Myrna Loy, la moglie ideale

1905 – 1993

Il suo vero nome era Myrna Adele Williams. Nota per la sua grazia seducente, mai volgare, ricca di talento ironico e innata simpatia, è stata tra le dive di punta della commedia sofisticata hollywoodiana. La sua carriera è stata caratterizzata da un duplice percorso, che agli inizi l’ha vista interpretare donne ambigue e pericolose, per poi dar vita, a partire dalla metà degli anni ‘30, a personaggi di mogli esemplari, innocenti ed eleganti, in commedie brillanti e sentimentali.

Nata in Montana, il 2 agosto 1905, e cresciuta in un ranch, nel 1918 si trasferì a Los Angeles in seguito all’improvvisa morte del padre. Dopo aver studiato danza, debuttò nel 1923 al Grauman’s Chinese Theatre come ballerina di fila e proprio mentre si esibiva in uno spettacolo fu notata da Rodolfo Valentino, che con insistenza la volle nel suo film What Price Beauty? del 1925, in un piccolo ruolo che le permise tuttavia di farsi conoscere dalla critica. Fu la moglie di Valentino a suggerirle il nome d’arte che la accompagnò in tutta la sua carriera.

Grazie al suo bel viso dai lineamenti esotici, venne impiegata per tutti gli anni ‘20 in parti che la ritraevano come una seduttrice di uomini o una malvagia donna dissoluta che regolarmente moriva, alla fine di ogni storia, a causa dei suoi misfatti. Molto prolifica in questa veste, interpretò in meno di 10 anni oltre 60 film. Ebbe la fortuna all’inizio degli anni ‘30 di trovarsi a suo agio con il sonoro, che le diede la spinta giusta permettendole di parlare e farsi notare per il suo stile recitativo brioso.

Da donna fatale fu trasformata in ironica moglie o capricciosa ereditiera grazie alla MGM, che nel 1933 l’affiancò a William Powell nella serie di film di grandissimo successo de L’uomo ombra. Il regista W. S. Van Dick, basandosi sull’omonimo romanzo di Dashiell Hammett, portò in scena due coniugi detective, che grazie anche a battute ben articolate, permisero alla Loy di dimostrarsi una brillante attrice ironica, scanzonata e sempre molto affascinante.

Il celebre personaggio di Nora Charles modificò la sua immagine presso il pubblico statunitense, trasformandola in perfetta moglie ideale: gentile, tollerante, leale, caratterizzata da innocenza e freschezza istintive. Particolarmente amata dal pubblico, nel 1936, ricevette in una sola settimana ben 81 proposte di matrimonio da parte di ammiratori. Il successo del film diede l’avvio a una lunga serie, diretta dallo stesso regista, di ben 13 pellicole che riconfermarono l’affiatamento della coppia Powell-Loy.

L’attrice recitò anche al fianco di molti altri celebri nomi, passando dai ruoli brillanti a quelli drammatici: fu accanto a Spencer Tracy nel film Le quattro perle, del 1936; a Cary Grant e Shirley Temple in Vento di primavera, del 1947, e ne La casa dei nostri sogni, del 1948; a Clark Gable in ben quattro film, dal 1936 al 1938. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, l’attrice andò diradando i suoi impegni cinematografici per dedicarsi prima al volontariato presso la Croce rossa e poi all’attivismo politico a sostegno del Partito democratico.

Venne quindi accusata di essere una simpatizzante comunista nel periodo del maccartismo e fece parte del Comitato che si appellava al Primo emendamento. Subito dopo la guerra, nel 1946, prese parte al dramma di William Wyler I migliori anni della nostra vita, in cui interpretava con garbo e sensibilità la moglie di un reduce di guerra. Negli anni ‘50 si diradarono gli impegni cinematografici, ma alcune sue apparizioni risultano ancora notevoli, sia nel genere della commedia, come in Dodici lo chiamano papà, del 1950, sia nel ruolo intenso della madre alcolizzata di Paul Newman, nel drammatico Dalla terrazza, del 1958.

E ancora compare nel thriller Merletto di mezzanotte, del 1960, accanto a Doris Day e Rex Harrison e in Sento che mi sta succedendo qualcosa, del 1969, con Jack Lemmon. Negli ultimi anni si dedicò attivamente al teatro e alla televisione, partecipando come guest star in serie di successo come Colombo e Tre nipoti e un maggiordomo. La carriera cinematografica proseguì nel 1974 con la partecipazione ad Airport ’75, per finire poi nel 1980 con Dimmi quello che vuoi, di Sidney Lumet.

Malgrado il divismo e la grande popolarità, non ha mai ricevuto neppure una nomination all’Oscar, tranne il riconoscimento alla carriera del 1991, che non potè ricevere sul palco per motivi di salute.

Muore due anni dopo, il 14 dicembre 1993, per un tumore al seno. Si è sposata quattro volte, con altrettanti divorzi, e non ha avuto figli.

«Dicono che i film dovrebbero essere più simili alla vita; io penso che la vita dovrebbe essere più simile ai film»

FONTI: Enciclopedia del cinema, Treccani – cinekolossal – ciakhollywood


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Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

14 pensieri riguardo “Myrna Loy, la moglie ideale”

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