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Buona la centoventisettesima

Alcune curiosità su quel genio di Stanley Kubrick. Estremamente perfezionista e non particolarmente rispettoso nei confronti degli attori, da cui pretendeva la massima dedizione, senza possibilità di scuse. In questo era molto simile a Hitchcock, che ha sempre perseguito la perfezione a qualunque costo. Nella sua carriera, ha affrontato più generi cinematografici: il noir, il thriller, l’horror, il peplum, la fantascienza, la commedia nera, la satira politica, il genere di guerra, il genere storico, il dramma psicologico e la fantascienza sociologica. 

Prima di fare cinema, si guadagnò da vivere partecipando a gare di scacchi, gioco che amava molto e che sapeva giocare benissimo. A questo proposito si racconta che un giorno un attore, sul set, portò una scacchiera. Kubrick fermò le riprese e giocò con ogni persona del cast. Inutile dire che vinse ogni partita.

Ricevette in regalo la sua prima macchina fotografica a 13 anni. A 16 anni vendeva già i suoi scatti alla rivista Look per la quale realizzò più di 27000 fotografie, collaborando tra 1945 e il 1950, prima come tirocinante, poi come inviato in giro per gli States.

Il suo primo cortometraggio, Day Of The Fight, risale al 1949 ed era un documentario sul pugile Walter Cartier.

Il suo primo lungometraggio è Paura e desiderio, del 1953.

Si trasferì a Londra nel 1960 e, a causa della sua paura del volo, girò sempre i suoi film in Regno Unito per evitare di dover volare.

Il suo film preferito in assoluto era Eraserhead di David Lynch.

La notte di Michelangelo Antonioni era tra i suoi film preferiti, come pure Luci della città di Charlie Chaplin.

Kubrick vanta il maggior numero di riprese per una sola scena (la scena con Shelley Duvall in Shining, ripresa 127 volte).

Vanta, ulteriormente, i tempi di lavorazione più lunghi per un film (Eyes Wide Shut, 400 giorni).

 L’intero girato di 2001: Odissea nello spazio corrisponde a duecento volte la lunghezza del film.

Ricevette, durante la sua carriera, in tutto 13 nomination agli Oscar. Ne vinse solo uno per gli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio. Vinse però altri premi, tra cui il Leone d’oro alla carriera nel 1997. Tuttavia non conservava mai i premi che vinceva. Preferiva regalarli alla madre o alla sorella.

Secondo una ben nota teoria, l’allunaggio del 1969 sarebbe tutta una montatura: le scene dei primi passi di Armstrong sulla Luna furono, secondo questa teoria, girate in studio. E chi se non Kubrick avrebbe potuto girarle? Le prove di questa connessione tra il regista statunitense e il finto allunaggio sarebbero contenute in Shining. Nel 1968 Kubrick aveva girato 2001: Odissea nello spazio, e dato l’incredibile risultato, venne chiamato dal governo americano per occuparsi delle scene della conquista della Luna. Ovviamente questo rapporto andava tenuto segreto ma Kubrick avrebbe disseminato il film tratto dall’opera di Stephen King con messaggi nascosti e segnali in codice. Ad esempio, nella sala in cui Jack Torrance scrive il romanzo c’è un drappo indiano i cui ricami assomigliano a missili pronti a partire.

Oppure, il celebre motivo della moquette dove gioca Danny  sarebbe molto simile alla piattaforma di lancio di Cape Canaveral da cui è partito il razzo Saturn 5, quello della missione Apollo 11. Inoltre, Danny in molte scene indossa un maglione proprio con la figura di una navicella e la scritta Apollo 11.

Arancia meccanica (1971)

Nel film tratto dal libro di Anthony Burgess vi sono diverse scene di violenza esagerata tra cui quella di uno stupro. Kubrick la girò, ma il risultato finale non lo esaltò: la sequenza in cui i drughi attaccano lo scrittore e ne violentano la moglie, secondo il regista era poco eccitante. Così, per rendere meglio l’esaltazione euforica del personaggio di Alex, Kubrick chiese a McDowell di fare qualcosa di oltraggioso: ballare. L’attore improvvisò e iniziò a canticchiare il classico di Gene Kelly tratto da Cantando sotto la pioggia: “Perché quella canzone esprime euforia” ha raccontato poi l’attore britannico “ed è esattamente quello che prova il personaggio”. Kubrick rimase estasiato: acquistò immediatamente i diritti per l’utilizzo del brano per 10.000 dollari.

Shining (1980)

Dato che Danny Lloyd, il giovane attore che impersonava il bambino, era molto piccolo, e poiché si trattava del suo primo lavoro come attore, Stanley Kubrick fu molto protettivo nei suoi confronti, e gli fece credere che il film fosse un dramma e non un horror: quando Wendy porta via Danny mentre Jack tenta di ucciderli, in realtà Shelley Duvall sta trasportando un manichino a grandezza naturale. Lloyd vide il film solo a diciassette anni, undici anni dopo le riprese.

