Il trono del giovedì

 

Benvenuti al consueto appuntamento con il Trono di Spade. Chi ha perso i giovedì precedenti, li può trovare nella sezione Scene dal Trono di Spade. Oggi partiamo con il trailer della stagione 6, che ho trovato solo in lingua originale sottotitolato, ma in due versioni.

 

Di seguito la scena in cui uno dei personaggi più simpatici e coraggiosi della serie va a liberare i draghi incatenati, a rischio ovviamente della sua stessa vita.

 

La prossima scena purtroppo è uno SPOILER, perciò decidete voi se guardarla o meno. L’ho scelta perché secondo me è una delle scene migliori dal punto di vista visivo ed emotivo, con uno splendido commento musicale (attendo il parere di Claudio in proposito). Per me l’insieme di montaggio e musica è da brividi.

 

Anche la prossima scena purtroppo può considerarsi uno SPOILER, ma l’ho scelta perchè particolarmente significativa di un senso dell’onore che in qualche modo pervade tutta la serie.

La prossima invece è una classifica dei 20 personaggi più importanti della serie, in base al fascino. Non la condivido, perciò mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi. Io avrei messo il Mastino al secondo posto subito dopo Tyrion, seguito poi da Varys e Theon Greyjoy, mentre agli ultimi tre posti, nell’ordine Joffrey, Baelish, e ultimo Ramsey Bolton. Daenerys prima di Sansa e di Jon Snow è uno scandalo, così come Baelish al primo posto. E Jorah Mormont? E Brienne? Del resto la classifica è stata fatta da un uomo…

A giovedì prossimo.

Autore: Raffa

Appassionata di cinema e di tutte le cose belle della vita. Scrivo recensioni senza prendermi troppo sul serio, ma soprattutto cerco di trasmettere emozioni.

33 pensieri riguardo “Il trono del giovedì”

  1. Secondo me, la scena della vendetta di Cersei è un capolavoro senza pari nella storia della televisione – e la musica vi è fondamentale: Djawadi nel suo ambito ha pochissimi rivali.
    Le classifiche, lo sai, non mi piacciono, quindi non mi pronuncio. Anzi, una cosa voglio dirla: io avrei incluso anche Sue Perkins, la conduttrice di Thronecast (la adoro), e soprattutto… i Diti! 🙂

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    1. Non ho mai visto Thronecast, ma ne ho sentito parlare, mentre conosco i diti. La colonna sonora della serie mi piace tutta, ma la vendetta della regina è in assoluto il pezzo che amo di più, un crescendo che fa venire la pelle d’oca anche senza le immagini.

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      1. Ti avranno detto che Thronecast andava in onda subito dopo ogni nuovo episodio di GoT, che veniva commentato a caldo dalla conduttrice insieme con i suoi ospiti. Mi limito a raccontarti di quella volta che, alla fine della puntata relativa all’episodio in cui si scopre il segreto di Melisandre, Perkins fa l’atto di togliersi una collana e, ammiccando verso la telecamera, dice: “Forse quello che state per vedere non vi piacerà”. Non è adorabile?
        (So benissimo che quelli come me non sono di suo gusto, ma l’adoro ugualmente.)

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        1. Sì, sapevo che andava in onda dopo ogni episodio, ma è proprio l’idea del commento a caldo che non mi piace, di solito ne discutevo con mia figlia dopo averlo visto. Comunque sì, spiritosissima la ragazza.

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  2. A proposito dei personaggi. Per quanto riguarda una serie tv, o un film, è ovvio che lo spessore di ciascuno dipende in notevole misura dalla caratterizzazione che ne fa il suo interprete, e perciò tanto più e bravo l’attore tanto più risalta il suo personaggio. In quest’ottica posso capire chi dice di avere una predilezione per Petyr Baelish, in quanto Aidan Gillen è stato davvero bravo nel renderne tutte le sfaccettature.
    Tu preferisci Tyrion Lannister: in effetti Peter Dinklage ha dimostrato di essere un attore di notevole caratura.
    Per quanto mi riguarda, ribadisco che non amo le classifiche, però posso elencare le scene in cui, secondo me, gli vari attori sono riusciti dare il meglio. Della sesta stagione, per esempio, una delle scene che preferisco è – sempre nell’ambito delle vendette di Cersei – quella in cui la regina segna il destino di Unella: un monologo stupendo, e Lena Headey sopra le righe. Cersei tutto sommato mi pare il vero personaggio centrale della saga, in fondo tutto ruota intorno a lei. La Daenerys di Emilia Clarke – sempre secondo me – non ne vale un’unghia.
    Potrei continuare, ma questo commento sta già diventando troppo lungo.
    🙂

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    1. Tanto è gratis! Comunque a me è piaciuto molto Tyrion perché secondo me è il personaggio che compie l’evoluzione maggiore, dalla prima all’ultima stagione, mentre non mi è piaciuta Arya, perchè la sua è stata un’involuzione. Cersei è ovviamente un “cattivo” della serie, ma per me rimane migliore di Daenerys, se non altro per l’amore per i figli, (anche se poi lo manifesta in modi poco ortodossi). Baelish è troppo doppio, opportunista, falso, e la sua morte è uno dei momenti migliori. Poi mi è piaciuto molto anche Jorah, per la sua fedeltà incondizionata, anche se a Daenerys, e Brienne, di cui mostrerò prossimamente la nomina a cavaliere, che è un momento molto commuovente.

