Il suo vero nome era Luigia Lollobrigida, ed era nata a Subiaco, in provincia di Roma, il 4 luglio 1927. Frequenta il liceo artistico e studia canto per diventare soprano, ma approda presto al cinema grazie alla bellezza esuberante che non passa inosservata. Trasferitasi a Roma nel 1945, studia all’istituto di Belle Arti, mentre per mantenersi fa la modella fotografica. Per sbarcare il lunario lavora a Cinecittà come comparsa ed interpreta anche alcuni fotoromanzi. Nel 1947 partecipa al concorso di Miss Italia, classificandosi al terzo posto dopo Lucia Bosé e Gianna Maria Canale. Nonostante non abbia vinto il popolarissimo concorso di bellezza, decide di entrare a tutti i costi a far parte del mondo del cinema. Ed è una delle poche attrici italiane dell’epoca ad affermarsi senza aver sposato un produttore.

Comincia come generica a Cinecittà, finché Mario Costa le affida il ruolo di Dora in Follie per l’opera (1948). Malgrado il suo temperamento vivace, le venivano assegnate sempre parti di ragazza ritrosa e timida; solo Pietro Germi intuì le sue potenzialità e le affidò il ruolo della delatrice Daniela in La città si difende (1951). Chiamata in Francia, incontrò finalmente il suo personaggio ideale: la zingara Adeline, innamorata e dispettosa protagonista di Fanfan la Tulipe (1952), da lei interpretata con enorme successo al fianco di Gérard Philipe.

Dopo aver preso parte nel 1952 a Il processo di Frine, ultimo episodio di Altri tempi di Alessandro Blasetti, dove è una popolana che viene assolta dall’accusa di omicidio grazie alla sua bellezza e all’astuzia del suo avvocato, recitò di nuovo con Gérard Philipe in Le belle della notte di René Clair, nelle succinte vesti di un’odalisca, e fu con Humphrey Bogart e Jennifer Jones nel cast de Il tesoro dell’Africa di John Huston. A proposito di lei, Bogart ebbe a dire: «In quanto a sex appeal, Marilyn Monroe accanto alla Lollo sembra solo Shirley Temple». Ancora nel 1953, mentre rivelava insospettate doti drammatiche ne La provinciale di Mario Soldati, dava prova di una recitazione immediata e spontanea nel ruolo in cui più spesso viene identificata, quello dell’impertinente Bersagliera in Pane, amore e fantasia, che ne decretò definitivamente il successo e le valse nel 1954 il Nastro d’argento come migliore attrice protagonista.

È stata una delle dive italiane più popolari del periodo postbellico, dapprima in concorrenza con Silvana Pampanini, quindi con Sophia Loren, con la quale ci fu sempre una forte rivalità, acuita dal fatto che il pubblico italiano amava schierarsi. In quel periodo l’Italia si divideva tra Coppi e Bartali, e tra Loren e Lollo, com’era affettuosamente soprannominata, cercando di decretare chi delle due fosse più bella e più brava. Senza nulla togliere al fascino indiscusso della Loren, Gina Lollobrigida si distingueva per la briosità del suo carattere allegro e combattivo, e per la spontaneità della sua recitazione; la sua bellezza tipicamente mediterranea era inoltre addolcita da una grazia e una femminilità mai volgare, anche nei ruoli di popolana.

Per lei De Sica coniò il termine di maggiorata, che da lì in poi contraddistinse molte sue colleghe dotate come lei di forme procaci e sensuali. Il successo e la notorietà raggiunti si consolidarono grazie ai successivi lavori: La romana (1954) di Luigi Zampa, e Pane, amore e gelosia (1954) di Comencini, al punto che, ormai diva indiscussa di quegli anni, la Lollo poté permettersi di rifiutare un progetto come Pane, amore e… (1955) di Dino Risi, lasciando il posto a Sophia Loren. Nel 1956 vinse il David di Donatello, appena istituito, per l’interpretazione della cantante Lina Cavalieri in La donna più bella del mondo (1955) di Robert Z. Leonard, in cui sfruttò anche la sua voce da soprano cantando personalmente le arie della Tosca.