Kubrick, per il ruolo di Jack Torrance, aveva considerato anche Robert De Niro e Robin Williams, prima di Nicholson. Per mettere Jack Nicholson nel giusto stato d’animo, gli sono stati dati da mangiare solo panini al formaggio per due settimane, e lui odiava il formaggio. Anjelica Huston, che viveva con l’attore all’epoca delle riprese, ha ricordato che, a causa delle lunghe ore sul set e della ripetitività alla base del lavoro di Kubrick, Nicholson quando tornava a casa filava dritto verso il letto, crollava e si addormentava immediatamente.

Nonostante il suo perfezionismo esagerato, Kubrick riuscì a girare la difficile scena del fiume di sangue dagli ascensori in sole tre riprese. Purtroppo però ci vollero nove giorni per accontentarlo, perché ogni volta che si preparava a dare il ciak, iniziava a lamentarsi del liquido usato, che non assomigliava abbastanza a del sangue vero.

Stephen King è stato piuttosto deluso dal film: pur ammettendo che le immagini di Stanley Kubrick fossero sbalorditive, lo reputa superficiale e poco sostanzioso. Ha spesso descritto il film come: “Un’auto elegante senza motore”.

Nonostante le accanite pretese di Kubrick, Jack Nicholson ha ammesso di avere avuto un buon rapporto di lavoro con lui. Fu con Shelley Duvall che il regista si comportò diversamente. Con l’attrice il regista perdeva la pazienza, arrivando persino a dirle che stava sprecando il tempo di tutti sul set. In seguito l’attrice commentò che probabilmente stava cercando di spingerla al limite per ottenere il meglio da lei, e che non avrebbe scambiato quell’esperienza per nulla al mondo … sebbene aggiunse che non l’avrebbe mai più ripetuta. Secondo la Duvall, la scena del famigerato urlo Sono il lupo cattivo! è stata girata in tre giorni e ha richiesto l’uso di sessanta porte.

La scena della pallina da tennis che rotola verso Danny è stata realizzata dopo cinquanta ciak.

Full Metal Jacket (1987)

L’attore che interpretò il sergente Hartman in Full Metal Jacket era davvero stato un sergente. Per ottenere la parte, stupì Kubrick improvvisando e cominciando ad insultare tutto il cast con i peggiori insulti. Fu così che Kubrick lo scritturò per il ruolo. All’inizio doveva essere un assistente tecnico per il film, una specie di consulente. Kubrick rimase folgorato dopo aver visto un suo video di addestramento reclute. Il regista acconsentì addirittura che Ermey si scrivesse i propri dialoghi e questo nonostante la sua celebre mania del controllo. “Un eccellente interprete che necessita solo di due o tre indicazioni”: questa fu la sua opinione riguardo a Emery. Insieme hanno fatto storia.

L’attore era un vero istruttore dei Marines. Ronald Lee Ermey era un giovane teppista, arruolato nel corpo militare nel 1961. Un giudice gli concesse di scegliere tra la vita militare e il carcere. Per due anni prestò servizio in qualità di drill instructor (un grado simile al sergente istruttore ) a San Diego dal 1965 al 1967. Nel 1968 andò in Vietnam per 14 mesi: venne mandato in missione per due volte a Okinawa, in Giappone. Ha recitato anche in Mississippi burning, Alcatraz – L’isola dell’ingiustizia e Non aprite quella porta. E’ scomparso due anni fa per le complicazioni di una polmonite.

Gli attori che interpretavano i marines in Full Metal Jacket dovettero realmente sottoporsi all’addestramento, che richiedeva anche il radersi la testa una volta a settimana. Durante la lavorazione del film, Matthew Modine fu informato che la moglie stava per partorire, e ovviamente chiese il permesso di potersi assentare dal set, ma Kubrick glielo rifiutò. “Cosa vorresti andare a fare? Probabilmente sverresti e saresti solo d’intralcio”.

Eyes wide shut (1999)

Il numero di riprese cui fu sottoposto Cruise per ottenere la scena migliore mentre attraversava una porta fu di 95. Nel corso dei 15 mesi di produzione Tom Cruise sviluppò un’ulcera, perché era un attore ambizioso e disperato di soddisfare il suo mai soddisfatto regista; e perché il soggetto del film pescava direttamente dalla realtà. Tuttavia, pare non l’abbia mai rivelato a Stanley.

Kubrick chiese a Tom e Nicole di interpretare i personaggi di Eyes Wide Shut anche terminate le riprese quotidiane, dormendo nella camera da letto sul set, arredando la casa fino alla scelta delle tende, lasciando i vestiti per terra e le monete nello svuota tasche.

Vicino alla data di uscita del film, sulla rivista Star uscì un articolo che rivelava come Kubrick, vista l’incapacità della coppia Cruise-Kidman di amoreggiare in modo convincente sul set, fosse stato costretto ad assumere dei terapisti sessuali. Tom e Nicole fecero causa, trascinando in tribunale anche la rivista Express, che aveva sostenuto che il loro matrimonio fosse frutto di un accordo. Vinsero in entrambi i casi.

FONTI: everyeye, filmpost, justanothermovie, PN il primato nazionale.

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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

28 pensieri riguardo “Buona la centoventisettesima”

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