Stamattina ho trovato sul blog una poesia semplice ma meravigliosa, pubblicata da Kikkakonekka. Non so se l’abbia scritta lui, immagino di sì. In ogni caso mi ha colpito profondamente perché mi ha fatto riflettere.
Giulia è figlia di tutti noi. Anche chi non è genitore può comprendere il dolore immane di una tale perdita, la rabbia, lo sconforto di chi si vede portar via l’affetto più grande e con lui il futuro. Perché chi ha ucciso Giulia, non ha tolto solo la vita a lei, non si è portato via solo le speranze e i sogni di una ragazza di vent’anni, che si era appena affacciata alla vita, ma ha strappato il futuro anche alla sua famiglia, che si era preparata a festeggiare una laurea, e ora deve organizzare un funerale.
Personalmente, però, sento anche il dolore dei genitori di Filippo. Non posso farne a meno, anche se so che non a tutti piacerà. Immagino la loro vergogna, la rabbia e il dolore, la sconfitta che può provare un genitore davanti a un figlio che ha fatto una cosa così orribile. E qui, credo che solo chi è genitore possa comprendermi fino in fondo, perdonatemi se non sono inclusiva. I nostri figli sono tutti bravi ragazzi, lo sono ai nostri occhi, che spesso non vogliono vedere, lo sono davanti al nostro cuore, che spesso non sa giudicare. Sono bravi ragazzi, fino a prova contraria.
E quando la prova contraria arriva e ci rivela una verità che non avremmo mai voluto vedere, immagino la delusione, l’incredulità di fronte all’evidenza, l’orrore, e ancora la rabbia e il dolore per aver perso quel bravo ragazzo che credevamo di aver cresciuto. Io lo sento quel dolore, la vergogna davanti al mondo che indica tuo figlio come un mostro, l’impotenza di non poter riparare in alcun modo, perché non c’è più niente che puoi fare per cambiare le cose. E sento anche il dolore condiviso con la famiglia di Giulia, perché sono certa che vorrebbero esprimere la loro vicinanza, il loro rincrescimento per quello che il figlio ha fatto, ma non possono.
Per questo non mi piace chi in questa tragedia vede un’occasione per parlare di femminicidio o persino una scusa per prendersela con le istituzioni. Per fare politica. E tanto meno mi piace chi getta la croce addosso ai genitori, senza sapere nulla di loro. Magari hanno cresciuto Filippo nel migliore dei modi, l’hanno educato e gli hanno dato dei valori, che in un attimo lui ha gettato alle ortiche. Non possiamo saperlo, non sappiamo cosa sia successo. Di certo possiamo capire che stanno soffrendo anche loro, tra la vergogna per quello che Filippo ha fatto e l’angoscia per il suo futuro.
Mentre scrivevo queste righe, ho saputo che Filippo è stato arrestato in Germania. Speriamo che adesso possa spiegare.