Il suo impegno all’estero proseguì con film come Trapezio (1956), con Burt Lancaster e Tony Curtis, e il plumbeo Notre-Dame de Paris (1956), dal romanzo di Victor Hugo, in cui ha il ruolo di Esmeralda, ancora una volta una zingara, accanto ad Anthony Quinn che interpreta Quasimodo. Chiamata a Hollywood, recitò al fianco di Frank Sinatra in Sacro e profano (1959) di John Sturges, e nel biblico Salomone e la regina di Saba di K. Vidor, con Tyrone Power. A proposito di questo film, raccontò che era stata una delle esperienze più terribili della sua vita, perché Power era morto d’infarto, durante le riprese, proprio davanti a lei.

Molto più piacevole il ricordo di Rock Hudson, con cui girò due commedie, Torna a settembre, nel 1961, e Strani compagni di letto, nel 1965: l’attrice lo definì un uomo bellissimo e una persona straordinariamente gentile, uno dei partner migliori con cui avesse mai lavorato. Dopo il personaggio di Paolina Borghese in Venere imperiale, che le valse nel 1963 un secondo Nastro d’argento e un secondo David di Donatello, poche furono le sue interpretazioni significative: la sfiorita e dolente Margherita, sfruttata da Jean-Paul Belmondo, in Mare matto di Castellani; l’amante ricattata da un bieco e affascinante Sean Connery ne La donna di paglia (1964); la bella e scaltra italiana in Buonasera, signora Campbell (1968), ruolo che le valse il terzo David di Donatello; infine la fata turchina nello sceneggiato televisivo Le avventure di Pinocchio (1972) di Comencini.

Nel 1996 ha ricevuto il David di Donatello alla carriera insieme a Vittorio Gassman. Abbandonata la carriera di attrice nel 1975, si è dedicata attivamente al giornalismo, alla fotografia e alla scultura. Ha pubblicato il libro fotografico Italia mia (1972) e ha diretto due documentari, Le Filippine (1972) e Ritratto di Fidel (1975).
Nel 1980 in Italia è stata nominata Cavaliere della Repubblica e, nell’ottobre 1996, è diventata Accademica Onoraria dell’antica Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, terza donna a ricevere quest’onore, dopo l’astronoma Margherita Hack ed il Premio Nobel Rita Levi Montalcini.
Nel gennaio 1949 aveva sposato il medico sloveno Milko Škofič, da cui ha avuto un figlio, Andrea Milko. Il matrimonio finì con un divorzio nel 1975.
Gina Lollobrigida si è spenta a Roma, il 16 gennaio 2023 all’età di 95 anni. Secondo le sue volontà, le sue spoglie sono state seppellite nel piccolo cimitero di Subiaco.

«Ho studiato pittura e scultura a scuola e sono diventata attrice per errore. Solo dopo aver lasciato il cinema, ho potuto fare finalmente quello che mi piace, ma non ho mai abbastanza tempo per tutto»
FONTI: Enciclopedia del cinema, Treccani – imdb
Buon giorno Peccato per il finale di vita
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Buongiorno! Niente lieto fine per lei
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Mi stava simpatica, in effetti è stata una donna molto bella.
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E penso, ma non ne sono sicura, che sia invecchiata “naturalmente”, senza ritocchini, a differenza di altre che sfoggiano zigomi di plastica…
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Lo penso anch’io.
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La bellezza é sempre molto soggettiva, sicuramente una bella donna che credo abbia sofferto molto, soprattutto negli ultimi anni. Buona giornata.
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La bellezza è certamente soggettiva. In realtà ho usato questo titolo perché fu soprannominata così all’epoca della massima fama. Buona giornata 🙂
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Gina Lollobrigida mujer bella, única e irrepetible, gloria del cine por siempre y para siempre, orgullo del celuloide y sus cintas. Un abrazo
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Gracias por sus amables parablas 💙
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Era molto bella, era l’attrice preferita di mia madre.
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Certamente i giovani la conoscono poco…
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La conoscevo di nome, ma credo di averla vista soltanto in Pinocchio.
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oddio… maggiorata… non mi sembra particolarmente tettona… la Loren lo era di più, pure la Monroe in relazione all’altezza. Poi parlando di altezza, Katy, Beyonce, Pausini e Rihanna lo sono anche perché essendo alte e con spalle larghe e tutto proporzionato. Ma lei non la definirei una maggiorata!
Comunque mi ha fatto riflettere questa frase: “insospettate doti drammatiche ne La provinciale”
Molti attori e attrici belli e sex symbol spesso sono solo belli, la gente si dimentica che potrebbero possedere ottime capacità recitative!
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