The Undoing (2020)

Raramente parlo di cose appena viste, anzi forse è la prima volta. Ma questa serie mi ha conquistato completamente: è intrigante, avvincente, con interpreti di prim’ordine, ma soprattutto è ben fatta, un thriller costruito con un meccanismo a orologeria, che rivela pian piano una vicenda in continua evoluzione, sorprendendo costantemente lo spettatore. Solo 6 puntate, ma sono fulminanti, catturano l’attenzione con una rivelazione dopo l’altra, che ribaltano continuamente la prospettiva tra quello che è, quello che sembra e quello che potrebbe essere. Niente spoiler, tranquilli, solo qualche informazione.

Nicole Kidman e Hugh Grant, lei brillante psicoterapeuta che si occupa di coppie in difficoltà, lui oncologo pediatrico, non solo professionalmente più che preparato, ma dotato di una particolare empatia nei confronti dei piccoli pazienti. Con il figlio sono genitori attenti e amorevoli, tra loro sono amici, complici e amanti. All’apparenza una famiglia normale e quasi perfetta.

Poi un delitto inquietante, compiuto con modalità raccapriccianti, sconvolge non solo il loro equilibrio, ma anche la vita di tutta la piccola comunità che ruota intorno a loro. La scuola del figlio e l’ospedale dove lavora il padre diventano teatro di continue scoperte che cambieranno per sempre le vite di tutti.

Si scoprirà che ognuno, nessuno escluso, nasconde qualcosa, l’amica del cuore, il padre di lei, la madre di lui, perfino il ragazzino convive in silenzio con più di un segreto.

Più che The undoing, questa serie avrebbe dovuto chiamarsi The unspoken, il non detto. Tante le cose non dette in questa intricata vicenda, segreti sepolti nel passato che verranno inevitabilmente a galla, e la polizia, che di solito brancola nel buio, sembra sapere fin dall’inizio molte più cose della protagonista, che assisterà sconcertata e impotente al lento sgretolamento di tutte le sue certezze. Fino al momento in cui dovrà decidere da sola a quale verità vuole credere. Ma sarà poi la verità? Scopriremo solo negli ultimi fotogrammi come sono andate veramente le cose, in un finale che lascia letteralmente senza fiato.

Nicole Kidman è meravigliosa, come sempre, pur con il botulino che ne altera l’espressività del viso, riesce a trasmettere tutte le sfumature del suo personaggio. Più ingessato Grant, in cui gli anni sembrano aver spento lo sguardo e il sorriso, trasformandolo in un ghigno, a mio avviso un po’ bollito.

Accanto a loro giganteggia Donald Sutherland, con la sua classe insuperabile, e nonostante l’età che, ahimè, si vede tutta, dimostra di avere ancora molto da offrire. Anche il ragazzino è straordinario, in un ruolo non facile, che interpreta con intensità notevole, considerata la giovane età. Del resto si era già fatto notare in Wonder e A quiet place.

L’italianissima Matilda De Angelis interpreta la vittima ed è, oltre che bella e conturbante, abbastanza ambigua da essere convincente. Completano il cast Lily Rabe, direttamente da American horror story e Sofie Gråbøl, attrice danese, già vista in The killing e Fortitude.

La regia è attenta come pure la sceneggiatura. A volte capita che nelle serie, soprattutto se molto lunghe, si trovino buchi di sceneggiatura, piccole o grandi imperfezioni, magari sfuggite al montaggio. Qui non capita. Ogni scena è meticolosamente studiata, ogni dialogo, ogni parola è detta al momento giusto e nel modo giusto, collegandosi perfettamente a quanto è già successo e a quanto sta per accadere. Ad ogni puntata una nuova rivelazione e nuovi sospetti.
Se proprio si vuole trovare un difetto, può essere la scena del ristorante, verso la fine della vicenda, che, visto il contesto, appare forse fuori luogo e poco credibile.

Epico invece lo scontro in tribunale tra i due avvocati, il cui esito sarà imprevedibile fino alla fine. Da vedere assolutamente per gli amanti del genere crime. La serie attualmente è visibile su Sky, anche On demand.

Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

29 pensieri riguardo “The Undoing (2020)”

  1. Molto brava la regista, della quale ho apprezzato anche alcuni film e la serie “The Night Manager”, ma che una ‘brillante psicoterapeuta’ non riesca ad accorgersi di certe cose pur frequentando quotidianamente una persona per tanti anni è francamente improponibile.
    Buona giornata.

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    1. Hai ragione, sicuramente, ma queste sono le contraddizioni tipiche del cinema, soprattutto dei polizieschi.
      Ho provato a seguire il tuo blog (immagino che tu ne abbia uno), ma WordPress mi dice “inesistente”…

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    1. Io ho visto tutte e due, e sinceramente mi è piaciuta più questa, dal punto di vista dell’intreccio e della suspense. Big Little lies era molto più completa come tipologia dei personaggi, e la sorpresa finale era davvero una sorpresa, nel senso che non te l’aspettavi. Tutte e due molto belle, comunque. Da vedere.

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      1. Anche io ho visto “Big little lies”! anche li mi è piaciuta tantissimo, lei la storia e le sue colleghe (tutte bravissime e giuste nel proprio ruolo) Spero che la storia continui …
        In “The Hours” l’ho adorata, così come in “The Others”, è si mi piace molto
        🙂

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  2. Vista e profondamente deluso dal finale. Purtroppo, perché è fatta molto bene, anche se alcuni passaggi sono forse troppo “lenti”. L’impressione è che con una puntata in meno avrebbe avuto più mordente. (ATT. NE SPOILERINO) Avrei preferito un colpo di scena dell’ultimissimo minuto invece di un finale in cui continui a chiederti: ma dai, non finirà mica così…

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    1. Anche io avevo in mente un finale diverso, mi sarebbe piaciuto un colpo di scena a sorpresa, però devo rendergli atto che hanno saputo creare tante diverse possibilità, per cui alla fine il colpo di scena è proprio che è stato chi è stato.

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