La sceneggiatura del film La febbre del sabato sera si ispirò a un articolo del New York Magazine, a cura di un critico musicale britannico, intitolato Tribal Rites of the New Saturday Night. Una ventina d’anni dopo l’uscita del film, fu l’autore stesso dell’articolo ad ammettere che il suo pezzo era frutto di pura invenzione e che non aveva effettivamente intrapreso nessuno studio o ricerca sull’ambiente delle discoteche dell’epoca.
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Frank Darabont, regista de Le ali della libertà, teneva particolarmente al realismo della pellicola. Innanzi tutto il film fu girato all’interno di un vero penitenziario, facendo recitare anche delle vere guardie carcerarie, alcune delle quali furono definite dal regista stesso “molto portate per la recitazione”; Tim Robbins, da parte sua, collaborò sperimentando sulla sua pelle l’esperienza dell’isolamento, in modo da risultare più credibile, mentre le foto di Red da giovane, che vengono spesso inquadrate nel film, erano in realtà foto di Alfonso Freeman, figlio di Morgan. La scena finale dell’incontro sulla spiaggia tra Red e Andy è stata girata e inserita in un secondo momento, perché il regista avrebbe preferito non mostrare il loro incontro.
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Durante l’era del cinema muto si fecero molte ipotesi sulle parole realmente pronunciate dalle labbra degli attori, perché spesso il labiale non corrispondeva a quanto scritto sui cartelli che accompagnavano le scene. Si narra, ad esempio, che mentre una ragazza veniva dolcemente sollevata dal suo amante e adagiata sul letto in un tenero abbraccio, le sue labbra dicevano chiaramente: “Bastardo, se mi fai cadere ti ammazzo”
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Per interpretare Léon a fianco di Jean Reno era stata iniziamente scelta Liv Tyler, che all’epoca aveva 17 anni, ma fu poi sostituita perché ritenuta troppo grande per il ruolo. La giovanissima sostituta fu Natalie Portman, all’epoca tredicenne. I genitori non gradirono il fatto che in alcune scene la figlia dovesse fumare, e imposero al regista delle regole ferree: intanto Natalie non avrebbe mai dovuto aspirare il fumo, e le scene in cui era costretta a fumare non sarebbero state più di 5 in tutto il film. Inoltre il suo personaggio avrebbe smesso di fumare nel corso della storia.
FONTI: Liguori-Cuomo-Grossi, Cult: I film che ti hanno cambiato la vita – Peter Hay, Accadde a Hollywood
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La Portman era più bella da ragazzina.
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A me sembra più o meno simile, considerati i segni inevitabili dell’età. Era carina ed è rimasta un tipo. Per i miei gusti la bellezza è altro. Ad esempio Liv Tyler, era splendida da ragazza, ed è una bellissima donna. Sempre questione di gusti…
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Secondo i miei gusti oggi è meglio Liv. A tredici anni era meglio la Portman.
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Buongiorno 1 Ma si sa se adesso fuma ?
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Buongiorno. Sinceramente non lo so, ma non credo perché è vegana, salutista convinta… Non è tipo da fumare.
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Bella domanda quella di All
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Infatti!
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Divertente la cosa del muto 😂
Ma mi ha fatto sorridere anche la prima notizia, sulla Febbre: adesso sarei curiosa di leggere quella ricerca!
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Chissà quante se ne inventano così anche oggi…
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Belle curiosità. Buon lunedì
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Grazie, buona giornata.
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Buona settimana Raffa. 🙂
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Grazie, Nadia, buon inizio anche a te 💙
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Anche per l’epoca non era così difficile mettere del fumo finto in post-produzione.
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Hai ragione, ma forse non per i francesi.
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Bello brava
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Grazie
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E’ sempre curioso leggere questi aneddoti, grazie Raffa 😉
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Grazie a te per il passaggio 🙂
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cmq la prima è contro l’etica del giornalismo, in teoria, anche perke è un giornale importante
e l’ultima, sapendo come parla l’attrice del film, credo che i genitori si dovessero preoccupare di ben altro che del fumo
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Sulla prima hai ragionissima, anche perché allora esisteva ancora l’etica del giornalismo. Sull’ultima, penso che il fumo sia pià nocivo delle parolacce.
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Lei ha sempre detto di trovarlo un film disturbante e di non essersi sentita benissimo sul set
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