1897 – 1991
Il suo nome completo era Frank Russell Capra. Nasce a Bisacquino, in provincia di Palermo il 18 maggio 1897, a soli sei anni arriva negli Stati Uniti con la famiglia, che aveva abbandonato la Sicilia in cerca di fortuna. Naturalizzato statunitense, inizia la sua avventura nel cinema negli anni ’20, dopo la laurea in ingegneria chimica.
Fortemente convinto della centralità del ruolo del regista, ma allo stesso tempo alla continua ricerca di una regia invisibile che non mostrasse la macchina da presa, Capra cercò di realizzare sempre storie che coinvolgessero ed emozionassero lo spettatore.
Considerato il regista dei buoni sentimenti e dell’uomo comune, che alla fine si rivela un eroe, firmò storie ricche di ottimismo, basate su sceneggiature perfette e talvolta concepite come vere e proprie fiabe. Una delle sue opere più famose, La vita è meravigliosa del 1946, si apre addirittura in Paradiso. Ma, guardati con più attenzione, alcuni suoi film nascondono un’inaspettata e struggente malinconia.

Protagonista dei suoi primi film di successo fu un comico dal volto di bambino triste, Harry Langdon, che già presenta le caratteristiche dei più riusciti personaggi di Capra: il candore e la generosità che si scontrano con la crudeltà e le ingiustizie del mondo, ma che alla fine risultano vincenti, grazie alla solidarietà che suscitano nella gente comune. La realtà dura da affrontare in cui si dibattono gli eroi di Capra corrisponde alla situazione degli Stati Uniti degli anni ‘30, un periodo di grande crisi economica e di forti conflitti sociali.

La sua notorietà è legata soprattutto ai film in cui, con tono leggero, ha affrontato temi di carattere sociale, conquistandosi tre premi Oscar, nel 1934, con Accadde una notte, nel 1936 con È arrivata la felicità e nel 1938 con L’eterna illusione. Ma vanno ricordati anche Orizzonte perduto, del 1937, meravigliosa parabola sulla ricerca della vera felicità, e Arsenico e vecchi merletti, del 1944, straordinaria commedia brillante con un giovanissimo Cary Grant, un film lontano dalle tematiche care al regista, che rivela però tutto il suo talento nel dirigere gli attori.

Nelle sue commedie le difficoltà vengono superate con un improvviso rovesciamento della situazione. Così ad esempio in Signora per un giorno del 1933, rifatto dal regista nel 1961 con il titolo Angeli con la pistola, Annie, una vecchia mendicante, all’arrivo della figlia potrà trasformarsi in una signora ricca ed elegante grazie all’aiuto di un gangster e della sua banda, che a loro volta si fingeranno esponenti dell’alta società. Mentre in È arrivata la felicità del 1936 il giovane protagonista, divenuto improvvisamente miliardario e assediato da sfruttatori e imbroglioni, deciderà di dividere il suo denaro con i meno fortunati. E in Mr. Smith va a Washington del 1939, un giovane senatore idealista, scelto da altri senatori corrotti perché ritenuto ingenuo, riuscirà a sventare una truffa, parlando per ore al Senato.

I protagonisti dei film di Capra, sempre interpretati da grandi attori dalla faccia pulita, come Gary Cooper o James Stewart, all’inizio sono spesso visti come stravaganti o addirittura un po’ pazzi. Come ad esempio i membri della famiglia Sycamore in L’eterna illusione del 1938, tutti impegnati a fare solo ciò che amano, poiché hanno compreso quali siano le cose fondamentali della vita e come il denaro non sia la cosa più importante, perché non lo si può portare con sé al termine della propria esistenza.

Nei suoi film hanno un ruolo importante anche le eroine, donne forti che lavorano, indipendenti e dotate di buon senso. In qualche caso decise ad abbandonare privilegi e ricchezze per inseguire l’amore, come la protagonista di Accadde una notte del 1934, figlia di un miliardario, ma pronta ad attraversare l’America in autobus e a fare l’autostop insieme all’uomo che la conquisterà, un giornalista squattrinato.

Ma a guardare più da vicino, nel mondo ritratto da Capra si scopre ben presto una vena di tristezza, che con gli anni divenne sempre più profonda. Ed è evidente non solo nei film drammatici, ma proprio nelle commedie, dove si nota che la sua fiducia nella solidarietà tra gli uomini andò incrinandosi sempre di più. Così la folla si rivela non più solidale, ma minacciosa in Arriva John Doe del 1947. E persino La vita è meravigliosa (1946) presenta qualche tratto inquietante. Infatti, quando l’angelo Clarence mostra allo sfiduciato protagonista come sarebbe stata difficile la vita degli abitanti della sua città, se lui non fosse mai nato, il film diventa cupo e la visione si trasforma in un incubo, rivelando come anche l’ottimista Capra fosse ormai convinto che la realtà è molto più difficile da affrontare e più complessa da vivere, di ogni sogno.
Frank Capra si è spento a 94 anni, a La Quinta, in California, il 3 settembre 1991.

«Non ero interessato alla gloria, ma a fare film. Non volevo esibire la macchina da presa, il regista, lo sceneggiatore. Volevo il pubblico coinvolto nella storia»
FONTI: Enciclopedia del cinema Treccani – wikipedia
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Miiii siculo fu e si vidi.
😁
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Si vede parecchio, soprattutto da vecchio.
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Eh sì!!!😄
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devo dire che una raccolta di film di Capra, me la regalù mia figlia anni fa per un compleanno, sono in DVD e in lingua originale e devo dire che li conservo gelosamente! mi piacciono tutti senza riserve ed è verissimo quanto scrivi Raffa, c’è sempre un filo di malinconia a volte leggera a volte più profonda in tutti i suoi film! grazie per qesto ricordo e brava come sempre!
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Grazie a te per l’apprezzamento che mi dimostri sempre. Oggi e domani sono giorni impegnatissimi, mi porto avanti e ti faccio gli auguri intanto…
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Buonasera 1 molti li ho visti
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Buona serata a te. Erano film bellissimi.
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Alcuni sicuramente
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