Elsa Lanchester, caratterista per scelta

1902 – 1986

Attrice versatile, valida interprete di una vasta gamma di generi, ha avuto una carriera lunga e variegata, durata dal 1927, anno del debutto, fino al 1980. Pur non essendo particolarmente bella, soprattutto al confronto con le dive dell’epoca, era comunque accattivante e nell’insieme graziosa, con labbra carnose e occhi scuri molto espressivi, che sapevano all’occorrenza essere maliziosi. Negli anni si specializzò in ruoli di eccentriche zitelle e argute vedove, riuscendo sempre a infondere il suo personale senso dell’umorismo in quasi ogni ruolo interpretato, ma ha legato il suo nome e il suo volto al film del 1934, La moglie di Frankenstein, in cui ricopriva il doppio ruolo di Mary Shelley e della compagna del mostro. A lei si ispirò Madeline Kahn per il suo personaggio in Frankenstein junior.

Il suo vero nome era Elizabeth Lanchester Sullivan, nata a Londra il 28 ottobre 1902, figlia minore di Edith Lanchester e James Sullivan, una coppia di bohémien che non credevano in uno stile di vita convenzionale, tanto che la madre fu fatta internare in manicomio dalla sua famiglia, perché lei e James Sullivan non credevano nell’istituzione del matrimonio, e si rifiutavano di sposarsi. Il caso fu noto all’epoca come il “Rapimento Lanchester” e riportato sui giornali di tutto il mondo. Sembra che Edith e James si allontanassero sempre da qualsiasi cosa avesse a che fare con la legge: vissero perciò attraversando l’Inghilterra e spostandosi continuamente. Elsa venne indirizzata dalla madre verso lo studio della danza, e a questo scopo a 10 anni fu inviata a Parigi, dove studiò per due anni sotto la guida di Isadora Duncan. Rientrò in Inghilterra allo scoppio della Prima guerra mondiale e fu mandata in un collegio misto in Galles, per insegnare danza in cambio di istruzione e vitto. A 16 anni, contribuì a fondare insieme alla madre l’Edith Sullivan “Children’s Theatre” dove insegnò per diversi anni.

Durante questo periodo, fece parte di un gruppo che metteva in scena opere teatrali in un atto e cantava canzoni da cabaret. Nel 1922 debutta a teatro e nel 1927 inizia a lavorare nel cinema, dapprima in alcuni lungometraggi muti. Successivamente, sotto contratto con la London Film di Alexander Korda, negli anni ’30 è nel cast di sontuosi film in costume di genere storico e letterario, Le sei mogli di Enrico VIII, La vita privata di Don Giovanni, L’arte e gli amori di Rembrandt e nel 1935, prima di firmare un accordo con la Metro-Goldwyn-Mayer, è ingaggiata dalla Universal per il suo primo film americano, La moglie di Frankenstein, un grande successo critico e commerciale che le concede straripante popolarità.

Malgrado il favore del pubblico, i suoi ruoli, anche per sua scelta, rimangono ancorati a figure di supporto, talvolta da co-protagonista, ma quasi mai da prima attrice. Dalla metà degli anni ’30 fino a tutto il decennio successivo è presente in film importanti di ogni genere, Davide Copperfield, Il fantasma galante, Torna a casa Lassie!, La stanza del Vescovo, L’ispettore generale, La scala a chiocciola, Il filo del rasoio, Il tempo si è fermato e Le due suore, per cui riceve la sua prima nomination all’Oscar. Negli anni ’50 continua il suo trend attraverso personaggi eccentrici, come ne La strada del mistero, I miserabili, Una strega in Paradiso; va ricordata in particolare la notevole performance (che le vale la seconda nomination all’Oscar e il Golden Globe) in Testimone d’accusa, nella parte della governante di un avvocato, interpretato da suo marito, l’attore Charles Laughton, al loro ultimo film girato in coppia.

Sebbene avesse girato sei film di successo con il marito, non si considerarono mai come una coppia di attori. In un’intervista del 1958, dichiarò: “Avevamo carriere separate quando ci siamo incontrati per la prima volta, e separate le abbiamo mantenute”. Impegnata molto anche in televisione, lascia il cinema per diversi anni ma vi ritorna nel 1964, partecipando ai disneyani Mary Poppins, F.B.I. operazione gatto, Il fantasma del pirata Barbanera. Quindi, nel 1976 si fa ancora apprezzare in Invito a cena con delitto, nella parodia di Miss Marple. Interpreta il suo ultimo film nel 1980, la commedia Die Laughing. Dopo il ritiro dalle scene, è colpita da due infarti ravvicinati, che la costringono a letto. Muore di broncopolmonite a 84 anni, il 26 dicembre 1986.

Aveva sposato l’attore Charles Laughton nel 1929, ed è rimasta con lui fino alla sua morte, nonostante avesse scoperto, due anni dopo le nozze, che lui era omosessuale. Nel marzo 1983, Lanchester aveva pubblicato un’autobiografia, affermando di non aver mai avuto figli con Laughton perché lui era omosessuale. Maureen O’Hara, amica e collega di Laughton, negò che questo fosse il motivo per cui la coppia non aveva avuto figli. Sostenne che Laughton le avesse confidato che non avevano mai avuto figli per via di un aborto di gioventù, che le avrebbe impedito di rimanere nuovamente incinta.

Secondo il suo biografo, Charles Higham, il motivo per cui non ebbero figli era che né lei né suo marito ne desideravano. Del resto era nota l’antipatia che Laughton nutriva per i bambini, al punto che nell’unico film che diresse, La morte corre sul fiume, lasciò che fosse Mitchum a dirigere tutte le scene in cui erano presenti i bambini.

«Una regola fondamentale, per non sembrare stupidi, è di non intervenire mai in una conversazione di cui non si conosca l’argomento»

FONTI: cinekolossal – elsalanchester.freeservers.com – IMDb.com


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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

13 pensieri riguardo “Elsa Lanchester, caratterista per scelta”

  1. Nonostante tutto ha lavorato in diversi film costruendo una bella fama. Bella la citazione degna della donna che era; untelligente. Buona serata Raffa e bravissima come sempre 🥀

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    1. Anche per me. E giustamente gli americani li chiamano attori di supporto, perché spesso sono essenziali nella storia e funzionali ai protagonisti. Un po’ come la spalla per il comico.

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