Oscar in Black

Gli attori afroamericani sono stati relegati per decenni a interpretare ruoli di schiavi, inservienti e criminali, mentre registi, sceneggiatori e produttori neri hanno dovuto lottare per poter realizzare i propri film. I riconoscimenti per loro, nell’ambiente hollywoodiano, sono stati pochi e rari.

Ma i premi Oscar sono davvero così bianchi? In realtà l’Academy non solo è composta da membri la cui età media è 63 anni, ma sarebbe formata dal 94 per cento di bianchi e dal 76 per cento di uomini. Difficile parlare di pari opportunità.

Già nel 1988, sotto il segno dell’Oscar a L’ultimo imperatore di Bertolucci, Eddie Murphy, ex re della black comedy, volle polemizzare così: “Mi sembra che noi neri facciamo ancora fatica ad essere riconosciuti come persone. Consegnerò questa statuetta, ma la gente di colore non dovrà più essere il fanalino di coda della società.”

Secondo gli addetti ai lavori non si tratta solo del fattore Academy ma di industria cinematografica che, a priori, non investe su determinate formule. Ci sarebbero solo due “etichette” che accolgono il favore del pubblico e trattano la diversità al cinema: i film di intrattenimento tipo Fast & Furious e Star Wars, e i film studiati a tavolino per educare lo spettatore e insegnare agli americani le radici della cultura di origine africana. Questa seconda categoria comprende ad esempio 12 anni schiavo, Malcom X, o The help. Film storico-pedagogici più che di intrattenimento.

Sarebbe quindi difficile evitare i cliché. Sono stati fatti anche eccellenti film di questo secondo tipo, alcuni hanno conquistato l’Academy, ma l’assurdità è che solo quei film, con quelle tematiche, raggiungono le grandi sale. È come se dicessero al pubblico che in fondo i neri non sono esseri umani, ma pagine di storia.

Nonostante le barriere razziali e culturali, però, sono molti gli attori neri che hanno fatto la storia degli Oscar.

Hattie McDaniel, nel 1940, è la prima attrice afroamericana a vincere un Oscar. Il film è Via col vento, e lei è premiata come miglior attrice non protagonista, battendo Olivia De Havilland, nominata per lo stesso film.

Passano 24 anni prima di un altro afroamericano premiato: è Sidney Poitier, nominato come miglior attore protagonista nel film I gigli del campo. Siamo nel 1964, Poitier batte Albert Finney, Paul Newman, Richard Harris e Rex Harrison.

Altri vent’anni passano e nel 1983 Louis Gossett junior viene premiato come miglior attore non protagonista per il film Ufficiale e gentiluomo, battendo, tra gli altri, James Mason e John Lithgow.

Nel 1990 Denzel Washington vince il suo primo Oscar per Glory – Uomini di gloria, battendo colossi come Marlon Brando, Martin Landau e Danny Ajello.

L’anno dopo, nel 1991, Whoopi Goldberg vince come miglior attrice non protagonista in Ghost, battendo tra le altre Annette Beaning e Diane Ladd.

Nel 1997 il miglior attore non protagonista è Cuba Gooding jr. per Jerry Maguire. Batte James Woods e Edward Norton.

Nel 2002 ben due gli Oscar “neri”: Halle Berry vince come miglior attrice per Monster’s ball e Denzel Washington è premiato per la seconda volta, questa volta come miglior attore protagonista nel film Training Day. Restano al palo Nicole Kidman, Judi Dench, Russell Crowe e Sean Penn.

Nel 2005 Morgan Freeman è premiato come miglior attore non protagonista per Million Dollar Baby. Batte tra gli altri Alan Alda e Clive Owen.

Nello stesso anno, Jamie Foxx viene premiato come miglior attore protagonista per l’interpretazione di Ray, superando, tra gli altri, DiCaprio, Eastwood e Depp.

Due anni dopo, nel 2007, è la volta di Forest Whitaker, premiato come miglior attore protagonista nel film L’ultimo re di Scozia, per aver interpretato il dittatore Idi Amin Dada, autoproclamatosi presidente a vita dell’Uganda. Supera senza problemi DiCaprio, Ryan Gosling e Peter O’Toole.

