Keir Dullea, figlio delle stelle

Alto, snello, affascinante e dall’aspetto fanciullesco, caratterizzato da due splendidi occhi azzurri, che sanno essere innocenti o inquietanti a seconda dei ruoli, ha dato una svolta decisiva alla sua carriera, che lo ha fatto entrare nella leggenda, quando Stanley Kubrick l’ha scelto come protagonista della sua Odissea nello spazio.

Keir Atwood Dullea, nasce a Cleveland, in Ohio, il 30 maggio 1936, e cresce nel Greenwich Village di New York, dove i genitori avevano una libreria.  Debutta nel 1960 nel film per la televisione La signora Miniver, nel quale interpreta il ruolo di un pilota tedesco. Arriva al cinema l’anno dopo con Le canaglie dormono in pace, dove interpreta un disadattato, membro di una gang. I ruoli da lui ricoperti, da allora in poi, sembrano avere tutti problemi emotivi e la sua apparente versatilità, in così giovane età, lo porta a una serie di altri ritratti di personaggi psicologicamente poco equilibrati.

Spesso si trova a interpretare uomini più giovani di quanto non fosse in realtà, come l’adolescente innamorato di David e Lisa, del 1962, quando aveva già 26 anni. La sua interpretazione di questo ragazzo mentalmente disturbato gli vale il Golden Globe come miglior attore esordiente.  Nel 1964, nel dramma bellico La sottile linea rossa, interpreta un soldato sconvolto dalla guerra che viene spinto sull’orlo dell’omicidio da un brutale sergente.

L’anno dopo, in Bunny Lake è scomparsa, Dullea interpreta un giovane problematico, morbosamente attaccato alla sorella. Nel 1966 si fa notare anche in Madame X, accanto a Lana Turner e l’anno dopo recita nel ruolo del misterioso intruso che si insinua tra due donne, nel film La volpe, rivoluzionario esempio di storia d’amore lesbico.

L’apice della sua carriera cinematografica, tuttavia, è arrivato nel 1968, con il suo ruolo da protagonista nell’epico film di fantascienza di Stanley Kubrick, nei panni dell’astronauta Dr. David Bowman. A proposito dell’esperienza con Kubrick, l’attore ha raccontato che il regista era molto riservato riguardo il finale del suo film, e non aveva confidato neppure a loro quali fossero le sue intenzioni, per timore che qualcosa trapelasse. Dullea riprenderà lo stesso ruolo nel 1984, nel sequel del film, 2010: L’anno del contatto, diretto da Peter Hyams. In seguito difficilmente riuscirà a replicare un tale successo, almeno al cinema.

Si fa notare ancora nei panni del marchese De Sade, nel film omonimo, del 1969, e poi è accanto a Stefania Sandrelli nel thriller italiano Il diavolo nel cervello, nel 1972. Interpreta successivamente l’horror Un Natale rosso sangue, nel 1974, e tre anni dopo Demonio dalla faccia d’angelo, ma gli vengono dati ruoli sempre meno importanti.
Nonostante ciò, avrà una lunga carriera come attore teatrale, sui palcoscenici di New York. Nel 1983 fonda il Theater Artists Workshop of Westport.

Appare sul piccolo schermo nella miniserie Il mondo nuovo (1980), dal celebre romanzo distopico di Aldous Huxley, in cui interpreta il ruolo del padre del selvaggio John. Nel nuovo millennio, Keir è apparso in diversi film, tra cui l’avventura fantascientifica Cacciatore di alieni (2003), The Good Shepherd- L’ombra del potere (2006), insieme a Matt Damon e Angelina Jolie, per la regia di Robert De Niro; la commedia romantica Un marito di troppo (2008) con Uma Thurman, e il toccante dramma sociale con Mark Ruffalo Teneramente folle (2014).

Nel 2012, con notevole autoironia, ha doppiato un corto di fantascienza, HENRi, in cui dà la voce al computer di un’astronave, alla deriva nello spazio, che acquista gradualmente la consapevolezza di esistere. In quell’occasione l’attore ha commentato dicendo che in fondo HENRi era una versione sana di HAL.
In televisione ha partecipato a serial popolari come Law & Order, Castle e Damages ed è stato visto nel ruolo ricorrente del leader di un culto religioso, nell’affascinante serie The Path del 2016.

The Path (2016)

Si è sposato quattro volte: dal 1960 al 1968 con l’attrice Margot Bennett; nel 1969 con Susan Schloss Lessans; nel 1972 con Susan P. Fuller, con cui è rimasto fino alla morte di lei, nel 1998; dal 1999 è sposato con l’attrice Mia Dillon.

«La mia carriera ha molto a che fare con le scelte che ho fatto nella mia vita. Ho scelto il teatro e seguo i miei progetti: non vivo più la mia vita aspettando che il mio telefono squilli per poter lavorare»

FONTI: imdb – film.it – notiziecinema

Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

14 pensieri riguardo “Keir Dullea, figlio delle stelle”

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