me non è mai piaciuta nei film (tipo Mary Poppins e seguenti) perché tutte queste “moine”, come le chiamiamo noi in Veneto, non mi sono mai piaciute.

    Ma io, come ben sai, sono un caso a parte…

    Piace a 2 people

    1. Effettivamente può essere considerata un po’ leziosa, e poi ognuno ha i suoi gusti. C’è anche chi ha detto che Emily Blunt, che ha interpretato la nuova Mary Poppins, sia molto più bella di lei, cosa su cui non sono d’accordo.

      Piace a 2 people

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