Lo stesso anno, Jennifer Hudson riceve l’Oscar come migliore attrice non protagonista per il film musicale Dreamgirls, superando, tra le altre Cate Blanchett.

Nel 2010 Mo’Nique vince l’Oscar come migliore attrice non protagonista per Precious, superando, tra le altre, Penelope Cruz e Vera Farmiga.

Nel 2012 Octavia Spencer ottiene l’Oscar come miglior attrice non protagonista per la sua intensa interpretazione nel film The help.

Due anni dopo, nel 2014, è la volta del film 12 anni schiavo, premiato con l’Oscar come miglior film e per la miglior sceneggiatura; oltre a questi due premi, porta a casa anche l’Oscar per la miglior attrice non protagonista, Lupita Nyong’o, in gara con Julia Roberts e Jennifer Lawrence.

Nel 2016 è la volta di Viola Davis, premio Oscar come miglior attrice non protagonista per il film Barriere. In gara con lei per il premio, anche la “collega” afroamericana Octavia Spencer e Nicole Kidman.

Sempre nel 2016 Mahershala Ali vince l’Oscar come miglior attore non protagonista nel film Moonlight, superando tra gli altri Jeff Bridges e Dev Patel di Lion.

Due anni dopo, nel 2018, Mahershala Ali vince il secondo Oscar sempre come miglior attore non protagonista per il film Green Book.

Nel 2019, Regina King vince il suo primo Oscar come miglior attrice non protagonista nel film Se la strada potesse parlare, battendo Amy Adams, Rachel Weisz ed Emma Stone.

In tutto 19 i premi Oscar per gli attori afroamericani, più qualche altro premio di natura “tecnica”, come l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale a Barry Jackins per Moonlight o a Spike Lee per BlacKkKlansman. Decisamente pochi in proporzione alla stragrande maggioranza di premi “bianchi”. Però, se si considera che di questi 19, ben 13 Oscar sono stati assegnati negli ultimi vent’anni, si può tranquillamente parlare di un’inversione di tendenza che fa bene sperare per il futuro.

FONTI: adnkronos – wikipedia


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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

22 pensieri riguardo “Oscar in Black”

  1. Hai notato la quantità di “non protagonisti” prima del Duemila? In fondo se non si affida mai un ruolo protagonista ad un nero, è difficile che potrà mai ambire a quella categoria.
    Che gli Oscar siano un premio esclusivamente politico è innegabile: a seconda di che vento tira, si premiano gli appartenenti all’una o all’altra fazione. Il problema non è ricevere un premio, il problema è lavorare: quando Chris Rock ha condotto la serata degli Oscar l’ha detto chiaramente che le occasioni di carriera per un nero ad Hollywood sono così scarse che al di là di una rosa ristrettissima di nomi famosi è difficile farsi strada, mentre un qualsiasi tizio bianco sconosciuto ha ogni possibilità di carriera possibile e immaginabile. (Chris si lamenta che ogni volta che va ad un provino… Kevin Hart l’ha battuto sul tempo! 😀 )
    Di sicuro negli anni Duemila molto è cambiato, la minoranza nera ha ottenuto concessioni totalmente impensabili fino ai Novanta: addirittura abbiamo un pugile nero protagonista! Ma questo non vuol dire che gli Oscar siano cambiati: semplicemente sono una banderuola, che si muove a seconda di come tira il vento: il giorno che i daltonici avranno peso politico, nascerà la categoria “Miglior attore daltonico” 😀

    Piace a 1 persona

  2. Kikkakonekka ringrazia di cuore, il tuo post è bello ed esauriente.

    Come avrai notato, moltissimi premi sono per recitazioni “non protagonisti”, che forse sono un pelino meno rilevanti degli altri, pur rimanendo premi importantissimi.
    E poi, diciamolo: in percentuale sono davvero pochi.

    Bisognerebbe rivedere la composizione della Academy, anche in funzione delle “quote rosa”.

    Piace a 1 persona

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