Final destination (2000)

Questa sarà probabilmente una delle recensioni più brevi del mio blog. Il film non è sicuramente una pietra miliare della storia del cinema, tuttavia è originale e interessante per le tematiche proposte. Per chi non lo conosce, la storia è presto detta.

Alcuni studenti in partenza per Parigi dovrebbero prendere l’aereo, ma uno di loro ha una specie di premonizione in cui vede l’aereo esplodere subito dopo il decollo, e, in preda al panico, convince parte del gruppo a scendere prima che l’aereo parta. Non vi dico cosa succede dopo, se per caso ci fosse qualcuno che non l’ha ancora visto.

Vi dico solo che la morale del film è che non si inganna facilmente la morte, e quando arriva la nostra ora, niente e nessuno può sottrarci al nostro destino. Non avendo particolari meriti cinematografici, la bellezza di questo film sta proprio nella sua morale, nella riflessione sulla vita e sul fato che propone allo spettatore. Il resto è un filmetto adolescenziale in salsa horror, neanche troppo spaventoso.

Final Destination in realtà evita accuratamente alcuni tipici cliché del genere, come ad esempio la presenza di un nemico ben definito contro cui combattere, sia esso uno psicopatico, un mostro o un fantasma. Qui si combatte contro la Morte in persona, che di volta in volta  prende l’aspetto di un insieme di eventi all’apparenza casuali che hanno tutti un obiettivo finale, purtroppo ineluttabile: quello di ristabilire un equilibrio compromesso da un’ improvvisa rivelazione del futuro.

L’idea di fondo era innovativa e originale, avrebbe potuto essere sviluppata in modo intelligente, addirittura filosofico o teologico. Il film prende spunto in qualche modo da un episodio di Ai confini della realtà, dove però il tema della premonizione era sviluppato in maniera più affascinante.  Invece qui gli autori hanno preferito calcare la mano sull’aspetto horror della storia, e gli attori non hanno sicuramente aiutato a migliorare la qualità del film.

Non contenti, i produttori hanno voluto dar seguito alla saga con altri episodi, tra sequel e prequel, proponendo una serie ripetitiva e progressivamente sempre più raccapricciante di morti più o meno accidentali, che fanno rimpiangere l’esplosione dell’aereo. Tra gli attori, va ricordata la bionda Ali Larter, che diventerà uno dei protagonisti della serie Heroes, e l’attrice A. J. Cook, più nota come l’agente JJ di Criminal Minds, che compare nel primo sequel della saga. Come curiosità, va ricordato che il cast originale prevedeva la presenza di Tobey Maguire e Kirsten Dunst, protagonisti due anni dopo di Spiderman. Non è dato sapere perchè abbiano rifiutato.

Come spesso succede in casi come questo, il film, con tutti i suoi seguiti, è diventato oggetto di culto, soprattutto tra i giovanissimi, e si è scatenata tra i fan una specie di caccia al tesoro alla ricerca di simboli e segnali premonitori inseriti nelle scene clou. Dalla canzone di John Denver, morto realmente in un incidente aereo, più volte ripetuta durante il film, al numero 666 che compare su un carrello visto dall’aereo, fino alla presenza di una bambola appesa e una ghigliottina già nei titoli di testa del film.

L’inizio si fa notare e il resto del film, nonostante qualche caduta nel grottesco, intrattiene e incuriosisce. Ci sono anche un paio di scene splatter, ma molto soft. Gli attori sono quello che sono, ma stanno bene al gioco. Nell’insieme è un film intrigante che si può vedere, mentre gli episodi successivi sono interessanti solo per l’originalità delle esecuzioni, in cui si può dire che gli sceneggiatori si sono decisamente sbizzarriti.

Complimenti a Farida Hakim, Alessandro Gianesini, Austin Dove, Irene (la Gnoma), Lisa, Fantom Caligo, e Silvia che hanno indovinato.


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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

17 pensieri riguardo “Final destination (2000)”

  1. Sì, concordo che non sia una pietra miliare del cinema. Un paio di film sono interessanti, ma alla lunga risultano ripetitivi e, spesso, trascendono nello splatter. Non ricordavo di “JJ”, sai? E’ passato parecchio… 🙂

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  2. Ieri ho evitato di partecipare all’indovinello perché ho visto che avevano già risposto in molti…
    Comunque, un film che -come dici- non sarà un capolavoro ma ha segnato un genere, che è quello del teen-horror/thriller anni ’90/2000…

    Moz-

    Piace a 1 persona

  3. Penso che il primo sia il migliore, come succede nella maggioranza dei casi, degli altri penso di averne visto uno solo anche se non ricordo quale, ma il primo mi è piaciuto molto.

    Piace a 1 persona

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