Chi ben comincia… Christopher Walken

Il prossimo 31 marzo compirà 82 anni, ed uno dei più versatili attori del cinema americano. Diventato celebre per ruoli inquietanti, eccentrici e spesso violenti, non di rado ha saputo sfumare le sue interpretazioni con una sottile ironia, sfruttando il suo aspetto inconsueto.
Pochi lo sanno, ma ha cominciato da bambino: la sua prima apparizione risale al 1953, quando aveva appena 10 anni, in una serie televisiva che non è mai arrivata in Italia, The Wonderful John Acton.

Al cinema debutta 18 anni dopo, nel 1971 in un film di Sidney Lumet, Rapina record a New York, dove recita in un piccolo ruolo accanto a Sean Connery. Nella foto qui sotto lo vediamo con uno splendido taglio di capelli, che purtroppo abbandonò presto. Qui aveva 28 anni.

Nel 1976 compare in un film di Paul Mazursky, Stop a Greenwich Village, dove è un giovane di belle speranze che cerca di sfondare nel cinema. Anche nella realtà, la grande occasione deve ancora arrivare.

Il primo ruolo importante glielo offre Woody Allen nel 1977, quando Christopher ha 34 anni. Il film è Io e Annie, e Walken interpreta il fratello di Annie, aspirante suicida.

A proposito del suo ruolo, ha detto Walken: “Nel film interpreto un uomo che vuole suicidarsi. E’ stato il primo ruolo in cui tante persone mi hanno notato… e probabilmente è proprio a causa di questo personaggio che poi tutti hanno continuato a propormi ruoli di persone disturbate. Da quel momento è stato difficilissimo trovare ruoli meno cupi!”. Infatti l’anno dopo Walken interpreta Il cacciatore, che gli vale l’Oscar come miglior attore non protagonista.

E il resto è storia.


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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

27 pensieri riguardo “Chi ben comincia… Christopher Walken”

    1. Non discuto mai i gusti, perché sarebbe assurdo. Ognuno di noi percepisce le cose in modo diverso, addirittura c’è chi dice che vediamo persino i colori in modi differenti (daltonici a parte). Perciò può capitare che lo stesso film, la stessa musica o la stessa opera d’arte diano sensazioni diverse a persone differenti. Non so cosa intendi sul Re leone, ma io l’ho trovato molto noioso come storia, a parte le digressioni di Timon e Pumbaa.

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