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      1. Uhm… Sì, però mi stai parlando dei personaggi in sé, mentre a me interessa il rapporto personaggio-interprete. In questo senso la positività/negatività e l’evoluzione/involuzione non contano tanto quanto la bravura dell’attore nel rappresentarle. GoT ha avuto successo, credo, soprattutto per l’abilità di Martin nel creare personaggi molto sfaccettati: nessuna divisione netta fra buoni e cattivi – anche se ci sono, com’è naturale, buoni molto più buoni e cattivi molto più cattivi. Nella versione televisiva la qualità degli interpreti è, come avevo scritto prima, fondamentale: a me interessa soprattutto come gli attori caratterizzano i rispettivi personaggi. Proprio per questo ho espresso un giudizio negativo sulla Daenerys di Emilia Clarke, una mozzarella, mentre Lena Headey ha scolpito Cersei nel bronzo. Gli attori che hanno dato volto e personalità a Brienne, Mastino, Jorah, Ramsey e altri, anche con parti piccole (o brevi: vedi Oberyn Martell) sono stati secondo me molto bravi, altri non mi sono sembrati altrettanto convincenti. Questo a prescindere dal fatto che il personaggio in sé mi piacesse o no. Tanto per dire, ho sempre apprezzato Jonathan Pryce, fin dai tempi di Brazil, e il suo Alto Passero mi è piaciuto moltissimo, anche se il personaggio di per sé è ripugnante.

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        1. Ho capito cosa vuoi dire ma io mi faccio prendere dalla storia, e il personaggio è quello che giudico. Sicuramente hai ragione sulle qualità attoriali di alcuni, che erano decisamente superiori ad altri. In questo senso l’attore che interpretava Baelish è stato bravissimo; so che nell’ultima scena che ha girato, quella della sua morte, alla fine è stato applaudito da tutto il cast. E Price, beh, è un professionista innegabilmente molto bravo. Ma, al di là della recitazione o della bellezza fisica, so che molti hanno tifato per Daenerys, intesa proprio come personaggio, e ne hanno pianto l’uccisione. E’ un fatto che mi lascia molto perplessa.

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        2. Per me è stato fondamentale aver avuto la possibilità di vedere come funziona il mondo dello spettacolo da un punto di vista privilegiato, cioè dall’interno, grazie alla sorella danzatrice: quando cominciò l’attività professionistica nell’ambito della compagnia della scuola presso cui si era diplomata (affiliata alla Royal Academy: sul suo diploma c’è la firma di Her Majesty the Queen Elizabeth the 2nd…), vidi un gruppo di amiche e amici che lavoravano tutti insieme cercando di dare il meglio di sé stessi, spesso aiutandosi a vicenda. Erano tutti giovani simpatici, non ancora contaminati dal virus dell’invidia, non ancora vittime di rancori reciproci. Si volevano molto bene, anche se poi sulla scena una diventava la virginea Aurora e un’altra la perfida Carabosse che condanna Aurora al sonno eterno – Carabosse di solito è un ruolo en travesti: richiede una certa energia e perciò viene affidato a ballerini disinvolti; ma, come spesso succede nelle piccole compagnie, la cronica carenza di maschietti comportava che vi si dovesse impegnare una ragazza: invariabilmente toccava a mia sorella 🙂
          Nella storia del balletto ce n’è uno fondamentale, Il lago dei cigni, che è famoso e ha tuttora sconfinato successo soprattutto per via del fatto che la ballerina protagonista deve interpretare due ruoli opposti e contrapposti, Odette (tutù bianco) e Odile (tutù nero): a parte il colore dell’abito sono identiche, ma una è dolce come l’amore, l’altra è letale. Insomma, la stessa persona incarna i due princìpi eterni, amore e morte, Eros e Thanatos: solo interpreti fuori dell’ordinario possono riuscirci.
          Scusa le divagazioni. Quello che volevo dire è che non riesco a pensare solo alle storie dei vari personaggi, ma tendo a guardare all’insieme: per la buona riuscita di uno spettacolo, è meglio che la bravura di un vilain non sia inferiore a quella dell’eroe buono. Pensa a Branagh/Iago, o per restare in ambito scespiriano pensa a Macbeth o a Riccardo III. Pensa a Nicholson/Joker.
          Spesso un cattivo interpretato bene dà allo spettacolo più di una schiera di buoni al meglio delle loro possibilità. Perciò, ribadisco: Cersei forever 😉

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